giovedì 9 dicembre 2010

Cosa influenza l'attivita' del luccio? Quando e' meglio pescarlo?

Andoni di EsoxFever con la cattura dell'anno. Oltre ad essere una gran persona ed un gran pescatore ora fa anche l'imprenditore della pesca. In bocca al lupo Andoni!

Recentemente mi manca davvero il tempo materiale di seguire tutte le cose che sono in movimento vuoi per incapacita, vuoi per carico di lavoro o forse semplicemente perche' se le cose in movimento sono troppe diventa impossibile seguirle..

Ormai latito da troppo tempo dal blog e mi sono ripromesso di fare questo post almeno un mese fa. La notizia e' di quelle veramente interessanti per tutti i pescatori di lucci come me. Pero' non ve la dico subito, vi devo invece raccontare tutta la storia che c'e' dietro.

Cominciamo dall'inizio.

Nel 2011 a Berlino si terra' una grande conferenza mondiale sulle recreational fisheries (questa http://www.worldrecfish.org/). Io come forse sapete mi occupo di tutt'altra branca della biologia dei pesci ma essendo pescatore E nel settore ed avendo collaborato a vari progetti di questo tipo sono ovviamente molto interessato a questa conferenza.
L'organizzatore di questa conferenza e' Robert Arlinghaus, una specie di ragazzo prodigio nel campo che ha scritto numerosi articoli pubblicati su riviste prestigiose e che ha fatto una carriera rapida e piu' che meritata. Molti dei suoi articoli sono citati anche in questo blog visto che egli stesso e' un appassionato pescatore di lucci.

giovedì 2 dicembre 2010

Infinite forme bellissime - Carnevale della biodiversita' 1 di 6

MC Escher "Depth" 1955

  
"La bellezza e' nell'occhio di chi guarda" M. Hungerford

Questo primo post del carnevale della biodiversita' ha come titolo un estratto dalla frase finale del libro "Sull'origine delle specie" di Darwin. Letteralmente la frase completa recita: "There is grandeur in this view of life, with its several powers, having been originally breatherd by the Creator into a few forms or into one; and that, whilst this planet has been circling on according to the fixed law of gravity, from so simple a beginning endless forms most beautiful and most wonderful have been, and are being evolved."
In italiano la potremmo tradurre come: "C'è qualcosa di grandioso in questa idea della vita, con le sue infinite potenzialità, originariamente infuse dal Creatore in pochissime o in una sola forma; e, mentre questo pianeta ha continuato a roteare seguendo le immutabili leggi di gravità, da un inizio così semplice infinite forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e tuttora si evolvono".

Dopo questo incipit veramente poco originale come posso andare avanti? Dovrei spiegare perche' le forme non possono essere infinite o dissertare su quel "Creatore" aggiunto solo nella seconda edizione del libro per salvarsi le terga dai clericali?

Assolutamente no, altrimenti chiudereste subito questo articolo e andreste ad aprire un molto piu' educativo sito sulla rana dai piedi blu del borneo.

Quindi, cari i miei 20 lettori (ben due contatori lo confermano), faro' uno sforzo per non deludervi.

Partiamo da un argomento che apparentemente e' connesso "a capocchia" e vediamo di arrivare ad una destinazione interessante. Quest'ottobre purtroppo e' venuto a mancare il matematico Mandelbrot.
Si proprio lui, quello dei frattali, che come perfino io so sono quelle funzioni la cui rappresentazione grafica e' irrisolvibile a tutte le scale. In pratica ingrandendo o rimpicciolendo un'immagine frattale continueremo a trovare lo stesso schema ripetuto all'infinito su scale diverse.

Un'immagine frattale in cui Turrilites si sommano ad altre Turrilites identiche in un costrutto infinito in tutte e 3 le dimensioni

I frattali sono obbiettivamente affascinanti per il grande pubblico e hanno prodotto immagini con colori che farebbero invidia ad un hippie sotto LSD e probabilmente procurato qualche attacco di epilessia nelle versioni animate con colori stroboscopici.
Ma sono anche immagini utili perche' in un certo senso offrono un interessante spunto di riflessione a riguardo del tema centrale di questo carnevale: la biodiversita'.

lunedì 29 novembre 2010

I casi della vita..

Visto che in questo periodo sono in altre faccende affaccendato e non riesco a scrivere un post come si deve ho pensato di postare finalmente queste foto con un commento della stagione trascorsa.


Quest'estate ho investito molto tempo, denaro e risorse nella pesca e non penso di aver fatto un cattivo affare. Certo, ho dovuto fare un lavoro extra per recuperare le finanze necessarie o lavorare anche nei giorni festivi al dipartimento ma direi che ne e' valsa decisamente la pena.
Ho avuto anche la fortuna di pescare con amici con la A maiuscola con i quali la pesca e' addirittura piu' divertente ed interessante. Abbiamo avuto un bel po' di avventure, ma tutto sommato ce la siamo sempre cavata. Soprattutto abbiamo passato tanti bei momenti sopra e dentro l'acqua, ed e' questo quello che conta di piu'.

Ora che il mare e' completamente ghiacciato, il motore e' in cantina per riparazioni e per fortuna la barca e' in secca al sicuro possiamo tirare le somme di una bella stagione. E lo faremo con una cena, perche' a pancia piena siamo tutti piu' contenti.

