giovedì 22 novembre 2012

Lucci, accrescimento e genetica - due visioni diverse



Una bellissima immagine del laboratorio di genetica molecolare del Southwest Fisheries Science Center (NOAA)

Quando lessi a suo tempo l'articolo scritto da Armando Piccinini su Caccia e Pesca fui colpito dalle conclusioni secche e categoriche sulla gestione della pesca sportiva.

L'articolo, come afferma l'autore, e' stato ispirato dalla partecipazione al 6th World Recreational Fisheries congress, tenutosi a Berlino lo scorso anno e a cui sfortunatamente non ho potuto partecipare, visto che ero impegnato sul campo.
Nello specifico Piccinini si e' ispirato alla presentazione di un laureando, Petr Zajicek, che lavorava alla sua tesi di laurea con Robert Arlinghaus come supervisore. Il lavoro presentato al congresso aveva il titolo: Juvenile growth and adult behavior determine angling vulnerability of pike (Esox lucius) in their natural environment e un riassunto e' disponibile nel book of abstracts della conferenza.
La tesi di Zajicek, incentrata sulla telemetria dei movimenti dei pesci, e' disponibile (in inglese) a questo indirizzo: http://besatz-fisch.de/images/stories/zajicek_masterthesis_2012.pdf  Poco o niente viene detto a riguardo delle connessioni con la pesca, o la genetica, che al momento sono ancora sotto analisi, ad opera di un altro studente: Tonio Pieterek.

Vorrei riprendere il discorso, perche' reputo l'argomento molto interessante e perche' ho avuto occasione di discuterne direttamente con i ricercatori coinvolti dopo la mia collaborazione con l'Istituto nell'ultimo anno. Come vedremo ci sono molti spunti di riflessione.



Cito dall'articolo di Piccinini:
Questa prima indagine ha messo in evidenza che tra i giovani lucci, vi sono evidenti diversità nella crescita con esemplari che, più aggressivi di altri, crescono più rapidamente. Ad esempio a due anni di età la lunghezza variava da 20 a 40 cm, quindi alcuni esemplari crescono il doppio di altri. Si tratta dunque dei soggetti che geneticamente sono più predisposti e meglio selezionati a vivere in questo ambiente.

Se fosse vera questa affermazione otterremmo che in tutti gli ambienti senza influenza umana dovremmo avere solo pesci a crescita rapidissima. Selezionati nel giro di qualche generazione per raggiungere taglie grosse e subito. E invece cosi' non e'.

Questo non succede perche' non e' necessariamente vero che i soggetti a crescita rapida siano "i piu' adatti". La concezione del piu' grosso=migliore non sempre funziona in natura, mentre e' molto usata dai pescatori.

A volte paga di piu' crescere lentamente e portare a segno un maggior numero di riproduzioni: per esempio in tutti gli ambienti dove c'e' una bassa pressione selettiva (non solo di pesca) e condizioni costanti nell'arco del breve-medio periodo.
In questi casi crescere in fretta porta quasi sicuramente ad effettuare meno riproduzioni,  e sicuramente morire prima. Le riproduzioni peraltro saranno probabilmente effettuate con minore fitness (perche' le energie vengono indirizzate a crescere, piuttosto che a produrre gameti di qualita' e in quantita') anche se l'effetto puo' essere molto diverso a seconda del sesso, almeno in specie con dimorfismo evidente come il luccio.
La crescita veloce invece paga in quei casi dove si deve arrivare alla prima riproduzione il prima possibile, per esempio perche' c'e' un'alta pressione selettiva o perche' le condizioni ambientali non sono sempre favorevoli.

Tanto e' vero che, anche nel sistema oggetto dello studio (un lago chiuso alla pesca), non troviamo solo pesci con crescita veloce, che secondo questa logica dovrebbero essere selezionati, ma anzi pesci a crescita molto lenta. Le cifre citate da Piccinini sono infatti sbagliate, nessun luccio arriverebbe mai a 40 cm al primo anno. Il valore reale al primo anno non supera infatti i 20 cm, pesci "nani" dunque.

E a controprova, non tutti gli ecosistemi in cui e' applicata una regolamentazione con misura minima (cioe' dove si prelevano i capi a crescita veloce) vedono popolazioni di pesci nani, anzi troviamo tutta una serie di sfumature e casi diversi.

C'e' anche un altro fattore da considerare. Una domanda piu' che legittima alla quale, per ora, non c'e' una risposta definitiva.
Anche considerando la crescita biologica dal punto di vista prettamente utilitaristico del pescatore che vuole pesci piu' grossi: e' proprio vero che un pesce grande e' un pesce a crescita veloce?

Un pesce in taglia da trofeo potrebbe essere anche il frutto di una crescita lenta, protratta per piu' anni rispetto ad un pesce a crescita veloce. Al momento non e' possibile stabilire univocamente se un pesce arrivi a taglie maggiori crescendo rapidamente (e morendo prima) o crescendo lentamente (e vivendo piu' a lungo).

Il famoso record mondiale di luccio, catturato proprio in Germania nel 1986 da Lothar Louis, sara' stato un pesce a crescita lenta o veloce?

Continuando a citare dall'articolo:

Infatti, in assenza di un catch and release o altre normative adeguate, si asportano dalla popolazione i soggetti a crescita più rapida e più mobili e si lasciano quelli a sviluppo più lento e meno erratici. Facendo questo per diverse generazioni si arriva ad avere una popolazione di lucci a crescita molto ridotta dove gli esemplari con la migliore genetica sono stati tutti asportati.

