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sabato 1 aprile 2017

Paperfish chiude



Paperfish e' un hobby che mi ha insegnato molto, ma e' arrivato il momento di voltare pagina.

Non riesco piu' a trovare il tempo (o forse solo lo stimolo) per continuare a scrivere.

Smetto e basta (forse).

martedì 13 agosto 2013

Uno, nessuno, CENTOMILA



Uno,

Nessuno, 

100.000 visitatori da Giugno 2010, quando il blog e' stato creato

Una media di 33.000 visitatori all'anno non sono molti, ma sono pur sempre oltre 2500 persone al mese (in media) che hanno potuto leggere informazioni nuove e contenuti originali.
In realta' ultimamente le visite sono molto di piu', verso le 3000 al mese con picchi storici da oltre 4000 visite. Lo so, sono un niente nel panorama globale di internet.

Pero' va tutto rapportato, Paperfish si rivolge a poche persone (per via della lingua) con un interesse specifico (per via degli argomenti) e insomma non va niente male per quello che fa. Non facciamo pubblicita', non facciamo spam, non parliamo di casi di attualita', non facciamo polemica gratuita e neanche mettiamo tette e culi per alzare il numero dei lettori ad ogni costo.

89 post pubblicati (con questo 90) di cui certo una parte riguarda il blog e le sue funzioni, o perfino le opinioni personali di chi scrive, ma la maggior parte ha un forte connotato scientifico e divulgativo.

Tutto questo grazie a due studentelli.
Un  paio di signor nessuno, senza dubbio, ma che se non altro hanno colmato un bel vuoto nel panorama della rete e dell'informazione disponibile in Italiano.

Quali sono le cause di questo relativo successo?

Non sarebbe molto modesto dire che e' merito nostro, del nostro talento. Ma di sicuro in parte lo e', e non vedo perche' non riconoscere il frutto del sudore della nostra fronte.

Sicuramente in parte e' anche dovuto al fatto che non c'era (e non c'e') una fonte d'informazione relativa alla fauna ittica e all'ecologia e gestione delle acque dolci, in Italiano, accessibile a tutti e gratuita. Se si esclude ittiofauna.org, dove almeno ci sono schede sui pesci molto ben fatte, anche se focalizzate solo sulla tassonomia.

Non per ultimo, forse anche grazie al numero di cattiva informazione propagata negli anni da altre fonti. E' piu' facile essere bravi quando l'unico paragone e' il peggio.

Cosa manca?

Manca una discussione piu' allargata e piu' partecipata.
Certo, un blog non e' per forza lo spazio piu' adatto per discutere, ma i commenti sono pochi e ancora meno sono quelli che sviluppano una discussione interessante e costruttiva. Non so ancora come fare a cambiare le cose, o se questa sia la piattaforma adatta. Ma ci sto pensando.



Manca una pluralita' di voci tra gli autori.
Cioe', in sostanza, mancano altri autori. Che sono importanti, almeno se si vuole che un blog come questo non si riduca ad essere solo una soapbox in  Hyde Park. Nel caso aveste idee o voleste proporvi per scrivere qualche articolo (anche in cooperazione) contattateci alla mail del blog (paperfishbiologyXYZ@gmail.com, togliendo le lettere antispam XYZ).

Manca anche di affrontare qualcun altro dei problemi reali del mondo dei pesci e della pesca.
Non dico cose come la spazzatura sulle sponde o il bracconaggio ma piuttosto altri temi caldi che riguardano di piu' la sfera ecologica e meno quella sociale. Come interazione tra specie, ripristino e gestione, magari anche un po' di ecotossicologia.

Piano piano, ci arriveremo.

lunedì 24 giugno 2013

Sampei - le 10 cose che parevano inventate ed invece... (parte seconda)

Carpe spaziali! Avrebbe gridato Goldrake se fosse andato a pesca.. (Immagine @ Mobygames)

A volte serve davvero staccare un po' dalla serieta' e dal lavoro.

Ultimamente sono rimasto parecchio sotto pressione, lavorando anche alla sera e nei weekend per elaborare un grosso progetto europeo.

In piu' in cantiere ci sono altri post pieni di informazioni e non sempre facili da leggere e digerire. Dopotutto imparare costa fatica e non ci sono sempre facili scorciatoie.
A volte occorre rilassarsi, e questa e' una di quelle volte.

Nella scorsa puntata abbiamo visto le prime 5 cose di Sampei che parevano inventate ed invece sono vere (o quasi). Ora andiamo a fare il pieno del resto.

6 - Il pesce dei sogni

Nell'episodio 36 ("il mostro della vecchia palude"), Sampei riesce a guadinare, dopo la solita lotta e chissa' quante madonne, un pesce incredibile.


Come dicono i soliti  pensionati pescatori onnipresenti nei cartoni di sampei e pronti a consigliare come organizzare il cantiere pescare meglio: "ha la testa di un coccodrillo e il corpo e' quello di un pesce".

Come dice Sampei, "e' stupendo che esistano pesci che non conosciamo!" Ma parla per te, rEgazzino.

Lo avrete gia' indovinato, si tratta di un alligator gar, Atractosteus spatula. O luccio alligatore.Un pesce originario degli stati uniti e il piu' grande rappresentante della famiglia dei Lepisostei.

