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lunedì 21 settembre 2015

Le dimensioni contano? e se si' quanto?



Quando devi misurare e taggare centinaia di lucci in una giornata non si puo' andare tanto per il sottile..tanto che questa foto venne rifiutata per la pubblicazione su Esox World

Peso = 0.002426 * (Lunghezza * Circonferenza)^0.974

Sto dando i numeri? Forse si'...
Meglio cominciare la storia dall'inizio

A luglio del 2012 contattai Steve Rowley a riguardo del suo editoriale che parlava di pesare inveceche misurare i lucci, appena pubblicato su EsoxWorld. Al tempo ero disperso a lavorare sul campo in Lapponia, quindi dopo un paio di e-mail la cosa fini' li'.

Ma il mio interesse era destinato a ridestarsi ancora, dopo aver letto l'articolo di Neville Flicking, apparso sul numero 13 della stessa rivista, a neanche un anno di distanza. Era un articolo sulla stessa linea dell'editoriale, ma con un sacco di battute in piu' ai danni di chi misura i lucci.

Cosi' mi decisi a scrivere un articolo di risposta, che venne pubblicato sul numero successivo, per spiegare come mai peso o misura contino solo relativamente. Anche alla luce di un mio lavoro che era appena stato accettato per la pubblicazione.

La maggior parte dei pescatori sono interessati a stabilire la taglia delle loro catture, e' una questione di gratificazione personale (anche se a volte si tratta di "celolunghismo"). Mentre in paesi come l'Italia il confronto tra catture (e pescatori) viene fatto a colpi di misure di lunghezza, ci sono altri paesi (tra cui la Finlandia e l'Inghilterra) dove e' consuetudine pesare le catture.

Per capire quanto questo sia frutto di consuetudine basta pensare al caso del bass, che negli Stati Uniti viene pesato e di conseguenza detta tradizione per tutti gli altri paesi (Italia inclusa, in controtendenza con le altre specie). Alle volte si estremizza, forza della tradizione, pesandolo in libbre perfino dove impera il sistema metrico.

Ma quindi ha senso misurare o pesare il pesce?

lunedì 16 dicembre 2013

Attacchi agli umani


Poco piu' di un'escoriazione in via di guarigione, ma chi sara' stato?

Lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate in acqua!!!

Scherzi a parte, oggi parliamo di eventi rari, anzi molto rari. 
Avete mai sentito parlare di leggende di pesci enormi che attaccano cani ed a volte bambini? (praticamente ogni episodio di River Monsters...)
Beh, come in ogni leggenda c'e' un fondo di verita' anche queste storie qualcosa di vero potrebbe esserci....

Eh niente, c'erano post un po' piu' solidi in cantiere ma cosa volete, e' la fine dell'anno e c'e' tanto altro da fare. Tutto rimandato dunque, e invece vi cuccate un post sugli attacchi dei pesci d'acqua dolce agli umani.
Si, lo so, non e' esattamente adatto al periodo e sicuramente non fa molto spirito natalizio, pero' ho raccolto un buon numero di casi durante gli anni e dopo una discussione avuta di recente mi e' sembrato che fosse arrivato il momento di pubblicarli.

- Attenzione, il post contiene immagini di morsi vari su parti umane. Nonostante abbia selezionato i casi meno truculenti ne sconsiglio la visione ai deboli di stomaco -

lunedì 11 novembre 2013

Nuove specie di esox? - Terza parte (genetica)


Un'illustrazione inglese del 1862-1865 raffigurante un luccio ed inclusa nel testo "History of the Fishes of the British Islands" di Jonathan Couch

Questo articolo e' l'ultimo della serie di 3 dedicata alle specie di esox italici (qui la prima e qui la seconda puntata che consiglio di leggere prima di proseguire nella lettura) e il penultimo che pubblichero' riguardo al luccio per il 2013.

Quindi tirate un sospiro di sollievo, che c'e' qualcosa di diverso sul menu' :)

Nelle ultime due puntate abbiamo visto come esistano alcuni dubbi in merito alle livree ed ai caratteri meristici (pori e squame) che distinguono le nuove specie di Esox. Oggi andiamo a vedere quelle che sono sicuramente le basi piu' solide di queste descrizioni: quelle genetiche.