La conclusione degli autori dello studio non e' esattamente la stessa di Piccinini. Secondo gli autori dopo diverse generazioni si verrebbe a selezionare non solo individui a crescita piu' lenta ma allo stesso tempo anche meno propensi ad essere pescati.

Questo deriva direttamente dal fatto che questo studio analizzava appunto la suscettibilita' alla cattura in relazione a crescita e spostamenti, usando due sistemi sperimentali separati. Secondo i due esperimenti questi due parametri spiegavano fino al 31% della suscettibilita' alla cattura.

In questo scenario avremmo lucci non solo a crescita piu' lenta ma anche meno propensi ad essere catturati.

Ma e' poi proprio vero che sarebbe cosi? E' vero che sarebbe una "peggiore genetica"? E se si QUANTO peggiore sarebbe, QUANTO ridotta sarebbe la crescita? In ultima analisi, quanto peggiore sarebbe la situazione per la popolazione di lucci o per la pesca sportiva?


Ovvio, sono domande che nascono spontanee, quando occorre fare una valutazione in merito a delle scelte gestionali.

Supponiamo che la pressione di pesca avvenga indiscriminatamente dalla taglia e che ogni esemplare catturato sia anche portato a casa. Questa supposizione non e' molto realistica ma puo' essere considerata una buona approssimazione, se ipotizziamo che esistano soggetti a crescita veloce in tutte le taglie.
Questi esemplari, che crescono piu' velocemente e sono i piu' attivi vengono progressivamente eliminati, lasciando in acqua per lo piu' quelli a crescita piu' lenta e meno mobili.

Ora immaginiamo che la pressione di pesca rimanga costante (in termini di ore di pesca, cioe' che i pescatori non modifichino le loro abitudini) e che questo effetto di selezione non duri indefinitamente ma che, una volta selezionata, la genetica si stabilizzi nella popolazione.
L'effetto non puo' durare indefinitamente perche' i pesci sono sempre meno propensi a farsi catturare, raggiungendo un equilibrio tra i due fattori.

Ora, avremmo pesci poco propensi alla cattura, che pero' crescono lentamente e vivono piu' a lungo, probabilmente raggiungendo nel lungo periodo taglie comparabili ai pesci con crescita veloce. Essendo relativamente poco propensi a farsi catturare il loro numero probabilmente crescerebbe.

Una volta cresciuto il numero (basterebbero un paio di anni) il numero di catture dovrebbe aumentare nuovamente, essendo piu' bassa la percentuale ma molto piu' grande il totale della popolazione.

Dunque vista la concomitanza di pressioni selettive diverse e' molto difficile, se non impossibile, stabilire a priori quale sarebbe la differenza in termini di gestione. In sostanza non e' possibile determinare a priori quanti pesci in meno si pescheranno o se la loro taglia media (o massima) sara' inferiore a quella precedente.

Questo vuol dire che la ricerca e' sbagliata?
Assolutamente no, la ricerca e' buona e utile. Va a specificare un tema importante nella gestione della pesca sportiva: quello degli effetti della pesca sportiva sulle popolazioni di pesci.

Semplicemente non puo' essere presa, cosi' com'e', come un'indicazione per applicare misure gestionali.

E' un tema talmente importante che merita un articolo tutto suo, che sara' pubblicato prossimamente sul blog.


4 comments:

Andrea Monferrato ha detto...

In effetti il concetto di "miglior genetica", espresso nei termini dell'articolo, risulta quantomeno.. oscuro.

Non capisco quindi il senso della frase di chiusura dell'articolo:

"..Quindi, quando andate a pescare ricordate sempre di chiedervi se l’esemplare catturato è a crescita lenta o veloce e quale sarà la sua genetica prima di rilasciarlo o trattenerlo."

In caso di attacco violento di un luccio di grandi dimensioni dovremmo pensare ad un rilascio d'ufficio poiche` saremmo in presenza di un esemplare dall' "eccellente profilo genetico"?

Penso infine che la continua ricerca del trofeo ed una gestione delle acque che assecondi unicamente questa tendenza portino ad una sorta di intossicazione della pesca ricreativa.

Complimenti, bel blog.
Andrea Monferrato

Marco Milardi ha detto...

Grazie dei complimenti Andrea.

Purtroppo forse quest'articolo e' un po' troppo lungo e forse poco interessante per tante persone.

Leggo ogni giorno delle tendenze dei pescatori, e quello del trofeo a tutti i costi e' solo l'inizio di una strada utilitaristicamente disastrosa (che continua con ripopolamenti, immissioni etc.).

La gestione delle acque attuale, pur criticata dai pescatori stessi, rispecchia senza dubbio questi desideri.

giovenino ezio ha detto...

leggo solo ora e per caso questo interessantissimo e specifico articolo e sarei immensamente lieto di poter discutere di ciò con persone specificamente interessate e /o coinvolte ,oltretutto allevo e riproduco da trentanni esocidi di vario genere ,sopratutto esox flaviae o cisalpinus rigorosamente puri e tenuti gelosamente con fatica ed orgoglio.

Marco Milardi ha detto...

Ciao Ezio, grazie dei complimenti all'articolo. Anche se ultimamente non ho tempo per scriverne di nuovi, nel blog ce ne sono diversi altri su temi analoghi.

Forse altri lettori ti contatteranno, ma se vuoi discutere di queste tematiche sentiti sempre libero di contattare la mail del blog (la trovi nella barra in alto a destra, anche su questa pagina).

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