Alligator gar (@ Wikimedia commons)

7 - Le carpe cosmiche

Episodio 39, in pieno periodo LSD dell'autore (fateci caso, un sacco di episodi con robe strane uno attaccato all'altro). Sampei ed il nonno Ippei si cimentano con la pesca delle carpe spaziali, guidati da un tizio con un cappello buffo e le pupille talmente dilatate che ha gli occhi di uno squalo.

Un tizio davvero credibile, no?



Ma torniamo alle carpe cosmiche. Queste sarebbero carpe con il corpo trasparente, che si vede tutto dentro.

No, non esistono carpe o carassi dalla pelle trasparente, anche se alcune mutazioni di pesci rossi sono particolarmente decolorate.
In compenso esistono parecchi pesci, di parecchie famiglie diverse, che sono quasi perfettamente trasparenti.




8 - Il takitaro

Negli episodi 14, 15 e 16 Sampei va a pescare un pesce chiamato takitaro. Una specie di salmerino gigante che vive in un crepaccio idrotermale in fondo al lago.

Beh, come in altri casi anche qua c'e' un fondo di verita'.

Esiste davvero un lago chiamato Otori (Otori-ike) in Giappone, si trova davvero sulle montagne e per di piu' si e' formato davvero in seguito ad una frana che ha bloccato un fiume. Proprio come accennato negli episodi.

Vuoi vedere che anche il takitaro esiste davvero?
E infatti, pesci simili ai salmonidi ma di dimensioni eccezionali sono la norma nel folklore locale. Questi pesci sarebbero stati avvistati piu' volte, pescati ed anche filmati da una tv locale (filmato che non sono riuscito a trovare). E ce ne dovrebbe essere piu' di uno. Non solo quello che Sampei ha perso nel crepaccio.

Come al solito le ricerche effettuate hanno portato a risultati poco conclusivi. La popolazione del lago, composta da salmerini di fonte, trote iridee, dolly varden (un altro salmerino del pacifico) e salmoni masu non sembra capace di produrre individui giganti.

L'ipotesi piu' accreditabile e' che nel lago vi sia una piccola popolazione di Ito (Sakhalin trout) cresciuti a (s)proporzione. Ma c'e' un solo modo per scoprirlo, organizziamo un viaggio?


9 - l'Ayu

L'ayu e' un pesce della famiglia degli sperlani. Roba che in Italia non abbiamo ma che all'estero fa andare tutti matti. Sono pesci che vivono poco (in generale 1-2 anni massimo) e compiono migrazioni riproduttive, in questo caso dal mare ai fiumi. 

Ayu (@ Wikimedia commons)

Non solo esiste ma anche in questo caso si pesca davvero come mostrato nel cartone.

La tecnica si chiama ayu-no-tomozuri e prevede l'utilizzo di un pesce vivo come esca che provochi la reazione territoriale di altri pesci. Scontrandosi questi ultimi rimangono impigliati negli ami che compongono la montatura.





10 - Solo leggende

Nell'omonimo episodio, il numero 38, Sanpei ha la brillante idea di andare a pescare in un posto chiamato "la palude dei mostri" dove sono spariti molti pescatori, cosi' perche' gli gira.

Il mostro esiste veramente ed e' una salamandra gigante del Giappone (Andrias japonicus) o hanzaki. E' una salamandra molto longeva che arriva quasi al metro e mezzo di lunghezza.

Un samurai lotta contro una salamandra gigante (@ Wikimedia commons)

Mostro mitologico anche nel folklore Giapponese, era all'epoca un anfibio abbastanza in pericolo di estinzione. Esemplari di questa specie (e della specie molto simile che vive in cina) si potevano trovare in tutti i principali acquari e non mi dimentichero' mai quando l'ho vista per la prima volta dal vivo.

Tra l'altro e' anche l'unico (che io sappia) anfibio resistenti alle infezioni fungine che hanno mietuto vittime nelle popolazioni di mezzo pianeta.

BONUS

11 - Il pesce mangia anatroccoli


Nell'episodio 30 Sampei pesca un siluro usando come esca un topo vivo, portato al largo con un sistema di angurie scavate e galleggianti, e usando una mucca per tirare fuori la bestia. Un sistema abbastanza complicato per tirare fuori quel pesce, che si stava mangiando gli anatroccoli della solita bambina stracciamarr "simpatica" giapponese.

Niente, con buona pace di tutti, il "namazu" della tradizione popolare giapponese si mangia davvero gli anatroccoli, ma anche uccelli molto piu' grandi.



Di storie ce ne sarebbero anche altre da raccontare. C'e' quella di Sanpei che si batte per costruire dighe sui fiumi, quella del kokuren, del pesce arabescato, del serpente barzotto, quella dei due o tre episodi ripetuti etc. Magari un domani...


lunedì 3 giugno 2013

Sampei - le 10 cose che parevano inventate ed invece... (parte prima)


Quando si parla di pesca e vintage non si puo' non parlare di Sanpei. Un cartone animato che ha segnato la mia generazione e condizionato le passioni di molti pescatori in Italia.

E ci e' andata bene, che se ci facevamo condizionare da altri cartoni a quest'ora eravamo dei bombati di steroidi che cercano di far esplodere teste a cazzotti. Oppure staremmo costruendo robot giganti nelle nostre basi sottomarine.
Ci e' andata bene, vi dico.