Inoltre andremo a vedere qual'e' il panorama internazionale riguardo alla definizione di specie e quali sono state le ripercussioni nei media e nell'ambiente scientifico di queste descrizioni.

Infine faremo qualche considerazione, per la verita' empirica e generale, riguardo alla conservazione della specie.


lunedì 28 ottobre 2013

Nuove specie di esox? - Seconda parte (meristica)


Questo post e' la seconda parte di una serie di tre. Vi invito a leggere la prima parte, se non l'avete ancora fatto, prima di proseguire nella lettura.

Oggi andremo a vedere le altre caratteristiche morfologiche proposte da Lucentini e Bianco (oltre alla livrea) per la distinzione della/e nuova/e specie di Esox dell'Italia.

La discussione di oggi si sviluppa soprattutto su caratteri meristici, cioe' cose che si possono contare in maniera continua sul corpo dei pesci. In particolare si tratta di pori mandibolari e di squame lungo la linea laterale.
Soffocate gli sbadigli, non e' cosi' terribile come potrebbe sembrare! :)


mercoledì 16 ottobre 2013

Nuove specie di esox? - Prima parte (livrea)


Autunno tempo di lucci.

Quindi tempo anche di pubblicare tutti gli articoli sul luccio che sono rimasti per troppo tempo in coda di pubblicazione.

Questo in particolare e' un articolo che non ho voluto pubblicare all'epoca in cui l'ho scritto (nel 2010). Infatti a quel tempo era in atto un acceso dibattito, non solo all'interno dell'ambiente dei pescatori ma anche in seno all'AIIAD (l'associazione italian ittiologi aque dolci). Dibattito in cui non ho voluto partecipare piu' di tanto all'epoca e a cui non vorrei piu' di tanto partecipare adesso. Unica eccezione ovviamente i commenti a questo articolo, dove speriamo si possa sviluppare una discussione.

E' piuttosto recente (in termini scientifici) la pubblicazione di un nuovo articolo che parla del luccio in Italia. Questo articolo definiva una nuova specie di luccio, basandosi su caratteristiche morfologiche: Esox cisalpinus. Poco dopo un'altro articolo sullo stesso argomento e' stato pubblicato sulla rivista open access PloSOne. Quest'ultimo articolo si riferiva per lo piu' a basi molecolari ed anch'esso definiva una nuova specie: Esox flaviae. Infine un altro articolo che conferma la prima pubblicazione, ma da parte dello stesso autore.
I due autori, data anche la vicinanza dei tempi di pubblicazione, sono entrati in conflitto, con alcuni risvolti etici. Conflitto in cui non voglio assolutamente entrare.

Con questo articolo voglio invece cercare di analizzare quelle che sono le recenti proposte di suddivisione in specie del luccio, mantenendo la concentrazione sui fatti piuttosto che sulle opinioni. L'intenzione e' di fare un riassunto della situazione tassonomica e portare alcune considerazioni derivate da dati personali. L'obbiettivo, ambizioso lo ammetto, e' di fare una guida completa a riguardo, che possa diventare un punto di riferimento per discussioni e valutazioni non solo divulgative.

Data la lunghezza dell'articolo ho dovuto dividerlo in 3 parti potete trovare qui la seconda parte e qui la terza.

mercoledì 2 ottobre 2013

Luccio - una storia lunga milioni di anni


Circa 100-66 milioni di anni fa, nel continente Americano, che proprio allora si stava separando dall'Eurasia, viveva un pesce molto simile al luccio che conosciamo oggi. Ma non il luccio europeo che abbiamo spesso visto su queste pagine, bensi' un luccio americano, o pickerel.

Come facciamo a saperlo?

Come per tante altre specie, abbiamo trovato dei resti fossilizzati. Una piccola parte della mandibola recante i denti che, ad un'analisi accurata, e' stata attribuita al genere Oldmanesox canadensis (luccio canadese dell'Oldman), dal nome della formazione in cui e' stato ritrovato. E, piu' o meno in contemporanea, Estesesox foxi dello stesso periodo ma proveniente dal Wyoming, anch'esso noto solo per una parte della dentatura.

mercoledì 22 maggio 2013

La pesca ricreativa e il suo impatto sulla natura





La pesca sportiva e' una delle attivita' umane con origini piu' antiche.

