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mercoledì 13 dicembre 2017

Riproduzione naturale.. ma in condizioni artificiali


A tostolo’, tu m’hai provocato..

Forse vi ricorderete l’articolo sulla riproduzione della carpa erbivora in Italia pubblicato qualche tempo fa sul mio blog. No? Allora forse e’ il caso che andiate a rileggerlo (Provare l'improbabile - scienza investigativa), visto che questo articolo e’ l’ideale continuazione di quello.

Per la carpa erbivora ci eravamo “limitati” a provare scientificamente che una riproduzione naturale avvenisse anche in Italia, zona considerata da tutti per piu’ di 30 anni non adatta alla riproduzione. Gia’ questa notizia avrebbe dovuto far saltare sulla sedia piu’ di una persona, ma ovviamente non tutti leggono questo blog (o gli articoli scientifici correlati).
Stavolta ci siamo spinti un attimo piu’ in la’, cercando di spiegare come e perche’ fosse possibile.. Sigla!

lunedì 28 settembre 2015

Provare l'improbabile - scienza investigativa

Un piccolo pesce che ha fatto partire una grande storia. Foto @ Mattia Lanzoni.

Questa storia comincia nella tarda estate del 2007, quando un pescatore, seduto in riva ad un canale, trova un pesce strano appeso al suo amo. Sembra un piccolo cavedano, di quelli che una volta si trovavano ogni mezzo metro di canale. Solo che sono ormai anni che il cavedano nella zona si e' rarefatto, quasi sparito.

Vuoi vedere che?...ma no, non e' possibile...

Eppure il pesce viene portato da qualcuno che ne sa, giusto per essere sicuri. E quello non ha dubbi, si tratta di una piccola carpa erbivora o amur.
Sicuramente roba uscita da qualche laghetto, ci si dice, e la cosa finisce la'.

Se non che durante i recuperi di pesce invernali, qualche anno dopo, rispuntano altri esemplari. Poca roba, una manciata, ma abbastanza per mettere la pulce nell'orecchio agli addetti ai lavori.
Negli anni successivi ne vengono catturati ancora, nelle stesse localita' (ormai note) dove ormai si monitora specificamente la situazione. E le catture si ripetono ad ogni anno, vuoi vedere che...?

Beh, in effetti la cosa non fa molta notizia ormai, perche' e' cosa nota ai piu'. Pero'...
Pero' puo' sempre essere che siano pesci usciti da un allevamento, o rilasciati da qualcuno illegalmente...come fare?

giovedì 19 febbraio 2015

Carpe alloctone - una diatriba senza senso

Recentemente sono tornato in Italia per una settimana, in occasione di una conferenza, un seminario e un po' di giorni di lavoro per completare uno studio iniziato quasi un anno fa.

Mi e' anche capitato di arrivare alla fiera di Vicenza, dove ho avuto l'occasione di venire a contatto con questa iniziativa e i suoi promotori.


Ho cosi' finalmente deciso di pubblicare uno scritto che avevo preparato molti mesi fa, sull'onda della polemica nata dalla decisione di inserire la carpa nella lista delle specie alloctone in Emilia Romagna (qua e qua un paio di esempi per tutti).

mercoledì 21 marzo 2012

"Carpe volanti"

L'attuale record mondiale di carpa, Scar, pescata da John Bryan. Quasi 45 chili di carpa. Un record che tutti vorrebbero emulare, ma a quale costo?


Questo articolo e' rimasto in gestazione per troppo tempo ed e' ora di pubblicarlo.
Anche se rischia di alimentare un acceso dibattito ormai sopito sono convinto che sia un bene parlarne e diffondere un'informazione serena e trasparente su una delle questioni piu' controverse del mondo della pesca.

Chi e' esperto di carpfishing sa che questo tipo di pesca, nato, se cosi' si puo' dire, negli anni '80 con lo sviluppo di montature ed attrezzatura specifici, e' un'evoluzione di tecniche di pesca piu' semplici gia' in uso in precedenza.

Questa nuova tecnica ha originariamente come scopo principale quello di selezionare la cattura della carpa rispetto a quella di altre specie. Ma un altro aspetto ricercato dalla maggior parte dei pescatori e' la selezione delle catture di taglia.
La taglia di una carpa "trofeo" e' cresciuta progressivamente negli anni e soprattutto dagli anni '90 a questa parte catturare una carpa "over X kg" e' diventato l'obbiettivo primario; un concetto aiutato e diffuso dai media di settore.

Come le aziende produttrici si sono unite ed hanno contribuito a questa richiesta cosi' hanno fatto anche i laghi di pesca sportiva. Nacque cosi' il bisogno di avere delle carpe di grossa taglia nel proprio laghetto per attirare clienti appassionati di questa tecnica.

Ma queste carpe non sono disponibili per l'acquisto nei vari allevamenti. Il tempo necessario per crescere una carpa fino alla taglia trofeo, anche ai ritmi intensivi degli allevamenti, e' troppo lungo. Oltre che in termini di tempo anche il costo potrebbe lievitare tanto che l'allevatore rischierebbe troppo, e nessuno e' disposto a fare investimenti troppo rischiosi.

Ecco che se la domanda non puo' essere soddisfatta legalmente si trovano strade illegali per farlo. Ecco il problema delle "carpe volanti".