Il racconto prosegue con Sampei che racconta
l'accaduto alla gente del paese, che gli dà di bugiardo. Al che, Sampei ed i
suoi amici si rivolgono ad un professore di biologia, il quale spiegherà che le
uova sono state fecondate dalla trota e, ciononostante, i pesci neonati non
sono ibridi ma carassi al 100%. All'epoca, la mia reazione fu di spegnere la
televisione, convinto di dover smettere di guardare cartoni animati giapponesi.
Sennonché, anni dopo, scoprii con stupore che la storia è vera, nonostante una
grossa inesattezza raccontata nel cartone. Andiamo per ordine. Il pesce in
questione è Carassius gibelio, una delle tre specie di carassio
introdotte anche in Italia. Esso, al pari di un'altra cinquantina di specie
ittiche finora conosciute, ha una peculiarità: le femmine possono accoppiarsi
con specie imparentate, come le carpe o altre specie di carassio, dando origine
a prole non ibrida. Come si spiega questo fatto?
Carassio riconducibile alla specie Carassius gibelio |
Il fenomeno prende il nome di ginogènesi
ed è una delle varie forme di riproduzione esistenti che non richiedono
fecondazione: lo spermatozoo serve soltanto a dare il via allo sviluppo
dell'embrione, ma il DNA in esso contenuto viene espulso non appena entra
nell'uovo. Pertanto, la prole avrà a tutti gli effetti un solo genitore: la
madre. Tutte le altre specie conosciute di pesci ginogenetici sono unisessuali,
sono cioè tutte femmine le quali, per riprodursi, sono obbligate a parassitare
lo sperma di altre specie. Le popolazioni di carassio gibelio, invece, sono
costituite da una certa percentuale di maschi, mediamente un 20%, i quali
possono accoppiarsi normalmente per dare origine a prole con due genitori. In
teoria, per fondare una popolazione di Carassius gibelio è sufficiente
introdurre una sola femmina, laddove siano presenti altre specie in grado di
attivare le uova, come le carpe. Pertanto, attenzione a quello che si fa e non
dimentichiamoci mai che qualsiasi introduzione di pesci non autorizzata in
acque pubbliche è proibita. Resta il fatto che, per quanto la natura abbia
sempre in serbo sorprese incredibili, mai e poi mai il carassio di Sampei
avrebbe potuto accoppiarsi con una trota...
Per
quanto bizzarra possa apparire questa faccenda, in Europa abbiamo a che fare
con un caso senz’altro più complicato, che tentiamo di riportare qui sotto, in forma
leggermente semplificata ai fini della comprensione.
Iberocypris alburnoides (Foto da Wikipedia) |
Il
calandino (Iberocypris alburnoides) è un piccolo ciprinide diffuso nelle
acque della penisola iberica. Fino a poco tempo fa si riteneva che questa
specie avesse un'origine ibrida, cioè che si fosse formata dalla fusione di due
popolazioni appartententi a specie diverse: il cavedano iberico (Squalius
pyrenaicus) e un'altra specie misteriosa, presumibilmente estinta da
lungo tempo. Le popolazioni di calandino sono costituite quasi esclusivamente
da femmine (solo al limite sud dell'areale si trovano maschi) che si
riproducono ibridandosi con la presunta specie parentale, il cavedano iberico.
Laddove i maschi esistono, questi si accoppiano con le proprie femmine, oppure
anch'essi con il cavedano, dando luogo a ibridi fertili. Studi recenti
suggeriscono tuttavia che la specie non abbia di per sé origini ibride: il
fatto è che la maggior parte delle popolazioni sono composte da ibridi
“calandino x cavedano”, ma le femmine ibride, tuttavia, danno luogo a uova non
ibride, calandino al 100%, dato che il DNA del cavedano viene ignorato e si ha
ginogenesi: in sostanza, l'ibridazione riparte da zero ad ogni generazione.
Pertanto, l'altra specie parentale misteriosa è sempre stata sotto ai nostri
occhi: è il calandino stesso!
2 comments:
wow grazie!
Lovelly blog you have
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