Un lemming in acqua, sara' il prossimo pasto facile per qualche pesce? (Foto @Olli Saari)
No, anche se dal titolo potreste pensarlo, non si tratta dell'ultimo articolo della dottoressa Grazia Arcazzo (PhD).
E' una delle mie ultime pubblicazioni, e se portate pazienza vi spiego perche' e' un risultato molto meno scontato di quello che sembra.
Se vi ricordate il primo articolo di questa serie (Le trote alloctone sono fatte di materia alloctona) avevo provato, con tecniche abbastanza innovative, che sul lungo periodo le trote si cibavano di molte prede terrestri, molto piu' di quanto ci si poteva aspettare.
Dimenticatevi per ora del fatto che l'introduzione delle trote abbia cambiato la comunita' degli invertebrati nel lago (le conseguenze le vedremo piu' avanti) e concentriamoci di nuovo sul tema del primo articolo.
Le prede terrestri erano principalmente due: roditori e insetti adulti. Le popolazioni di roditori subiscono grandi fluttuazioni annuali, e dato che la percentuale di energia terrestre immagazzinata nei tessuti e' costante, nel primo articolo avevamo ipotizzato che, negli anni in cui i roditori sono poco abbondanti l'alimentazione venizze integrata maggiormente con insetti adulti.
Ma e' poi vero? Siccome non mi piace lasciare domande in sospeso mi sono lanciato in un nuovo studio.
Il concetto ecologico fondamentale che abbiamo utilizzato e' quello che io chiamo amichevolmente "del piatto tipico africano", di cui ho recuperato una descrizione online.
Cioe' il concetto che non si puo' mangiare quello che non c'e'.
Si' perche' dopotutto anche gli insetti presentano delle fluttuazioni, questa volta su scala stagionale, che sono tanto piu' marcate quanto piu' marcate sono le differenze di temperatura nelle stagioni. E quindi molto marcate in Lapponia, dove il ghiaccio si scioglie a fine maggio e ritorna gia' a meta' ottobre. In questo breve lasso di tempo l'insetto deve completare l'intero ciclo, non c'e' tempo da perdere!
Quindi, come i pesci non possono mangiare roditori negli anni in cui la popolazione e' al minimo, non possono neanche mangiare insetti adulti a inizio giugno quando la temperatura e' ancora piuttosto fredda e non ci sono molti insetti adulti in giro.
Usando le stesse misure fatte nell'articolo precedente, ma considerando i singoli individui pescati in ogni mese estivo (giugno, luglio e agosto) nell'arco di tre anni si dovrebbero vedere dei chiari cambiamenti di nicchia trofica con l'evolversi della stagione. Ed infatti cosi' e', almeno in parte, visto che i contenuti stomacali indicano chiaramente il picco di insetti corrispondente al mese di luglio.
Variazioni nelle nicchie ecologiche della stessa popolazione di trote derivate da 3 diversi metodi d'analisi (contenuti stomacali, isotopi stabili di C e N nel fegato e nel muscolo) durante 3 anni di lavoro. Linee di colore e tratteggio diversi rappresentano diversi mesi dell'estate lappone.
Quello che non torna sono i valori derivanti dall'analisi isotopica dei tessuti, specialmente muscolari, che non variano altrettanto di quelli osservati nei contenuti stomacali.
Questo e' dovuto alle basse temperature, e quindi ai bassi tassi metabolici, a cui i pesci vivono. Purtroppo gli ambienti freddi, quelli in cui la successione stagionale e' piu' marcata, sono anche quelli dove esistono limiti fisiologici che non permettono di distinguere le successioni stagionali. I tessuti si rinnovano ad un tasso troppo lento, che corrobora i risultati del precendente articolo ma costituisce un limite invalicabile per questo. Ci siamo spinti fino al limite raggiungibile e in un certo senso abbiamo tracciato i confini del possibile.
Ma.....
eh si perche' c'e' sempre un ma (purtroppo).
Oltre alla disponibilita' di prede c'e' un altro grande fattore che regola quante se ne possono mangiare: la competizione con altri predatori. Se ho un solo roditore e 20 trote affamate solo una riuscira' a riempirsi la pancia.
Cosi' ad una limitazione delle risorse puo' essere che corrisponda un'ulteriore limitazione da parte della competizione con altri elementi della popolazione, quello che vediamo e' il risultato dell'interazione di questi fattori.
Ma per fortuna c'e' un modo per controllare anche questo.
Il lago e' stato completamente svuotato nell'arco di 3 anni, per cui la densita' dei pesci nel lago e' diminuita progressivamente (non potendosi riprodurre) e abbiamo potuto studiare se il diminuire della competizione avesse permesso un cambiamento nella dieta. Il risultato e' stato questo:
Fluttuazioni del consumo di animali terrestri a diverse densita' di popolazione
Nonostante il grafico riporti delle fluttuazioni nella dieta a base di animali terrestri (le variazioni stagionali viste prima) non si nota nessun effetto dovuto alla diminuzione di densita': i pesci si alimentano di animali terrestri indipendentemente dalla densita'!
E' un risultato abbastanza sorprendente, dato che la densita' di popolazione nel lago era di circa 10-20 volte piu' elevata di quella in altri corpi d'acqua studiati alle stesse latitudini!
Ma non e' un risultato incongruo, si puo' benissimo spiegare considerando che, quando presenti, gli animali terrestri sono molto abbondanti. E' proprio questa abbondanza che spiega perche' non ci sia competizione, non c'e' bisogno di combattere per una risorsa che e' disponibile in quantita'.
Dunque risorse disponibili per un breve periodo di tempo, ma in modo molto abbondante, sono sfruttate dalla popolazione come un modo per limitare gli effetti della competizione alimentare. Un'alternanza tra una fonte e l'altra permette di superare i limiti imposti dalle sole risorse acquatiche.
Riferimenti:
Milardi et al. 2016. Reliance of brown trout on terrestrial prey varies with season but not fish density. Freshwater biology, DOI: 10.1111/fwb.12775
Link all'articolo originale su Freshwater Biology.
Il testo completo e' disponibile su Researchgate, per ora.
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