Le sue origini sono collocate nel Paleolitico (40.000 anni fa) da reperti archeologici. Ovviamente a quel tempo la pesca era un'attivita' rivolta esclusivamente all'alimentazione ed effettuata con tecniche rudimentali.

Tecniche che non erano limitate a reti, arpioni o altro ma che svilupparono gia' circa 20.000 anni fa ami e lenze. Queste ultime si sono evolute nei millenni; il primo resoconto storico della pesca intesa come attivita' ricreativa risale al 1496.

Oggi la pesca sportiva (cioe' non effettuata come lavoro) si e' evoluta non solo nei materiali, ma anche nell'etica. Negli ultimi 10-20 anni una piccola porzione di pescatori rilascia il pescato invece di trattenerlo.

Vista la mole di praticanti, l'indotto e il valore sociale della pesca possiamo tranquillamente dire che si tratta di un'attivita' importante della sfera umana. Una ragione in piu' per interrogarsi sulle conseguenze che essa ha sull'ambiente.

Che impatto ha la pesca sulla natura? E quanto incide in rapporto ad altre attivita' umane?

giovedì 22 novembre 2012

Lucci, accrescimento e genetica - due visioni diverse



Una bellissima immagine del laboratorio di genetica molecolare del Southwest Fisheries Science Center (NOAA)

Quando lessi a suo tempo l'articolo scritto da Armando Piccinini su Caccia e Pesca fui colpito dalle conclusioni secche e categoriche sulla gestione della pesca sportiva.

L'articolo, come afferma l'autore, e' stato ispirato dalla partecipazione al 6th World Recreational Fisheries congress, tenutosi a Berlino lo scorso anno e a cui sfortunatamente non ho potuto partecipare, visto che ero impegnato sul campo.
Nello specifico Piccinini si e' ispirato alla presentazione di un laureando, Petr Zajicek, che lavorava alla sua tesi di laurea con Robert Arlinghaus come supervisore. Il lavoro presentato al congresso aveva il titolo: Juvenile growth and adult behavior determine angling vulnerability of pike (Esox lucius) in their natural environment e un riassunto e' disponibile nel book of abstracts della conferenza.
La tesi di Zajicek, incentrata sulla telemetria dei movimenti dei pesci, e' disponibile (in inglese) a questo indirizzo: http://besatz-fisch.de/images/stories/zajicek_masterthesis_2012.pdf  Poco o niente viene detto a riguardo delle connessioni con la pesca, o la genetica, che al momento sono ancora sotto analisi, ad opera di un altro studente: Tonio Pieterek.

Vorrei riprendere il discorso, perche' reputo l'argomento molto interessante e perche' ho avuto occasione di discuterne direttamente con i ricercatori coinvolti dopo la mia collaborazione con l'Istituto nell'ultimo anno. Come vedremo ci sono molti spunti di riflessione.

giovedì 8 novembre 2012

Il boga grip tra necessita' e velleita'



Non sono un gran sostenitore dell'uso del boga grip.

Non tanto per l'attrezzo in se' quanto per il modo in cui viene usato dalla stragrande maggioranza dei pescatori. Perche', ricordiamolo, alla fine e' sempre una questione di come si usano gli strumenti che si hanno.

Recentemente ho trovato questo video che racconta di una ricerca effettuata in Australia, sul barramundi, un pesce della famiglia dei Latidi tra i piu' apprezzati dai pescatori sportivi.
Apprezzo sempre quando e' possibile divulgare i risultati di una ricerca scientifica in maniera semplice e diretta, come con un video, ma quello che mi ha colpito di piu' e' stato vedere il concetto dello studio "travisato" dallo stesso autore, nella fretta di comunicare.

Il dottor. Grace, che appare nel video, dice chiaramente che le lesioni alla spina dorsale provocate dal boga grip si sarebbero normalizzate in pochi giorni, e che il danno alla mandibola era di poco conto. Invece, purtroppo, si sbagliava.

Nell'articolo pubblicato in seguito a questo studio infatti Grace e Gould hanno rilevato danni praticamente permanenti, che permanevano 10 settimane ed oltre. Inoltre tutti i pesci maneggiati con il boga, anche in orizzontale, ricevevano un grosso foro che non era "comparabile con una ferita di un amo" come sostenuto nel video.
Alla fine puo' succedere, una discrepanza tra risultati preliminari e finali.