Ai francesi l'hanno tradotto come Paul le pecheur, che piu' gianfransua' di cosi' si muore. Ci e' andata di lusso.

Tutto nasce da un manga di Takao Yaguchi ('73-'83) chiamato Tsurikichi Sanpei (Sanpei, entusiasta pescatore), poi trasformato in serie TV (109 episodi trasmessi in Italia a partire dal 1982, a tempo record appena finita la trasmissione in Giappone) ed infine nel 2009 anche in un film diretto da Tsunehiko Watase.

Nel cartone Sanpei, un precisino della fungia traslato nella pesca, va in giro per il Giappone (e il mondo) pescando i pesci piu' grandi sotto al naso di gente che ha cercato di prenderli per una vita. Invece di affogarlo di solito diventa amico di tutti. E' un cartone, ovviamente, ma c'e' qualcosa di vero?

In parte grazie alla fantasia dell'autore ed in parte grazie alla traduzione in Italiano siamo cresciuti con un concentrato di mito e leggenda, distillato in un cartone. Oggi andiamo a vedere quanto c'e' di vero in 10 elementi portanti del cartone.
In due puntate da 5 l'una.


1 - Sampei

Sampei nella versione originale si chiamava Sanpei, con la enne. Ma si sa, in Italia era il momento di Bigbabol e Bigfrut, vorrai mica lasciare il nome cosi' com'e' che poi i bambini si impressionano pensando ad un santo pescatore e si confondono con Sanpietro.


E' cosi' che i traduttori (lo studio ARIZONA), magari presi dalla fretta di consegnare il tutto in tempo, oppure per effetto di caffeina ed altre drogucce assortite si prendono la prima grande liberta'. Cambiano il titolo in "Sampei, il ragazzo pescatore" e buonanotte.

Come vedremo non sara' l'ultima delle liberta' che si prendono.

Pero' l'intero concetto di Sampei e' comunque ispirato ad una storia vera. Il sig. Yaguchi aveva veramente un nonno ed un migliore amico ai quali si e' ispirato scrivendo il cartone, la zona dove abita Sampei (vicino al monte Kanmuri) esiste davvero ed e' (piu' o meno) come si vede nel cartone, la maggiora parte delle tecniche di pesca adottate sono vere o almeno verosimili.


2 - Il matsugoro

Il matsugoro (episodi 40-42) esiste davvero,

un perioftalmo della malesia (@ Wikimedia)

ma nonostante il nome giapponeseggiante non si chiama davvero matsugoro ma piuttosto mutsugoro (con la U) oppure ancora meglio tobi-haze (che vuol dire piu' o meno ghiozzo aquilone, in giapponese). Matsugoro (ma anche mutsugoro) sono in realta' cognomi giapponesi, che ovviamente non c'entra niente con i pesci, altra liberta' dei nostri traduttori, ma questa volta passi.

Questa famiglia di pesci anfibi, chiamati anche perioftalmi, e' diffusissima nelle piane di marea di tutta l'asia, anche se alcune specie sono in pericolo di estinzione.

E non solo esistono, lo pescano davvero cosi' come abbiamo visto nel cartone. Giuro.


 3 - L'itou delle paludi

Nel cartone (episodi 24-26) e' un pesce della famiglia dei salmonidi che vive nelle paludi di Kushiro, in Hokkaido. Quello che Sampei e Yachibonz riescono a prendere, dopo una dura lotta, e' lungo un paio di metri.

Intanto le paludi esistono davvero, e sono davvero a Hokkaido. Niente male come inizio.

In piu' le paludi ospitano il pesce d'acqua dolce piu' grande del giappone, l'Ito o Sakhalin taimen (Hucho perryi). Bingo!
Sakhalin taimen (@ Wikimedia)

E per quanto riguarda le misure? Beh il record IGFA si assesta miseramente sotto ai 10 kg ma un record non ufficiale riporta 2 m  e 10 cm per un esemplare catturato nel 1937 proprio in Giappone. Un fondo di verita' nella leggenda del cartone o un bagliore di speranza per i nostri viaggi futuri?

4 - Le carpe cruciane

No vabbe', su queste c'e' gia' il buon articolo del Dr. Skazz. Andatevelo a leggere.

5 - Il pesce diavolo 


Nell'episodio 29 Sampei e suo nonno vanno a bracconare scazzoni di notte con la fiocina, ma incontrano una ragazza che cerca di prendere uno scazzone di dimensioni eccezionali e con le corna di un diavolo. Perche' potrebbe farne una medicina per salvare il padre morente. E poi ti chiedi perche' si estinguono i rinoceronti o gli squali sono a rischio...


Anche qua un pastrocchio di traduzione. Kajika in Giappoonese indica i pesci della famiglia degli scazzoni (in particolare Cottus pollux, quello che pescano in quest'episodio), cioe' i cottidi. Non i pesci gatto, come vengono chiamati nell'episodio. Ma all'epoca non avevano neanche wikipedia.

Cottus kazika e' la cosa che si avvicina di piu' al pesce diavolo che cercano di catturare per tutto l'episodio. Non ha le corna e non caccia infilzando i pesci con esse. Che io sappia non esistono cottidi con le corna nei fiumi giapponesi, di pescatori con le corna in compenso...