Di tutte le cose che ci sono capitate quest'anno sicuramente una delle piu' bizzarre e' stata quella ritratta in foto. Dopo un lancio e le prime jerkate un banco di pesciolini in fuga fuori dall'acqua mi fa ben presagire un attacco imminente.
Invece dell'attacco, una volta recuperato l'artificiale, ecco la sorpresa. Un alburno e' riuscito ad infilarsi nello split ring dell'ancoretta di coda e ad incastrarsi, probabilmente nella foga della fuga( :D ).
Anche questo pesce, che ha provato in tutti i modi a suicidarsi, e' riuscito ad andare via illeso. Quest'anno non ho trattenuto nessuno dei pesci che ho catturato con la canna, tranne quelli che ho preso durante un campionamento per lavoro.

Ma questa e' un'altra storia...

venerdì 26 novembre 2010

Carnevale della biodiversita'

Come avrete notato questa settimana non ho pubblicato articoli. La prima ragione e' che il carico di lavoro all'universita' e' decisamente aumentato con l'arrivo della stagione invernale, la seconda ragione e' che sto preparando alcuni articoli con tema particolare per due diversi progetti.
Uno e' quello del Carnevale della Biodiversita'.

L'anno che volge al termine e' l'anno internazionale della biodiversita'per festeggiarlo sono stato tirato per i capelli ehm arruolato a forza ehm gentilmente invitato da Livio di Mahengecromis a partecipare a questa iniziativa molto interessante.

Si tratta di una serie di blog con tema naturalistico, in italiano, che ospiteranno a turno articoli con diversi temi incentrati sulla biodiversita' e la sua conservazione. L'idea in questo modo e' di continuare, sulla tradizione di altri anni internazionali, a mantenere vivo un tema per noi decisamente importante.

Qui di seguito il bando completo:



Il Carnevale della Biodiversità

Il 15 Dicembre c.a., a conclusione del 2010, anno internazionale della biodiversità, partirà un'iniziativa tra i più prestigiosi blog italiani di Storia Naturale per continuare a sottolineare l'importanza del tema in oggetto, sia all'interno della comunità scientifica sia tra il pubblico.

La prima edizione del Carnevale della Biodiversità avrà come tema:

“INFINITE FORME BELLISSIME”,

venerdì 19 novembre 2010

Il pesce tri..ehm quadriocchiuto

Blinky, la mascotte degli "Isotopi" la squadra di baseball di Springfield disegnato da Matt Groening, conosciuto come "il pesce triocchiuto"

Blinky e' un pesce molto particolare immaginate se fosse reale.

Purtroppo non e' possbile trovare un pesce con 3 occhi anche se alcuni fossili come Cephalaspis (un pesce del Devoniano) hanno una fissura nel cranio che permetteva una visione tramite "l'occhio pineale" e pertanto si puo' dire che in qualche maniera avessero "3 occhi".
Nel caso di mutazioni difficilmente si arriverebbe a sviluppare un vero e proprio terzo occhio in quanto il bauplan e il complesso hox dei pesci presenta perlopiu' mutazioni pari e le disparita' teratologiche come questa tendono a rendere l'individuo non vitale.

Cephalaspis il pesce triocchiuto del Devoniano

Ma se appunto le mutazioni sono pari perche' non abbiamo pesci con 4 occhi?
Anche qui, per fare un discorso semplicistico, si deve considerare che lo schema fondamentale dei vertebrati prevede soltanto un paio di occhi e la crescita di un paio addizionale di occhi a fianco degli altri e' non solo mortale ma anche una mutazione che deve coinvolgere i geni fondamentali dello sviluppo corporeo. Piu' o meno equivale a ridefinire non solo l'individuo ma la sua intera classe..

Siccome pero' parliamo di pesci meglio non dare tutto per scontato. Infatti esiste un genere di pesce sudamericano che ha sviluppato un adattamento molto particolare degli occhi.
Il genere Anableps presenta infatti un paio di occhi superiori e un paio di occhi inferiori.

Anableps un nome adatto ad un alieno e da questa foto e' proprio quel che sembra

I doppi occhi degli Anableps sono completamente funzionali, possiedono due pupille separate anche se condividono le iridi. I pesci vivono al limite tra aria ed acqua e gli occhi superiori sono perfettamente adatti per la visione fuori dall'acqua, il cristallino stesso e' modificato per la visione aerea mentre quello degli occhi inferiori e' sferico per adattarsi alle aberrazioni della visione in acqua.
Grazie agli occhi particolari riescono a individuare gli insetti che stanno per cadere o che sono sulla superficie dell'acqua mentre quelli inferiori controllano l'acqua per prede acquatiche. Lo stesso vale per quanto riguarda la fuga dai predatori.


E' proprio il caso di dirlo. Spesso la natura sorpassa l'immaginazione umana. 4 a 3 per Anableps.

lunedì 15 novembre 2010

Siluro - abbondanza e alimentazione negli areali di introduzione

Un siluro particolarmente affamato e la sua scarsa abilita' nel selezionare prede

E' un dato triste che questo blog riceva la maggior parte delle sue visite sull'argomento siluro.
Nonostante il Silurus glanis sia stato uno dei motivi per cui ho aperto il blog ritengo che ci siano molti altri argomenti interessanti da leggere qua dentro, ma pare che la maggior parte degli altri argomenti non attraggano ricerche di google o visitatori come fa questo pesce. Evidentemente e' diventato uno dei punti controversi (e pertanto piu' amati) del panorama della pesca nazionale.

Se ne e' gia' parlato abbastanza e francamente credo sia controproducente intavolare un discorso articolato e informato su quest'argomento. E' un po' la teoria della montagna di merda (scusate il francesismo) applicata alla biologia dei pesci. Qualcuno parte con informazioni imprecise o fuorvianti (vedi il caso dei fossili o dell'elettropesca) e agli altri tocca spendere un sacco di tempo per spiegare con calma e riferimenti letterari che le cose non stanno proprio cosi'. Spalare la merda (ops, di nuovo) e' un esercizio stancante e molto piu' difficile che produrla, il produttore ha cosi' un netto vantaggio sullo spalatore.