Il tutto pero' mi ha portato a fare una riflessione: il boga grip serve davvero? e se si, quando e come?


mercoledì 29 febbraio 2012

Lucci siamesi - il sonno della ragione genera mostri


C'e' un meccanismo perverso nella mente umana. Non si sa ne' il perche' ne' il percome ma spesso anche le persone piu' intelligenti spengono il cervello in alcune occasioni.
Sia una questione di comodo o una questione di meccanismo "salvavita" il fatto rimane.

Di esempi di questo fenomeno ne e' pieno il mondo ed il mondo della pesca e dei pesci non fa eccezione. Si fa molto prima a stupirsi di un'immagine e a rispedirla a tutti i propri amici che a chiedersi se questa sia vera oppure no.

A volte, come abbiamo gia' visto, anche l'incredibile puo' essere vero. Occorre quindi tenere sempre la mente aperta a tutte le possibilita' (ma non troppo, o il cervello rischia di cadere) ma occorre ancora di piu' verificare rigorosamente il piu' possibile tutte le informazioni che troviamo, tanto piu' se provengono dalla rete.
Il principio generale e': affermazioni incredibili richiedono prove altrettanto solide.

In molti di voi avranno gia' visto questa fotografia che ritrae un luccio con due corpi ed una testa sola. E' una foto vera? Un fotoritocco? Il prodotto della fantasia, della natura o di una burla ben architettata?

La famosa foto dei "lucci siamesi" che circola in rete ormai dal 2001


giovedì 9 dicembre 2010

Cosa influenza l'attivita' del luccio? Quando e' meglio pescarlo?

Andoni di EsoxFever con la cattura dell'anno. Oltre ad essere una gran persona ed un gran pescatore ora fa anche l'imprenditore della pesca. In bocca al lupo Andoni!

Recentemente mi manca davvero il tempo materiale di seguire tutte le cose che sono in movimento vuoi per incapacita, vuoi per carico di lavoro o forse semplicemente perche' se le cose in movimento sono troppe diventa impossibile seguirle..

Ormai latito da troppo tempo dal blog e mi sono ripromesso di fare questo post almeno un mese fa. La notizia e' di quelle veramente interessanti per tutti i pescatori di lucci come me. Pero' non ve la dico subito, vi devo invece raccontare tutta la storia che c'e' dietro.

Cominciamo dall'inizio.

Nel 2011 a Berlino si terra' una grande conferenza mondiale sulle recreational fisheries (questa http://www.worldrecfish.org/). Io come forse sapete mi occupo di tutt'altra branca della biologia dei pesci ma essendo pescatore E nel settore ed avendo collaborato a vari progetti di questo tipo sono ovviamente molto interessato a questa conferenza.
L'organizzatore di questa conferenza e' Robert Arlinghaus, una specie di ragazzo prodigio nel campo che ha scritto numerosi articoli pubblicati su riviste prestigiose e che ha fatto una carriera rapida e piu' che meritata. Molti dei suoi articoli sono citati anche in questo blog visto che egli stesso e' un appassionato pescatore di lucci.

lunedì 8 novembre 2010

Luccio gassato? No grazie..

Lo spritz macchiato al luccio, ricetta tipicamente veneta

Seguendo recenti dibattiti con altri angler su come maneggiare correttamente un luccio ho deciso di scrivere una serie di articoli che riassumono i punti piu' controversi della questione e cercano di dare una possibile soluzione alla luce di tutti i dati considerati.
Non intendo convincere nessuno che questi siano gli unici modi corretti di gestire le proprie catture, soltanto analizzare problemi legati alla pesca sportiva ed al catch&release in generale. Se poi qualcuno dovesse ripensare alle proprie azioni e cambiare idea, bene, avro' fatto un po' piu' di chiarezza.

Gassed up (gassato) e' un termine usato dagli angler americani per indicare i pesci che, pescati in profondita', non riescono a mantenersi dritti e a nuotare negli strati piu' profondi.
Non sempre un pesce con questo problema e' facilmente identificabile fisicamente, la vescica natatoria puo' essere rigonfia e quindi lo si nota per la pancia gonfia e turgida ma puo' anche non esserlo e si puo' diagnosticare dal semplice fatto che il pesce non riesce a mantenere l'assetto normale o a tornare verso il fondo.