E' davvero lungo fino a 30 cm ma non e' raro, anzi e' abbastanza comune. Almeno forse se la cava.

La seconda parte di questo articolo e' ora pubblicata!

Ringraziamenti:
Mi pare il minimo segnalare il blog http://voingiappone.wordpress.com/ su cui ho ritrovato l'immagine e il video della pesca al matsugoro, dopo averlo visto su facebook e perso per mancanza di prontezza a prendere nota.

mercoledì 17 aprile 2013

Disinformazione: adesso basta!!!


Nel far west si vendeva l'olio di serpente per guarire da tutti i mali. Oggi e' cambiato qualcosa?

Non scrivo frequentemente pezzi d'opinione ma oggi e' diverso.

Oggi e' arrivato il momento di dire basta..

Il mondo di oggi e' un mondo difficile, ma dopotutto non e' molto diverso dal mondo di ieri, o dell'altroieri. No, non si stava meglio quando si stava peggio, ma certe logiche ricorrono immutate nel tempo. Sono parte intrinseca dell'essere umano.

Quando arriva una crisi, un disagio, che colpisce una fetta della popolazione ecco arrivare anche chi di questo cerca di approfittare, come un avvoltoio. A volte gli approfittatori non esitano ad alimentare il disagio; perche' piu' disagio equivale a piu' esasperazione e piu' "business".

Il modo piu' semplice per approfittarne e' trasformare un sentimento in un ritorno economico. Una trasmutazione degna del miglior alchimista, ma tutt'altro che semplice. Richiede un talento che quasi
non si piu' fare a meno che ammirare.

Quasi.

lunedì 1 aprile 2013

Il pesce dei miracoli


Eureka priapis, olotipo

E' piuttosto recente la scoperta di una specie di pesce che abita le correnti dei fiumi della Nuova Guinea, una specie che cambiera' la storia del genere umano.

Questo piccolo pesce gatto e' rimasto pressoche' sconosciuto per anni e la storia della sua scoperta e' una storia fin troppo comune. Raccolto per la prima volta nel secolo scorso sul campo dal dr. Dick Swell durante una spedizione esplorativa viene descritto con alcune note relative alla zona di campionamento e poi conservato in alcool viene impacchettato assieme ad altri campioni per essere spedito.

Se ne perderanno le traccce fino a pochi mesi fa, giorno in cui, Brock Thatfrost, un giovane dottorando al museo di Londra incaricato di lavorare alle interminabili collezioni di campioni dimenticati non si rende conto di avere una tesoro per le mani.

mercoledì 12 dicembre 2012

Ho visto cose..la biologia dei mondi fantastici

All'eta' di circa 17 anni avevo gia' divorato qualche centinaio di romanzi di fantascienza. Scelta all'inizio dettata per lo piu' da questioni economiche, visto che si potevano trovare ottimi libri per pochi spiccioli, ma poi sfociata nell'amore di una vita.

Durante l'ennesimo viaggio estivo, in un'estate di quelle che ammorbidiscono l'asfalto, comprai l'ennesimo libro nell'ennesimo cestone delle offerte di un anonimo autogrill. Fu la svolta.

Come al solito si trattava del secondo libro di una serie (non si trovavano mai serie complete o i libri primi) e non gli avrei dato due lire dalla copertina. Ma dentro e' stata una rivoluzione, una completa ecologia aliena e la sua invasione del pianeta.


Era un libro del ciclo degli Chtorr, scritto nello stile un po' machista di David Gerrold e fermatosi al 4 volume. Li ho recuperati tutti negli anni successivi, tra una bancarella dell'usato e uno scambio.
E la passione per questo generre speciale non si fermo' la' ma piuttosto continuo' con altri libri di Niven, Aldiss, Vonnegut, Silverberg e molti altri. Solo molto piu' tardi scoprii che molti di questi autori si avvalevano della consulenza di scienziati serissimi, come il Dr. Cohen, con la passione per l'esobiologia.
E' una passione che e' continuata fino ad ora e che segretamente coltivo con regolarita'.

Come potevo resistere quindi, quando i ragazzi del Carnevale della Biodiversita' mi hanno chiesto di scrivere un post a riguardo? E come potete resistere voi a non leggere tutti gli altri post dei blog aderenti?

Ecco il mio racconto...

lunedì 22 ottobre 2012

Yes, I'm still alive


Si, lo so, il blog e' andato un po' a scatafascio.

Purtroppo ci sono momenti nella vita in cui uno deve fare delle scelte. Per quanto desiderato, il blog per me e' sempre stato un modo per occupare il tempo in maniera creativa. Un hobby che mi ha insegnato tanto e che mi ha fatto togliere qualche piccola soddisfazione, ma pur sempre un hobby.

Ma quando il lavoro (o meglio i lavori) occupa la maggior parte del tuo tempo rimane appena appena qualche ora al giorno per fare tutte le altre cose. E ci sono un milione di cose piu' importanti che aggiornare un blog.

Non voglio fare un elenco dei motivi (tutti validi, vi assicuro) per cui la voglia di aggiornare mi e' passata. Cosi' come non voglio trasformare il blog in una valvola di sfogo delle mie frustrazioni personali. Il blog ha parlato e parlera' solo di pesci, ecologia ed affini.

