venerdì 25 gennaio 2013

"Carpe cruciane" ed altri parassiti sessuali

Se, come penso, tra i lettori ci sono degli affezionati del cartone animato Sampei, qualcuno forse ricorderà una puntata in cui il giovane pescatore giapponese introduce in un acquario una femmina gravida di carassio (tradotto erroneamente come "carpa cruciana", dall'inglese "crucian carp") insieme ad una trota ed inspiegabilmente le uova si schiudono, nonostante non ci fossero maschi a fecondarle.
 Il racconto prosegue con Sampei che racconta l'accaduto alla gente del paese, che gli dà di bugiardo. Al che, Sampei ed i suoi amici si rivolgono ad un professore di biologia, il quale spiegherà che le uova sono state fecondate dalla trota e, ciononostante, i pesci neonati non sono ibridi ma carassi al 100%. All'epoca, la mia reazione fu di spegnere la televisione, convinto di dover smettere di guardare cartoni animati giapponesi. Sennonché, anni dopo, scoprii con stupore che la storia è vera, nonostante una grossa inesattezza raccontata nel cartone. Andiamo per ordine. Il pesce in questione è Carassius gibelio, una delle tre specie di carassio introdotte anche in Italia. Esso, al pari di un'altra cinquantina di specie ittiche finora conosciute, ha una peculiarità: le femmine possono accoppiarsi con specie imparentate, come le carpe o altre specie di carassio, dando origine a prole non ibrida. Come si spiega questo fatto?
Carassio riconducibile alla specie Carassius gibelio
Il fenomeno prende il nome di ginogènesi ed è una delle varie forme di riproduzione esistenti che non richiedono fecondazione: lo spermatozoo serve soltanto a dare il via allo sviluppo dell'embrione, ma il DNA in esso contenuto viene espulso non appena entra nell'uovo. Pertanto, la prole avrà a tutti gli effetti un solo genitore: la madre. Tutte le altre specie conosciute di pesci ginogenetici sono unisessuali, sono cioè tutte femmine le quali, per riprodursi, sono obbligate a parassitare lo sperma di altre specie. Le popolazioni di carassio gibelio, invece, sono costituite da una certa percentuale di maschi, mediamente un 20%, i quali possono accoppiarsi normalmente per dare origine a prole con due genitori. In teoria, per fondare una popolazione di Carassius gibelio è sufficiente introdurre una sola femmina, laddove siano presenti altre specie in grado di attivare le uova, come le carpe. Pertanto, attenzione a quello che si fa e non dimentichiamoci mai che qualsiasi introduzione di pesci non autorizzata in acque pubbliche è proibita. Resta il fatto che, per quanto la natura abbia sempre in serbo sorprese incredibili, mai e poi mai il carassio di Sampei avrebbe potuto accoppiarsi con una trota...

Per quanto bizzarra possa apparire questa faccenda, in Europa abbiamo a che fare con un caso senz’altro più complicato, che tentiamo di riportare qui sotto, in forma leggermente semplificata ai fini della comprensione.
Iberocypris alburnoides (Foto da Wikipedia)

Il calandino (Iberocypris alburnoides) è un piccolo ciprinide diffuso nelle acque della penisola iberica. Fino a poco tempo fa si riteneva che questa specie avesse un'origine ibrida, cioè che si fosse formata dalla fusione di due popolazioni appartententi a specie diverse: il cavedano iberico (Squalius pyrenaicus) e un'altra specie misteriosa, presumibilmente estinta da lungo tempo. Le popolazioni di calandino sono costituite quasi esclusivamente da femmine (solo al limite sud dell'areale si trovano maschi) che si riproducono ibridandosi con la presunta specie parentale, il cavedano iberico. Laddove i maschi esistono, questi si accoppiano con le proprie femmine, oppure anch'essi con il cavedano, dando luogo a ibridi fertili. Studi recenti suggeriscono tuttavia che la specie non abbia di per sé origini ibride: il fatto è che la maggior parte delle popolazioni sono composte da ibridi “calandino x cavedano”, ma le femmine ibride, tuttavia, danno luogo a uova non ibride, calandino al 100%, dato che il DNA del cavedano viene ignorato e si ha ginogenesi: in sostanza, l'ibridazione riparte da zero ad ogni generazione. Pertanto, l'altra specie parentale misteriosa è sempre stata sotto ai nostri occhi: è il calandino stesso!




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