Premetto che odio dover tornare a parlare di siluro. Penso di aver gia' speso inchiostro elettronico a sufficienza sull'argomento ma questo e' un aggiornamento quasi doveroso.


lunedì 8 novembre 2010

Luccio gassato? No grazie..

Lo spritz macchiato al luccio, ricetta tipicamente veneta

Seguendo recenti dibattiti con altri angler su come maneggiare correttamente un luccio ho deciso di scrivere una serie di articoli che riassumono i punti piu' controversi della questione e cercano di dare una possibile soluzione alla luce di tutti i dati considerati.
Non intendo convincere nessuno che questi siano gli unici modi corretti di gestire le proprie catture, soltanto analizzare problemi legati alla pesca sportiva ed al catch&release in generale. Se poi qualcuno dovesse ripensare alle proprie azioni e cambiare idea, bene, avro' fatto un po' piu' di chiarezza.

Gassed up (gassato) e' un termine usato dagli angler americani per indicare i pesci che, pescati in profondita', non riescono a mantenersi dritti e a nuotare negli strati piu' profondi.
Non sempre un pesce con questo problema e' facilmente identificabile fisicamente, la vescica natatoria puo' essere rigonfia e quindi lo si nota per la pancia gonfia e turgida ma puo' anche non esserlo e si puo' diagnosticare dal semplice fatto che il pesce non riesce a mantenere l'assetto normale o a tornare verso il fondo.

Molti pescatori hanno constatato che si possono presentare casi di quest'ultimo tipo anche in pesci che sono stati catturati in zone poco profonde. Di solito sono attribuibili piu' alla stanchezza indotta dal combattimento che alla disfunzione della vescica natatoria anche se c'e' chi ha teorizzato che sia proprio il combattimento, con un meccanismo ignoto, a provocare la disfunzione della vescica.

Una soluzione semplice a questo problema e' quella di ridurre il piu' possibile i tempi di combattimento grazie ad attrezzature adeguate per quanto riguarda i casi in acque basse. Per i lucci allamati in profondita' pero' sarebbe controproducente diminuire il tempo di recupero perche' salirebbero troppo velocemente aggravando il problema o perfino aumentare il tempo di recupero per via dei danni da acido lattico.
Non tutti i lucci allamati in profondita' e recuperati in fretta sviluppano questa sintomatologia ma e' chiaro che se si volesse tutelare completamente il pesce non si dovrebbe andare a pescarlo su profondita' elevate.

Ma siamo pescatori e per quanto attenti all'ambiente ci piace anche prendere i pesci. Quindi come fare?

venerdì 5 novembre 2010

Candiru' - Il pesce che non vorreste mai incontrare


La BBC e una "ricostruzione" di come agisce un candiru' - a parte stringere le gambe credo che le riprese in acquario siano di un certo effetto

Visto che siamo in tema horror la puntata di pesci dal mondo non poteva che parlare di questo piccolo pescegatto amazzonico.

Il candiru' e' un piccolo pescegatto (lungo in media meno di una decina di centimetri) tristemente famoso per la sua capacita' di parassitare le branchie di pesci piu' grandi e, come mostra la ricostruzione nel filmato, anche l'uomo (pur se accidentalmente). Individua il bersaglio riuscendo a seguire controcorrente l'acqua delle branchie (guidato dall'urea) e installandosi grazie alle spine pettorali e dorsali si nutre del sangue delle sue vittime. Ovviamente non essendo in grado di distinguere bene il bersaglio potrebbe seguire un'altro tipo di corrente contenente urea..

In realta' la maggior parte dei resoconti di parassitismo sugli uomini sono storie di seconda o di terza mano e non sembra che nessuno degli autori scientifici abbia davvero mai osservato la cosa. Ovviamente non e' che ci sia da aspettarci niente di diverso, stiamo parlando di zone dove la comunicazione e le strutture sanitarie scarseggiano.
Per fortuna Paulo Petry, un ittiologo specializzato in pesci tropicali, ha portato nel 1997 qualche prova concreta. Foto e resoconto dettagliato di un'operazione chirurgica (in endoscopia) per rimuovere uno di questi pesciolini.Vi risparmio le foto per non rovinarvi il fine settimana.

Candiru' fotografato da Ivan Sazima

Piu' prosaicamente c'e' un'altra preziosa lezione da imparare da questo pescetto. Nel suo articolo "Candirú: Urinophilic Catfish, Its Gift to Urology" John Herman spiega di come gli indigeni usino una combinazione di estratti di piante locali per curare questa particolare parassitosi. Le stesse sostanze possono essere usate nella cura di altre malattie come i calcoli renali.

Ultima nota di colore la merita la pubblicazione di un articolo-burla "Fish-based security system for the South Pacific" o qualcosa del genere dove si proponeva di immettere piranha, anguille elettriche e candiru' in un fossato scavato attorno alla casa per fermare gli intrusi.
L'articolo firmato con divertenti nomi di fantasia affiliati ad ancor piu' improbabili istituti era stato pubblicato come scherzo sul sito delle Comunita' del Sud Pacifico. Evidentemente a FishBase non hanno il senso dell'umorismo visto che e' ancora citato nella pagina relativa alla specie come riferimento bibliografico.
Che serva di monito per controllare 2 o piu' volte quello che si legge a riferimento di un'affermazione.