Il messaggio principale di questo post e': SI, SONO ANCORA VIVO.
Nonostante abbia dovuto aspettare di avere un po' di vacanza per trovare il tempo di scriverlo.
Ho ancora tante cose da dire, tante storie da raccontare e forse piu' di prima la volonta' di parlare degli argomenti che ho evitato per precauzione.

Quindi incrocio le dita e spero di riuscire a scriverne quanto prima.

martedì 13 settembre 2011

Salve a tutti!

Per prima cosa ringrazio Marco della bella presentazione, anche se ora chissà quali aspettative vi sarete creati...
Per completare brevemente il mio profilo, aggiungo soltanto che di formazione sono naturalista, laureato con una tesi triennale sul Cottus gobio (altrimenti detto "scazzone", in onore del quale il mio pittoresco nickname...) ed una specialistica sul gambero di fiume italico. Attualmente sono al primo anno di dottorato presso l'università di Girona (Spagna) ed il mio lavoro di ricerca è incentrato sugli effetti di siccità e regolazione idrologica sulla fauna ittica. Ma la realtà è che resto pur sempre poco più che uno studente appassionato di pesca.
Ho accettato con entusiasmo la proposta di Marco per contribuire, compatibilmente con le mie competenze e con il poco tempo a disposizione, allo sviluppo del sito, per cui eccomi qua. Seguo il blog ormai da tempo, perché conosco chi ci scrive e devo ammettere che, nonostante Marco sia solo un giovane ricercatore, la sua cultura in materia non solo ittiologica, ma ecologica e biologica in senso lato, non ha niente da invidiare a quella di tanti esperti più navigati, anzi.

A questo punto la smetto di annoiarvi e passo al primo post, visto che è qui bello che pronto, un po' lunghetto a dire il vero, spero comunque non troppo pesante.
Buona lettura!

Roberto Merciai - Dr. Skazz

Paperfish aveva bisogno di un'iniezione di vitalita'..Eccola!

E' arrivato il Dr. Skazz!

Come avrete sicuramente notato il numero e la frequenza dei post pubblicati negli ultimi mesi ha subito un drastico calo. Il motivo e' semplice: tanto e tanto lavoro.

Le idee non mancano ma spesso manca il tempo materiale di lavorarci e trasformarle in un articolo che sia decente. E come diceva sempre la mia mamma (e il Veca) o le cose le fai bene o meglio non farle.

A fine agosto dunque era arrivato il momento di prendere una decisione, lasciar perdere il blog o trovare un modo alternativo per continuare ad "erogare il servizio". 

Ho sempre perso tanto tempo a leggere e scrivere su forum specifici ma in quel periodo mi colpi' il messaggio di un ragazzo che conoscevo (e conosco) solo per via telematica.

Roberto e' un ragazzo che come me dopo la laurea e' "dovuto" emigrare all'estero per completare i propri studi di dottorato e con cui condivido molti interessi, soprattutto riguardo al mondo della pesca e dei pesci. Allo stesso tempo siamo in due paesi molti diversi (e diversi dall'Italia) e non tutte le nostre opinioni coincidono (per fortuna). Anche per lui pero' l'impegno del dottorato stava diventando pressante e ha preso la decisione di staccarsi dai forum per non perdere tempo prezioso.

Ed e' li' che ho avuto l'idea di fargli perdere tempo a contribuire a questo blog!

Vuoi per fortuna, vuoi perche' bene o male Paperfish e' un progetto libero e senza schema, Roberto ha accettato ed ora e' entrato a far parte della redazione. Ora finalmente il blog si arricchira' di un nuovo punto di vista e sono sicuro non potra' che migliorare.

Date anche voi il benvenuto al Dr. Skazz!

venerdì 6 maggio 2011

1+1 Buon compleanno PaperFish!


Esattamente un anno ed un mese fa inserivo il primo post in questo blog.

Di acqua sotto i ponti ne e' passata tanta e dopo oltre 80 post piu' o meno specialistici e' ora di tirare qualche somma.
Non esistono statistiche per i primi mesi ma da Giugno 2010 ad Aprile 2011 il numero delle visite mensili e' quadruplicato, segno (spero) che i contenuti sono apprezzati almeno da qualche lettore.
I proventi dell'esperimento con google ads hanno fruttato finora ben 2.85 euro, arrivati a 10 verranno donati ad un'associazione italiana che si occupa di tutela delle acque dolci e le pubblicita' completamente eliminate dal blog.

Quando sono partito non sapevo sinceramente cosa aspettarmi e forse non lo so tutt'ora. Posso solo dire quello che ho trovato finora lungo il viaggio.
Tenere un blog ed aggiornarlo con costanza e' un bell'hobby ma che richiede un bel po' di tempo, tempo che non e' sempre facile trovare specialmente quando altri impegni hanno la precedenza. Vorrei avere piu' tempo per scrivere articoli piu' interessanti e che spaziano di piu' tra gli argomenti ma sono fortunato a ritagliare il tempo che riesco, cosa che sarebbe difficile con altri lavori.
Approfondire argomenti diversi aiuta a formare una conoscenza a tutto tondo ma al contempo distoglie l'attenzione dalla mia ricerca, che al momento e' quella che paga il pane.