Molti pescatori hanno constatato che si possono presentare casi di quest'ultimo tipo anche in pesci che sono stati catturati in zone poco profonde. Di solito sono attribuibili piu' alla stanchezza indotta dal combattimento che alla disfunzione della vescica natatoria anche se c'e' chi ha teorizzato che sia proprio il combattimento, con un meccanismo ignoto, a provocare la disfunzione della vescica.

Una soluzione semplice a questo problema e' quella di ridurre il piu' possibile i tempi di combattimento grazie ad attrezzature adeguate per quanto riguarda i casi in acque basse. Per i lucci allamati in profondita' pero' sarebbe controproducente diminuire il tempo di recupero perche' salirebbero troppo velocemente aggravando il problema o perfino aumentare il tempo di recupero per via dei danni da acido lattico.
Non tutti i lucci allamati in profondita' e recuperati in fretta sviluppano questa sintomatologia ma e' chiaro che se si volesse tutelare completamente il pesce non si dovrebbe andare a pescarlo su profondita' elevate.

Ma siamo pescatori e per quanto attenti all'ambiente ci piace anche prendere i pesci. Quindi come fare?

lunedì 1 novembre 2010

Linfosarcoma - Halloween Special

Cattura di quest'estate, anche se l'atmosfera e' autunnale.. (grazie ad Andoni per la foto nonostante il tempo pessimo)

Halloween e' appena passato e le acque si stanno raffreddando. E' un buon momento per la pesca al luccio ed e' anche un buon momento per i lucci.

Perche'?

Non vi e' mai capitato di vedere o prendere voi stessi un luccio con mostruose escrescenze rosee, spesso sanguinanti, sulla testa o sulla pelle? Quando l'avete preso?
Ne avete mai pescato uno cosi' in estate/inverno?

Andiamo a dare una risposta a ciascuna di queste domande. E qualcosa di piu'.

mercoledì 27 ottobre 2010

Luccio - ulteriori azioni di gestione

Semina di luccetti? Forse si' e forse no..

Finora abbiamo parlato spesso di management delle popolazioni ma per lo piu' sul lato della regolamentazione della pesca dilettantistica ma abbiamo tralasciato praticamente tutti gli altri aspetti di gestione di una popolazione.

Proseguendo con il discorso cercheremo quindi di toccare, piano piano, tutti gli altri aspetti come immissioni di novellame, protezione degli areali di frega etc.

Continuiamo a fare riferimento all'esempio del luccio che, lo ricordo, essendo un pesce predatore "medio" in tutti i sensi e' un buon modello per parlare di questo argomento.

lunedì 30 agosto 2010

Luccio - vita sott'acqua e fuori dall'acqua

Ultimamente, a parte lavorare in laboratorio, sto preparando un restyling grafico per il blog e per forza di cose la frequenza di post "corposi" e' crollata.

In piu' anche le temperature sono crollate ed e' ufficialmente autunno (siamo gia' sotto i 10 gradi) quindi, per me, comincia la stagione del luccio e gran parte del mio tempo libero lo investiro' in ore sulla barca.

Quindi cosa c'e' di meglio di un intervallo con qualche immagine rilassante?


Weissensee (HD) from Joachim T. on Vimeo.
Questi sono i Lucci tedeschi del Wessensee (un lago eccezionalmente oligotrofico) ripresi da Joachim T. nel loro ambiente naturale


Tiger Muskie

ScubaDo | MySpace-video

Questo invece e' un Tiger Muskie, cioe' l'ibrido tra un luccio e un muskie, ripreso in America.

Ora non preoccupatevi se non sapete nuotare, basta andare in America e potreste vedere questi animali anche stando comodamente asciutti in barca o sulla riva.