Sono riuscito a scrivere tutto l'articolo senza scrivere una sola volta le parole "topiche", anche se avrebbero potuto aumentare a dismisura gli accessi al blog. Come mi merito questo fine settimana!

L'articolo e' stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

lunedì 1 novembre 2010

Linfosarcoma - Halloween Special

Cattura di quest'estate, anche se l'atmosfera e' autunnale.. (grazie ad Andoni per la foto nonostante il tempo pessimo)

Halloween e' appena passato e le acque si stanno raffreddando. E' un buon momento per la pesca al luccio ed e' anche un buon momento per i lucci.

Perche'?

Non vi e' mai capitato di vedere o prendere voi stessi un luccio con mostruose escrescenze rosee, spesso sanguinanti, sulla testa o sulla pelle? Quando l'avete preso?
Ne avete mai pescato uno cosi' in estate/inverno?

Andiamo a dare una risposta a ciascuna di queste domande. E qualcosa di piu'.

mercoledì 27 ottobre 2010

Luccio - ulteriori azioni di gestione

Semina di luccetti? Forse si' e forse no..

Finora abbiamo parlato spesso di management delle popolazioni ma per lo piu' sul lato della regolamentazione della pesca dilettantistica ma abbiamo tralasciato praticamente tutti gli altri aspetti di gestione di una popolazione.

Proseguendo con il discorso cercheremo quindi di toccare, piano piano, tutti gli altri aspetti come immissioni di novellame, protezione degli areali di frega etc.

Continuiamo a fare riferimento all'esempio del luccio che, lo ricordo, essendo un pesce predatore "medio" in tutti i sensi e' un buon modello per parlare di questo argomento.

venerdì 15 ottobre 2010

Pesci dal mondo - Pesci con gli occhi a barile


Immagini di un pesce con gli occhi a barile (trasmesse dal National Geographic e filmate dal Monterey Bay Acquarium)

Con questo post vorrei iniziare una nuova serie (come se quelle in sospeso non bastassero).
L'obbiettivo principale della serie Pesci dal Mondo vuole essere quello di fare una carrellata delle varie forme che l'animale "pesce" puo' assumere, selezionando di volta in volta una caratteristica interessante e magari poco conosciuta.

Oggi parliamo degli Opisthoproctidi, una famiglia relativamente poco conosciuta di pesci abissali i cui occhi a forma di barile sono incassati nella testa in posizione verticale. In questa maniera i pesci riescono a distinguere le silouette degli organismi che gli passano sopra. Sono pero' anche in grado di ruotarli in avanti, almeno per vedere cosa stanno mettendo in bocca.
Nel filmato il pesce (Macropinna microstoma) ha gli occhi dentro la testa e vede attraverso la capsula cranica (molle) grazie alla trasparenza della stessa. Seppure noto da decenni e' stato difficile da filmare vivo e nel suo ambiente naturale.

Provero' a non mettere solo pesci abissali (anche se loro stravincono) promesso.

domenica 3 ottobre 2010

Ghoti/Gothi - Conference

Il sottoscritto in un convegno internazionale, l'anno scorso, per fortuna la sala non era completamente vuota..

Essendo impegnato con altro non ci sono stati molti aggiornamenti sul blog ultimamente, ne' ce ne saranno la settimana prossima visto che sono in trasferta per un convegno..

Pertanto oggi post minimale e piu' ironico che altro.

Avete presente cosa sono i gothi?

sabato 25 settembre 2010

Elettropesca - strumento prezioso o pericoloso?

Una classica operazione di campionamento mediante elettrostorditore che in questo caso coinvolge anche l'autore dell'articolo (foto di Pasi Lenpinen)

Purtroppo recentemente (ma non solo) mi e' capitato di discutere con delle persone su internet che sostenevano che l'elettropesca e' la rovina degli ambienti acquatici.
Ora siccome non mi piace ripetere le cose mille e una volta ho deciso, anche su esortazione di alcuni utenti del forum esox2000, di scrivere un articoletto a riguardo. Almeno la prossima volta rispondo con un semplice link.

Cerchero' brevemente di dare un'introduzione alla teoria dell'elettropesca e vedere qualche caso pratico. Vedremo quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnica e da dove derivano le convinzioni di alcune persone.

Sara' difficile convincere qualcuno del contrario con le sole parole, per cui prima ancora di iniziare invito chiunque abbia dei dubbi su quanto ho scritto ad armarsi di waders e seguire un gruppo che interviene con l'elettropesca per rendersi conto di persona se quel che dico e' vero o no. E' una cosa estremamente semplice, non dovete nemmeno perdere l'intera giornata di pesca, basta una mezz'ora, e non costa nulla.

Detto questo, cominciamo..

mercoledì 8 settembre 2010

Sano come un pesce

Una piccola gamma delle piu' comuni malattie di un pesce d'acquario

Ogni tanto, in anni eccezionali, ho passato le 4 stagioni con una febbre o un raffreddore ogni 2 settimane.

Di norma pero' non mi ammalo mai. Sara' per via dei miei anticorpi che sono come dei rottweiler sotto steroidi.
Al massimo una volta o due all'anno mi viene un po' di febbre e un raffreddore.

Di solito succede sempre quando ho qualche impegno inderogabile, meglio se l'impegno prevede un grosso sforzo fisico, meglio ancora se oltre allo sforzo e' richiesto di stare all'aperto, possibilmente in condizioni meteo proibitive.

Questa e' la seconda volta quest'anno ma io testardo come un mulo a casa non ci rimango.