Nell'occasione della celebrazione del primo 1+1 anniversario, oltre agli auguri, e' bene ripromettersi di fare ancora di piu' e meglio perche' chi si ferma e' perduto.

P.S. Se qualcuno si stesse chiedendo come mai questo post esce con un mese di ritardo rispetto al compleanno la soluzione e' semplice: me ne sono dimenticato. Per quello che ho un blog e non un figlio..

martedì 12 aprile 2011

Le dimensioni contano - Carnevale della biodiversita' 3/6

Il nuovo logo del carnevale della biodiversita' disegnato da Rachel Barnacle. Bello no?


Questo post del carnevale va in onda in formato ridotto per venire incontro alla mia capacita' lavorativa. Quando ci sono troppe deadline all'orizzonte e lavoro che basterebbe per il prossimo anno da completare entro un paio di mesi non c'e' carnevale che tenga.

Almeno il numero dei blog partecipanti a questa edizione e' ulteriormente aumentato. Per vedere una recensione completa degli articoli pervenuti visitate il sito dell'amico Livio: Mahengechromis.

Potete leggere le puntate precedenti del Carnevale pubblicate su Paperfish a questi link: Carnevale 1/6 e Carnevale 2/6.

Dopo questa lunga serie di dovuti preamboli affrontiamo il tema centrale con il classico approccio di Paperfish, invece di dare le cose per scontate andiamo a controllare e a rifletterci su.

Le dimensioni contano?


"It's not the size of your worm, it's how you wiggle it"

Con buona pace di chi si e' comprato una nuova macchina ancora piu' grande o di chi tiene in casa delle mitragliatrici .50 ci sono cose piu' importanti delle dimensioni. Andiamo a vedere caso per caso quando contano e quando no ai fini della biodiversita'.

venerdì 1 aprile 2011

Pesce nucleare


Al di la' delle piu' catastrofiche previsioni si e' verificato qualcosa di terribile in Giappone.

La foto ritrae un esemplare di nuova specie catturato da alcuni pescatori pochi chilometri a nord della centrale di Fukushima. L'esemplare, trovato gia' morto, e' al momento sotto attenta analisi da parte di un gruppo speciale di scienziati giapponesi ma sembra presentare caratteristiche intermedie fra un pesce (probabilmente O. fasciatus) e un mollusco (probabilmente Hapalochlaena).

L'Oplegnathus fasciatus anche detto serrano striato e' un piccolo pesce molto comune in Giappone ed e' allevato per le sue carni. E' anche una preda popolare del rockfishing giapponese.

Il polpo dalle fasce blu (genere Hapalochlaena) e' un mollusco di piccole dimensioni che e' noto per la sua velenosita'. Si trova sparso lungo tutta la costa del giappone e non costituisce pericolo per i bagnanti che attacca soltanto quando si trova alle strette e minacciato.

L'ipotesi piu' probabile e' che una mutazione del genere potrebbe essere stata causata dai recenti guai al reattore di Fukushima a conseguenza del disastro naturale che ha colpito il Giappone. L'eta' della creatura in fotografia e' sicuramente compatibile con gli eventi recenti trattandosi di un esemplare molto giovane (non ha ancora sviluppato le caratteristiche fasce).
L'ipotesi, per quanto incredibile, potrebbe essere che sia il frutto di una mutazione indotta dalle acque radioattive provenienti dal raffreddamento d'emergenza della centrale  e dalle perdite di materiale radioattivo in mare che hanno in qualche modo stimolato una ricombinazione del genoma del polpo e del pesce fino a creare un ibrido senza precedenti tra le due specie.

Le autorita' giapponesi e gli scienziati che hanno preso in consegna questo campione consigliano le persone che ne dovessero rinvenire altri di porre particolare attenzione qualora ne volessero tentare la cattura: non e' ancora chiaro se le proprieta' velenose del polpo dalle fasce blu siano ancora presenti nel nuovo ibrido.Ogni esemplare recuperato deve essere consegnato immediatamente alle autorita' per ulteriori analisi.

Aggiornamenti su questa notizia appena possibile.

venerdì 25 marzo 2011

America contro Europa

I'm just playin' America, you know I love you...


Non c'e' niente da fare, fra lavoro regolare ed extra il tempo per tutto il resto e' talmente limitato che bisogna fare delle scelte. Visto che il blog e' solo un hobby e' il primo a farne le spese.

Siccome pero' manca un sondaggio in homepage da un paio di mesi mi sembrava giunto il momento di ritagliare 5 minuti ed introdurlo a dovere.

Tra le tante differenze che ci sono tra Europa ed America ce n'e' una che forse molti non conoscono: quella nel modo di scrivere e di spiegare le cose. E' un argomento su cui ho riflettuto parecchio scrivendo questo blog e cominciando per la prima volta a pormi il problema di come spiegare il mio lavoro a chi non e' del settore.

In Europa si scrive una storia che fornisce gli elementi per capire le frasi finali che sono il punto di arrivo. Molti dei post su paperfishbiology sono strutturati in questo modo.
D'altra parte ha senso logico non mettere il carro davanti ai buoi ma piuttosto seguire un filo logico che porti a capire da dove arrivano le conclusioni.

