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mercoledì 22 maggio 2013

La pesca ricreativa e il suo impatto sulla natura





La pesca sportiva e' una delle attivita' umane con origini piu' antiche.

Le sue origini sono collocate nel Paleolitico (40.000 anni fa) da reperti archeologici. Ovviamente a quel tempo la pesca era un'attivita' rivolta esclusivamente all'alimentazione ed effettuata con tecniche rudimentali.

Tecniche che non erano limitate a reti, arpioni o altro ma che svilupparono gia' circa 20.000 anni fa ami e lenze. Queste ultime si sono evolute nei millenni; il primo resoconto storico della pesca intesa come attivita' ricreativa risale al 1496.

Oggi la pesca sportiva (cioe' non effettuata come lavoro) si e' evoluta non solo nei materiali, ma anche nell'etica. Negli ultimi 10-20 anni una piccola porzione di pescatori rilascia il pescato invece di trattenerlo.

Vista la mole di praticanti, l'indotto e il valore sociale della pesca possiamo tranquillamente dire che si tratta di un'attivita' importante della sfera umana. Una ragione in piu' per interrogarsi sulle conseguenze che essa ha sull'ambiente.

Che impatto ha la pesca sulla natura? E quanto incide in rapporto ad altre attivita' umane?

mercoledì 31 ottobre 2012

Pesca fantasma




No, non stiamo parlando di storie dell'orrore, anche se non e' un caso che l'articolo venga pubblicato in concomitanza con Halloween. E in un certo senso comunque e' un argomento che fa una certa sensazione.

La pesca fantasma, o ghost fishing in inglese, e' un termine che si riferisce specificamente alle attrezzature da pesca che, una volta smarrite, continuano a catturare pesci (ma non solo).

E' un problema che la grande maggioranza della gente comune ignora, e che addirittura viene ignorato anche dai pescatori stessi.

lunedì 26 aprile 2010

Intervallo



Intervallo. O forse no.

Volevo un argomento leggero, tanto per staccare, e invece mi sono ritrovato a scrivere di uno dei piu' grossi problemi mondiali.

Overfishing. Cioe' il fatto che negli ultimi 100 anni abbiamo aumentato esponenzialmente la nostra capacita' di raccogliere pesce dal mare fino a far collassare gli stock delle prede piu' importanti. Cioe' rendersi conto che i 2/3 del pescato sono buttati (morti) perche' la pesca non e' selettiva. Cioe' rendersi conto che un ritmo del genere non e' sostenibile e rischiamo un collasso completo dell'ecosistema marino.

Produciamo abbastanza cibo da nutrire tutta la popolazione mondiale ma poco meno di 1/6 di essa (1 miliardo di individui) muore comunque di fame. Perche?Distribuzione ineguale.
Piu' o meno il discorso del pesce d'allevamento contro il pesce catturato nei mari.

Fish farming. Generalmente effettuato dando da mangiare sfarinati di pesce o di pollame. Nonostante i tassi di conversione molto elevati (anche 2,5:1) si tratta sempre di convertire una risorsa naturale in una artificiale, con relativa perdita.
L'idea di base e' la stessa della pesca intensiva (e dell'industria e dell'agricoltura etc.) cioe' che si cerca di fornire un prodotto a un prezzo sempre piu' basso.
Il problema e' che con questo sistema non si nutre la maggior parte della popolazione come sarebbe naturale credere ma si finisce soltanto per sovrasfruttare le capacita' dell'ambiente. In parole povere prendere acciughe in Argentina per fare salmoni pregiati in Norvegia.

Solo 4 note per cominciare a riflettere..