Mi pare pero' un buon punto d'inizio per annunciare l'inizio di un nuovo filone del blog, sperando di non mettere troppa carne al fuoco. Vorrei parlare anche di malattie dei pesci, che sono una parte importante della vita sott'acqua e che sono poco conosciute ai piu' (e mi ci metto dentro anche io). Non faccio veterinaria ma cerchero' di raccontarvi qualche storia dei vari casi con cui mi capita di entrare in contatto.

Comincio soltanto con il chiarire l'origine del detto "sano come un pesce".

In generale un pesce malato viene debilitato al punto di cadere facile preda di uccelli o altri pesci oppure viene trascinato dalla corrente. Per questo e' relativamente raro vedere un pesce malato, almeno in natura.
Ecco anche da dove deriva la risposta alla classica domanda di chi chiede se i pesci si ammalino mai: "hai mai visto un pesce malato?"

In realta' i pesci si ammalano eccome. Esiste un'estesa e variegata letteratura in merito visto che e' uno degli argomenti piu' studiati. Nella nuova serie vedremo qualche caso molto comune e qualche caso un po' piu' "strano".

lunedì 30 agosto 2010

Luccio - vita sott'acqua e fuori dall'acqua

Ultimamente, a parte lavorare in laboratorio, sto preparando un restyling grafico per il blog e per forza di cose la frequenza di post "corposi" e' crollata.

In piu' anche le temperature sono crollate ed e' ufficialmente autunno (siamo gia' sotto i 10 gradi) quindi, per me, comincia la stagione del luccio e gran parte del mio tempo libero lo investiro' in ore sulla barca.

Quindi cosa c'e' di meglio di un intervallo con qualche immagine rilassante?


Weissensee (HD) from Joachim T. on Vimeo.
Questi sono i Lucci tedeschi del Wessensee (un lago eccezionalmente oligotrofico) ripresi da Joachim T. nel loro ambiente naturale


Tiger Muskie

ScubaDo | MySpace-video

Questo invece e' un Tiger Muskie, cioe' l'ibrido tra un luccio e un muskie, ripreso in America.

Ora non preoccupatevi se non sapete nuotare, basta andare in America e potreste vedere questi animali anche stando comodamente asciutti in barca o sulla riva.


Vedi anche http://muskie.outdoorsfirst.com/watch.asp?id=1181

Il motivo per cui i Tiger Muskie (e solo loro) nuotino a volte con la testa fuori dall'acqua non e' per niente chiaro. Un biologo americano che lavora con i Muskie mi ha detto che secondo lui lo fanno per lavare i parassiti dalle branchie ma in merito non e' ancora stato effettuato uno studio mirato..

lunedì 23 agosto 2010

Mamma mia, arriva il salmone transgenico!

Un esemplare di salmone chinook (Oncorhynchus tshawytscha) trovato morto dopo la frega in California. Il chinook e' il famoso "king salmon" e questo salmone di taglia eccezionale e' completamente naturale. (Foto California DPFG).


Dopo le trote mutanti di qualche tempo fa eccoci a parlare di un argomento abbastanza simile..ma soltanto nel titolo.

Qualche tempo fa era apparsa sui giornali la notizia dell'imminente arrivo del super salmone sulle tavole americane. In realta' questo arrivo e' tutt'altro che imminente, e' in corso invece da anni una cruenta battaglia sul piano legale ed ecologico che non si sa bene quando finira'.

Ma come al solito sto anticipando troppo, andiamo con ordine..

lunedì 16 agosto 2010

Babel PaperFish

La versione censurata del babelfish della BBC, circa 1981.

Nel 1979 un popolare sceneggiato radiofonico andato in onda soltanto un anno prima in Inghilterra veniva stampato e distribuito come libro. Fu un successo ancora piu' grande fino ad arrivare ad una "trilogia" di 6 libri, milioni di fan in tutto il mondo e anche un film (bruttino, specialmente per i fan).

Un libro di fantascienza ironica dove i protagonisti riescono a comunicare con gli abitanti delle piu' remote galassie grazie al "babel fish", un pesce parassita che si insedia nell'orecchio umano e, nutrendosi delle frequenze mentali del pensiero comunicativo defeca in forma di linguaggio comprensibile all'ospite. Oltre che un comodo espediente letterario anche il sacro graal di chi si occupa di comunicazione.

Qualche anno dopo, quando la rete tra computer comincio' a crescere prendendo il nome di Internet si arrivo' ad affrontare piu' o meno lo stesso problema: persone provenienti da diverse parti del mondo cominciarono a dover comunicare efficacemente tra di loro.
Una soluzione del problema fu quella di imparare l'inglese, cosa che molti effettivamente fecero, e gioire delle grazie di una lingua comune (per quanto di scelta imposta).
Altra soluzione fu quella di implementare le traduzioni in altre lingue, in modo sempre piu' veloce ed automatico.Uno dei primi sistemi si chiamava appunto Babelfish (se c'e' una cosa che non manca agli smanettoni sono le citazioni dalla fantascienza) ed era sviluppato dall'allora grande Altavista.

Il moderno logo di Altavista babelfish.

Funzionava bene? Decisamente no e portava ad errori che potevano stravolgere il significato del testo. Piu' o meno come i traduttori attuali, direte voi. Avete ragione, piu' o meno ovviamente.
Ma quelli moderni sono parecchio migliorati e tutto sommato aiutano a diffondere piu' facilmente i propri testi per cui sarebbe da stupido non utilizzarli.

E facciamo finta per un momento che non lo sia.

Volevo solo dire che da oggi (ed era ora) e' disponibile anche per questo blog la traduzione automatica di Google. Cosi' quei 5 disgraziati che dovessero ancora capitare qua dalla Cina (anche se non so chi eluderebbe tutte le limitazioni imposte solo per venire qua) potranno essere annoiati a morte leggendo di pesci.