In America pero' la scrittura e' molto diversa: si va dritto al punto subito e poi si espande nelle righe seguenti. In questo modo si riduce innanzitutto la dimensione totale dei post e li si organizza con punti identificabili (idealmente i titoli dei sottoparagrafi). Inoltre si cattura subito l'attenzione del lettore sul messaggio principale, cosa che nei tempi di internet e della lettura "veloce" puo' fare la differenza.

Nella mia educazione e carriera mi sono stati richiesti alternativamente entrambi gli approcci, difficile dire quale sia il migliore anche se evidentemente tendo sempre a propendere inconsciamente per la regione in cui sono cresciuto.
E voi? Come vorreste fosse paperfishbiology? Americano o Europeo?
Esprimete la vostra opinione tramite il sondaggio in homepage ed aiutatemi a migliorare il blog.

martedì 1 marzo 2011

Ciao Marco

Oggi sono un po' melanconico e per forza devo dedicare un post al mio amico Marco.

Io e Marco non condividiamo solo il nome ma anche la grande passione per la pesca. Come me Marco si e' trasferito in Finlandia qualche anno fa in cerca di lavoro nel suo campo e come me (e come tanti altri) e' finito a lavorare in un ristorante come cameriere.
Ci siamo conosciuti la prima volta ad una partita di basket, grazie ad un amico comune, e dopo pochi minuti ci eravamo gia' messi d'accordo di fare qualche uscita a pesca insieme.

Grazie alla macchina della ragazza di Marco riuscimmo ad andare a pescare nei laghi che si trovano nelle foreste appena fuori dalla citta'. Ricordo ancora la prima uscita: al terzo lancio era gia' riuscito a perdere un'esca ma aveva tirato su il primo luccio della giornata prima di battere meta' lago. Una grande giornata, anche se poi la mappa si e' sciolta con la pioggia e siamo rimasti a girovagare tra paludi e zanzare fino a tarda ora.

Quando si e' sprovvisti di barca o di belly boat i laghetti nelle foreste sono il terreno migliore. Si macinano chilometri, si vedono posti fantastici e si prendono lucci anche se le taglie spesso non sono fenomenali.
Continuammo cosi' per tutta una stagione fino all'autunno quando Marco riusci' a fare qualche uscita in barca con un suo amico finlandese nel Baltico, provando per le prime volte il jerkbait con una canna che gli avevo prestato. Niente lucci da metro per quell'anno ma perca e persici abbastanza cattivi da buttarsi sui buster jerk.

Arriva la primavera 2010 e decido che e' arrivato il momento di comprare la barca. Lavoro extra e settimane di ferie buttate ma ce la faccio. Marco e' gentile e mi svergina la barca con il primo luccio sopra il metro. Con Marco e Andoni dividiamo bei momenti di vita e di pesca nell'arcipelago, compresa la disavventura di rompere l'elica e dover tornare in porto con mezzi di fortuna.

Nel frattempo inframmezziamo le uscite in barca con parecchie uscite in waders insieme ad Andoni. C'e' un grande spirito che ci accomuna ed ogni uscita e' divertimento, anche quando i lucci non cooperano. Ci si prende per i fondelli, si ride e si scherza, 3 persone accomunate dalla passione per uno sport che permette di vivere la natura a stretto contatto.
Io e Marco entriamo in acqua fino alla fine, quando la temperatura esterna e' ormai sotto lo 0 e quella dell'acqua ci si avvicina. Quando non ce la facciamo piu' si esce con la barca del suo amico finlandese, visto che il mio motore nel frattempo ha dato forfait. Neve vento e ghiaccio nelle baie non lo fermano e Marco infila il suo terzo pesce sopra il metro nel giro di qualche mese.
Oggi Marco parte per l'Italia con la macchina e un computer pieno di video di pesca da guardare durante la traghettata. La sua ragazza Nina e suo figlio Robin, nato da poco, lo raggiungeranno in aereo.
Torna in Italia per cercare di trovare un lavoro per cui ha studiato. Torna con tutte l'attrezzatura da pesca anche se nella sua regione non ci sono molte acque per il luccio, ma ormai ce l'ha nel sangue e sono sicuro che con la sua determinazione riuscira' a tirare fuori dei gran pesci anche dalle difficili acque italiane. Torna un pescatore con grande rispetto per il pesce e grande amore per il C&R.

Senza di lui le uscite a pesca non saranno piu' le stesse (e probabilmente comprero' meno esche).
Ciao Marco, in bocca al lupo per tutto! Ci vediamo presto!

sabato 12 febbraio 2011

Biodiversità e adattamenti, la lotta costante per il cibo e lo spazio - Carnevale della biodiversita' 2 di 6


"Se una soluzione e' stupida ma funziona non e' poi tanto stupida.." Ignoto

12 Febbraio 2011, Charles Darwin e' nato esattamente 202 anni fa.

E a me non sembra vero che siano gia' passati due mesi dalla prima edizione del Carnevale, il tempo vola davvero quando ti stai divertendo.

Nel precedente articolo avevamo dato uno sguardo alla biodiversita' in generale e ai suoi diversi significati.
Contemporaneamente mi ero anche reso conto dello spessore degli articoli redatti dagli altri blog che partecipano all'iniziativa (qui in una recensione sul blog L'Orologiaio Miope). Come se non bastasse altri due blog altrettanto interessanti hanno aderito all'iniziativa a partire da questa seconda edizione..