Vedi anche http://muskie.outdoorsfirst.com/watch.asp?id=1181

Il motivo per cui i Tiger Muskie (e solo loro) nuotino a volte con la testa fuori dall'acqua non e' per niente chiaro. Un biologo americano che lavora con i Muskie mi ha detto che secondo lui lo fanno per lavare i parassiti dalle branchie ma in merito non e' ancora stato effettuato uno studio mirato..

martedì 20 luglio 2010

Catch&Release - slot regulations


La famosa foto del luccio record canadese con in bocca un altro luccio (la foto ha ormai qualche anno ed e' stata attribuita ad almeno 8 paesi diversi con misure dei due lucci sparate a caso e relative storie sempre più inverosimili)

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di catch&release e regolamenti dandone prima un'introduzione generale e poi andando a vedere nel dettaglio i risultati di alcuni tipi di regolamento nella loro applicazione pratica.

Oggi andiamo a trattare l'ultimo argomento, quello piu' scottante e forse il piu' interessante: le regolamentazioni a slot (intervallo di misure).

martedì 29 giugno 2010

Catch&Release - management avanzato


Una vecchia cartolina dal Minnesota, per fortuna i tempi sono cambiati (vintagepostcards.org)

Come promesso nell'articolo precedente andiamo a vedere un po' nel dettaglio alcune possibili scelte nel management delle risorse ittiche.

Continuiamo a parlare di luccio come caso esemplare e per farlo prendiamo il caso del management nello stato americano del Minnesota.

Perche' proprio il Minnesota? Perche' ormai da anni (quasi un centinaio) sono in forza programmi per il management degli esocidi, in particolare muskie e lucci.
Tralasciando per il momento i muskie, che sono un caso a parte, il management del luccio e' passato per tutte le fasi tipiche di altri paesi. Al momento si puo' considerare il caso del Minnesota come un esempio da seguire non tanto per i risultati ottenuti quanto per l'alto grado di comunicazione tra la gestione delle acque e i singoli pescatori, per essere riusciti ad iniziare un cambiamento nella mentalita' dei pescatori e per l'intraprendenza nel testare rigorosamente le misure adottate (oltre ovviamente a fare marcia indietro qualora sia il caso).

Ma cominciamo dall'inizio e andiamo a vedere nel dettaglio come la gestione del luccio sia cambiata negli anni e come sono andate le sperimentazioni fatte sui regolamenti di pesca.

martedì 1 giugno 2010

Luccio - fasi larvali


Purtroppo altri impegni mi hanno tenuto lontano dal blog per qualche tempo ma almeno sono riuscito a completare questo articolo a cui lavoravo gia' da un po' di tempo nonostante sia impegnato in un secondo lavoro e in attivita' di ricerca sul campo a 1000 km da casa..

Ma non perdiamo tempo e torniamo a parlare delle larve di luccio appena uscite dall'uovo. Nelle puntate precedenti abbiamo visto qualcosa della frega e raccontato un po' la storia dell'embrione fino alla schiusa.

Ora vedremo le delicate fasi dello sviluppo delle larve, fino alla fase giovanile.

Pronti? via!

domenica 16 maggio 2010

Luccio - la vista e le esche


Si sente spesso parlare (talora a sproposito) dell'importanza del colore delle esche nella pesca al luccio, sono quindi andato a vedere nel dettaglio come funziona la vista del luccio per vedere quanto ci sia di vero e quanto sia invece leggenda..

Partiamo dall'analizzare quali variabili influenzano la vista dei pesci in generale e prendiamo il caso del luccio nel particolare cercando alla fine di tirare qualche conclusione sensata dai dati scientifici e dalle statistiche di pesca.

mercoledì 12 maggio 2010

Catch&Release - il luccio, un caso esemplare


Articolo modificato dopo la pubblicazione iniziale

Ultimamente il Catch& Release, ovvero la pratica della pesca e del rilascio del pescato (vivo), ha preso decisamente piede tra i praticanti della pesca sportiva. Tranne alcuni casi particolari (come quello sopra riportato) il pescatore moderno cerca la sfida con il pesce invece di qualcosa da portare a tavola.

Il catch&release e' sicuramente il modo piu' sportivo di confrontarsi con la preda e rappresenta il culmine della pesca sportiva.
Questa pratica offre numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale e dal punto di vista del pescatore. Ma siamo sicuri che sia sempre la strategia di gestione migliore? Quali altre regolamentazioni possono essere imposte dalle amministrazioni o dall'etica personale dei pescatori?

Cerchiamo di capire quali sono le varie alternative disponibili nella gestione della pesca sportiva e di valutare i loro effetti, prendendo ad esempio il caso del luccio.