P.S. E' il problema di essere scienziati. Si vuole fare un post breve per una cosa banale e si finisce per scrivere l'ennesimo papiro..Del babelfish originale conservo ancora i traumi (anche se e' molto migliorato).

venerdì 13 agosto 2010

Alloctonia e specie invasive - due diverse prospettive 2 di 2

Pseudorasbora parva, una delle specie invasive piu' temute. Ed e' solo un ciprinide lungo pochi centimetri. (Foto Wikimedia commons)

Al momento i pochi visitatori che leggono questo blog leggono soprattutto gli articoli che riguardano il siluro (e nemmeno tutti) ma Paperfish e' molto di piu', ci sono molti articoli diversi e in futuro ce ne saranno sempre di piu' a coprire nuovi e diversi argomenti.

Dopo questo articolo sull'alloctonia e le specie invasive cambieremo argomento per un po' e ci dedicheremo ad altro. Magari non accontentera' tutti ma una dieta molto variata e' essenziale per la salute.

Ma non divaghiamo troppo, la settimana scorsa abbiamo visto quale sia la situazione del dibattito a livello teorico all'interno della comunita' scientifica internazionale. Oggi andiamo ad esaminare invece qualche caso pratico, andiamo a vedere nel concreto quali sono le problematiche della gestione delle specie invasive.

mercoledì 4 agosto 2010

Alloctonia e specie invasive - due diverse prospettive 1 di 2


I temutissimi zebra mussels, questa specie di mollusco d'acqua dolce ha colonizzato in gran numero la regione dei grandi laghi nordamericani, incrostando strutture e creando danni non solo all'ecosistema (Photo: wikipedia)

Preparatevi perche' questo e' un articolo lungo e dettagliato. In teoria aspira a definire una volta per tutte la questione, in pratica per presentare tutti i punti salienti con pari dignita' mi e' toccato scrivere un papiro..
Anzi, ho perfino dovuto spezzare l'articolo in due per non essere prolisso. La seconda parte online appena possibile.

Dopo una breve premessa di carattere generale vedremo quali sono le correnti di pensiero all'interno della comunita' scientifica internazionale. Nella prossima puntata vedremo invece quali sono le azioni piu' comunemente intraprese (ed alcune meno) e il dibattito legato a questi programmi.

sabato 24 luglio 2010

Paperfish va in vacanza


Quando ero piccolo e a casa l'acquario era pieno di pesci tropicali e tutto sommato delicati l'estate era un mezzo incubo. Come tutti i fortunati possessori di animali domestici ci ritrovavamo sempre di fronte al dilemma di come affrontare le vacanze senza uccidere i nostri animali preferiti.
Alcuni avevano i vicini che, con le chiavi di casa, entravano a dar da mangiare ai pesci una volta ogni tanto. Per noi la soluzione obbligata era ricorrere alle famigerate conchiglie di mangime che sciogliendosi lentamente avrebbero nutrito i pesci per tutto il periodo (e relative paranoie se la durata delle conchiglie magiche non corrispondeva a quella delle vacanze).

Oggi non tengo piu' pesci in acquario, ne' tropicali ne' locali, e il nostro gatto se ne va dai genitori di lei. Cosi' finalmente posso prendermi una vacanza senza paure.
Una settimana pero' che poi si torna a lavorare eh?

martedì 20 luglio 2010

Catch&Release - slot regulations


La famosa foto del luccio record canadese con in bocca un altro luccio (la foto ha ormai qualche anno ed e' stata attribuita ad almeno 8 paesi diversi con misure dei due lucci sparate a caso e relative storie sempre più inverosimili)

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di catch&release e regolamenti dandone prima un'introduzione generale e poi andando a vedere nel dettaglio i risultati di alcuni tipi di regolamento nella loro applicazione pratica.

Oggi andiamo a trattare l'ultimo argomento, quello piu' scottante e forse il piu' interessante: le regolamentazioni a slot (intervallo di misure).

giovedì 15 luglio 2010

Trote mutanti, o no?

Che pesce e' questo? Curiosi? Continuate a leggere e lo scoprirete..

Seguendo il mio progetto di ricerca in lapponia mi e' capitato di pescare una serie interessante di trote. Queste trote derivano tutte da un'introduzione di 35 anni fa e provengono da un lago piuttosto vicino ma grazie alla spiccata plasticita' tipica della specie sono differenziate nella livrea fino ad assumere aspetti molto diversi (pur essendo un'unico ecotipo o morph).

Il mio supervisore, che di pesci non e' esperta, commentando le catture ha detto "guarda, quella sembra un incrocio con un salmerino.." ed effettivamente una delle trote aveva qualche tratto che, ad un occhio inesperto, ricordava un po' il salmerino (no, non e' il pesce della prima foto).

Pero' le trote fario non si ibridizzano con i salmerini, giusto?

Giusto, perche' i salmerini diffusi nei territori scandinavi sono Salvelinus alpinus alpinus e non Salvelinus fontinalis (che e' quello di origine americana, introdotto in alcuni laghi e torrenti d'alta quota anche nelle alpi) e non conosco ibridazioni tra il salmerino alpino e altre specie di salmonidi. O e' sbagliato?

martedì 29 giugno 2010

Catch&Release - management avanzato


Una vecchia cartolina dal Minnesota, per fortuna i tempi sono cambiati (vintagepostcards.org)

Come promesso nell'articolo precedente andiamo a vedere un po' nel dettaglio alcune possibili scelte nel management delle risorse ittiche.