Insomma, la competizione e' alta e io non ho mai reso bene sotto lo stress della competizione.

Non sono l'unico a essere stressato dalla competizione, si potrebbe dire che anche in natura esistono sostanzialmente due modi di rapportarsi alla competizione: o la si perde o la si vince.
La realta' pero' e', come al solito, molto piu' complessa di cosi'. Proviamo insieme a vedere se si puo' riuscire a darne un quadro completo ma ancora capibile..


venerdì 14 gennaio 2011

Sondaggio del mese scorso



Il sondaggio del mese scorso sulla regolamentazione della pesca sportiva ha riportato un risultato abbastanza eclatante.

9 dei 14 votanti ritengono che la situazione sia disastrosa e completamente carente.
3 la ritengono parzialmente carente e comunque non sufficientemente applicata.
Soltanto 2 pescano in zone in cui ritengono la normativa ragionevole e funzionale.

Certo, son numeri che non fanno statistica ma potrebbe essere interessante ampliare il discorso nei commenti a questo post.

Fateci sapere cosa non va (anche in forma anonima) indicando chiaramente la zona a cui vi riferite e le ragioni per cui avete espresso il voto in quella maniera. Ovviamente vale anche per chi ritiene che nelle proprie zone l'amministrazione stia facendo un buon lavoro, bisogna individuare anche il buono e non solo il marcio.

Potrebbe nascerne una discussione interessante e potremmo tutti imparare qualcosa di nuovo.

lunedì 29 novembre 2010

I casi della vita..

Visto che in questo periodo sono in altre faccende affaccendato e non riesco a scrivere un post come si deve ho pensato di postare finalmente queste foto con un commento della stagione trascorsa.


Quest'estate ho investito molto tempo, denaro e risorse nella pesca e non penso di aver fatto un cattivo affare. Certo, ho dovuto fare un lavoro extra per recuperare le finanze necessarie o lavorare anche nei giorni festivi al dipartimento ma direi che ne e' valsa decisamente la pena.
Ho avuto anche la fortuna di pescare con amici con la A maiuscola con i quali la pesca e' addirittura piu' divertente ed interessante. Abbiamo avuto un bel po' di avventure, ma tutto sommato ce la siamo sempre cavata. Soprattutto abbiamo passato tanti bei momenti sopra e dentro l'acqua, ed e' questo quello che conta di piu'.

Ora che il mare e' completamente ghiacciato, il motore e' in cantina per riparazioni e per fortuna la barca e' in secca al sicuro possiamo tirare le somme di una bella stagione. E lo faremo con una cena, perche' a pancia piena siamo tutti piu' contenti.

Di tutte le cose che ci sono capitate quest'anno sicuramente una delle piu' bizzarre e' stata quella ritratta in foto. Dopo un lancio e le prime jerkate un banco di pesciolini in fuga fuori dall'acqua mi fa ben presagire un attacco imminente.
Invece dell'attacco, una volta recuperato l'artificiale, ecco la sorpresa. Un alburno e' riuscito ad infilarsi nello split ring dell'ancoretta di coda e ad incastrarsi, probabilmente nella foga della fuga( :D ).
Anche questo pesce, che ha provato in tutti i modi a suicidarsi, e' riuscito ad andare via illeso. Quest'anno non ho trattenuto nessuno dei pesci che ho catturato con la canna, tranne quelli che ho preso durante un campionamento per lavoro.

Ma questa e' un'altra storia...

venerdì 26 novembre 2010

Carnevale della biodiversita'

Come avrete notato questa settimana non ho pubblicato articoli. La prima ragione e' che il carico di lavoro all'universita' e' decisamente aumentato con l'arrivo della stagione invernale, la seconda ragione e' che sto preparando alcuni articoli con tema particolare per due diversi progetti.
Uno e' quello del Carnevale della Biodiversita'.

L'anno che volge al termine e' l'anno internazionale della biodiversita'per festeggiarlo sono stato tirato per i capelli ehm arruolato a forza ehm gentilmente invitato da Livio di Mahengecromis a partecipare a questa iniziativa molto interessante.

Si tratta di una serie di blog con tema naturalistico, in italiano, che ospiteranno a turno articoli con diversi temi incentrati sulla biodiversita' e la sua conservazione. L'idea in questo modo e' di continuare, sulla tradizione di altri anni internazionali, a mantenere vivo un tema per noi decisamente importante.

Qui di seguito il bando completo:



Il Carnevale della Biodiversità

Il 15 Dicembre c.a., a conclusione del 2010, anno internazionale della biodiversità, partirà un'iniziativa tra i più prestigiosi blog italiani di Storia Naturale per continuare a sottolineare l'importanza del tema in oggetto, sia all'interno della comunità scientifica sia tra il pubblico.

La prima edizione del Carnevale della Biodiversità avrà come tema:

“INFINITE FORME BELLISSIME”,

domenica 3 ottobre 2010

Ghoti/Gothi - Conference

Il sottoscritto in un convegno internazionale, l'anno scorso, per fortuna la sala non era completamente vuota..

Essendo impegnato con altro non ci sono stati molti aggiornamenti sul blog ultimamente, ne' ce ne saranno la settimana prossima visto che sono in trasferta per un convegno..

Pertanto oggi post minimale e piu' ironico che altro.

Avete presente cosa sono i gothi?