Continuiamo a parlare di luccio come caso esemplare e per farlo prendiamo il caso del management nello stato americano del Minnesota.

Perche' proprio il Minnesota? Perche' ormai da anni (quasi un centinaio) sono in forza programmi per il management degli esocidi, in particolare muskie e lucci.
Tralasciando per il momento i muskie, che sono un caso a parte, il management del luccio e' passato per tutte le fasi tipiche di altri paesi. Al momento si puo' considerare il caso del Minnesota come un esempio da seguire non tanto per i risultati ottenuti quanto per l'alto grado di comunicazione tra la gestione delle acque e i singoli pescatori, per essere riusciti ad iniziare un cambiamento nella mentalita' dei pescatori e per l'intraprendenza nel testare rigorosamente le misure adottate (oltre ovviamente a fare marcia indietro qualora sia il caso).

Ma cominciamo dall'inizio e andiamo a vedere nel dettaglio come la gestione del luccio sia cambiata negli anni e come sono andate le sperimentazioni fatte sui regolamenti di pesca.

lunedì 28 giugno 2010

Che senso ha PaperFish?


Vignetta umoristica di Adam Zygus (www.adamzygus.com)

Non e' una domanda retorica.

E la risposta a questa domanda deve essere piu' che chiara, non solo a me ma a tutti i lettori del blog. Perche' e' il motivo fondamentale per cui il blog stesso e' nato ed occorre ricordarlo non solo agli altri ma anche a me stesso.
Ed e' una buona occasione anche per dare una spiegazione esauriente al nuovo contenuto in calce alle pagine del blog.

PaperFish e' un blog totalmente gratuito, tutti i contenuti sono originali (tranne alcune delle foto, di cui sono sempre comunque dati tutti i riferimenti dell'autore, come quella qui sopra) e sono pubblicati online per essere diffusi.
L'idea, gia' ribadita piu' volte all'interno del blog, e' che bisogna informare, colmare quella lacuna tra scienza e pescatori o semplici appassionati dei pesci.

Per questo i contenuti del blog sono protetti da una licenza creative commons nc-nd 2.5, come specificato in calce ad ogni pagina. Cosa vuol dire in pratica quella sigla che suona per lo piu' come una formula chimica?
In sostanza vuol dire che i contenuti di questo blog sono liberamente copiabili, senza modificarli, ed anzi la riproduzione dei contenuti e' incoraggiata. Purche' i contenuti non vengano utilizzati a fine di lucro e venga citato l'autore e la provenienza dell'articolo.

Nel passato alcuni miei articoli, a riguardo di tutt'altri argomenti, sono stati raccolti in un e-book e messi in vendita su e-bay, nonostante fossero liberamente disponibili on-line. Ovviamente la limitazione della vendita e' praticamente impossibile.
Questo mi ha insegnato che dopotutto se volessi veramente fare dei soldi, i mezzi sono molto diversi dall'aprire un blog su internet. E mi ha insegnato che la conoscenza, per quanto duramente acquisita, va in qualche modo trasmessa agli altri. Studiare per anni soltanto per "saperne di piu' degli altri" sarebbe inutile e stupido.

E' vero, in questo blog appaiono degli AdSense. I guadagni sono talmente astronomici che di questo passo potrei ricevere il primo assegno da Google alla fine del 2011 e addirittura mangiarmi una pizza gratis!!
Gli AdSense li ho messi per una questione di principio (retribuzione del lavoro, anche minima) e per un esperimento "sociale". Non posso rivelare ora tutti i dettagli di questo esperimento fatto in casa, posso solo dire che lo scopo e' verificare quanto effettivamente "paghi" internet quando un blogger si impegna a produrre dei contenuti seri e confrontarlo con altri siti (non gestiti da me) simili per dimensioni del target ma che sono fatti appositamente per attirare click, che hanno scarso contenuto originale ma molte pubblicita' etc.

lunedì 21 giugno 2010

Alloctono; come, dove e quando?


Nel post precendente, come introduzione, abbiamo visto il caso della disputa (molto tirata) sull'alloctonia del siluro.

Ora, sperando che quello spunto sia servito a spronare la vostra curiosita' vorrei andare a vedere come viene definito se una specie e' alloctona o autoctona. Partiremo dai casi piu' generali e finiremo col fare qualche esempio riferito all'italia.

Partiamo dal principio.

lunedì 14 giugno 2010

Paperfish cambia pelle anzi, squame!


Siccome anche l'occhio vuole la sua parte ho deciso di curare leggermente di piu' l'aspetto del blog.

In questi giorni ho apportato alcune modifiche al layout e alla grafica del sito, cercando di renderlo un po' piu' piacevole alla vista senza alterarne lo spirito originario.
Per esempio visto che personalmente odio la pubblicita' ma non sono contrario alla retribuzione del lavoro ho spostato tutti gli adsense in fondo alla pagina, dove possibilmente daranno meno fastidio. Nessuno fara' click su dei link ma tanto non diventavo ricco lo stesso.
Di "nuovo" c'e' anche il Paperfish Acquarium, un'applet tanto carina quanto inutile che vi permette di osservare le evoluzioni di 5 pesci colorati che seguono il puntatore del mouse e mangiano il cibo che gli gettate (cliccando sull'acquario). Magari un giorno ne faranno una che tiene conto dell'ingrasso dei pesci o che permette di pescarli..

Nonostante il blog sia una cosa che seguo a tempo perso come hobby non la considero come una creatura soltanto mia e ancora una volta vorrei sentire l'opinione dei miei 20 lettori (vabbe', sto esagerando, facciamo 10 se no il Manzoni si arrabbia, e poi il contatore di accessi non mente..).
Il lavoro e' tutto fuorche' finito e il blogging mi piace come hobby, cerchero' di migliorarlo costantemente, tempo permettendo..

In alto a destra potete esprimere la vostra opinione in forma anonima tramite il sondaggio e commentando a questo post (anche in forma anonima) potete aggiungere dettagli, suggerimenti e quant'altro vi passi per la testa.

domenica 13 giugno 2010

Siluri dal siluriano?



Articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

Tempo fa ebbi l'occasione di discutere brevemente di siluro sul forum del Gruppo Siluro Italia. La discussione, accesa ma fondamentalmente educata, fu rimossa "accidentalmente" durante una delle operazioni di mantenimento del forum ma non fu mai ripristinata e il discorso, per quanto interessante si areno' la'..

Una cosa mi e' pero' rimasta impressa di quella discussione: cioe' la voglia di far passare informazioni non corrette in funzione di una riabilitazione dell'immagine del siluro. Questa cosa, per effetto della mancanza di informazione da parte degli ittiologi italiani, ha trovato terreno fertile nel mondo della pesca sportiva. Una mezza verita', ripetuta abbastanza volte e magari storpiata ulteriormente, passa di pescatore in pescatore rafforzandosi sempre di piu' durante il viaggio.

E' cosi' che nasce un'informazione fuorviante.

martedì 1 giugno 2010

Luccio - fasi larvali


Purtroppo altri impegni mi hanno tenuto lontano dal blog per qualche tempo ma almeno sono riuscito a completare questo articolo a cui lavoravo gia' da un po' di tempo nonostante sia impegnato in un secondo lavoro e in attivita' di ricerca sul campo a 1000 km da casa..

Ma non perdiamo tempo e torniamo a parlare delle larve di luccio appena uscite dall'uovo. Nelle puntate precedenti abbiamo visto qualcosa della frega e raccontato un po' la storia dell'embrione fino alla schiusa.

Ora vedremo le delicate fasi dello sviluppo delle larve, fino alla fase giovanile.

Pronti? via!

domenica 16 maggio 2010

Luccio - la vista e le esche


Si sente spesso parlare (talora a sproposito) dell'importanza del colore delle esche nella pesca al luccio, sono quindi andato a vedere nel dettaglio come funziona la vista del luccio per vedere quanto ci sia di vero e quanto sia invece leggenda..

Partiamo dall'analizzare quali variabili influenzano la vista dei pesci in generale e prendiamo il caso del luccio nel particolare cercando alla fine di tirare qualche conclusione sensata dai dati scientifici e dalle statistiche di pesca.

venerdì 14 maggio 2010

PaperFish needs you!


Il blog e' appena agli inizi e come tutte le creature negli stadi iniziali della loro vita ha bisogno di particolari attenzioni.

Pertanto un appello a tutti i lettori del blog:

Commentate questo post con proposte e idee, suggerimenti e perche' no anche critiche (basta che siano costruttive). Vorrei trattare argomenti che siano veramente interessanti per VOI oltre che per me.

mercoledì 12 maggio 2010

Catch&Release - il luccio, un caso esemplare


Articolo modificato dopo la pubblicazione iniziale

Ultimamente il Catch& Release, ovvero la pratica della pesca e del rilascio del pescato (vivo), ha preso decisamente piede tra i praticanti della pesca sportiva. Tranne alcuni casi particolari (come quello sopra riportato) il pescatore moderno cerca la sfida con il pesce invece di qualcosa da portare a tavola.

Il catch&release e' sicuramente il modo piu' sportivo di confrontarsi con la preda e rappresenta il culmine della pesca sportiva.
Questa pratica offre numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale e dal punto di vista del pescatore. Ma siamo sicuri che sia sempre la strategia di gestione migliore? Quali altre regolamentazioni possono essere imposte dalle amministrazioni o dall'etica personale dei pescatori?

Cerchiamo di capire quali sono le varie alternative disponibili nella gestione della pesca sportiva e di valutare i loro effetti, prendendo ad esempio il caso del luccio.

giovedì 6 maggio 2010

Luccio - dall'uovo alla schiusa


Per rendere il discorso luccio piu' interessante ho pensato di seguire non solo un filo logico ma anche una sequenzialita' temporale legata al tempo reale. Almeno riferito alla situazione locale.

Se pertanto nella puntata precedente avevamo visto come stava andando la frega (iniziata un paio di settimane fa e in conclusione proprio in questi gioni) oggi proveremo a vedere cosa sta succedendo alle prime uova deposte, fra qualche settimana parleremo degli individui giovani e cosi' via.

Per ora seguiamo l'avventura delle uova.

lunedì 3 maggio 2010

Luccio - vita, morte, miracoli

Premessa: adoro le photoshoppate fatte male, hanno un gusto tra il kitch e l'orrido che mi soddisfa, eppoi stimolano l'ironia.
Con questo articolo vorrei comnciare una serie un po' discontinua che riguarda il luccio, il mio pesce preferito quando si parla di pesca sportiva.

Per raccontare una bella storia, mi dicevano alle elementari, bisogna partire dall'inizio. Nonostante mille libri e film abbiano poi smentito questo principio vorrei partire lo stesso dal principio. Quindi:

C'era una volta..

lunedì 26 aprile 2010

Intervallo



Intervallo. O forse no.

Volevo un argomento leggero, tanto per staccare, e invece mi sono ritrovato a scrivere di uno dei piu' grossi problemi mondiali.

Overfishing. Cioe' il fatto che negli ultimi 100 anni abbiamo aumentato esponenzialmente la nostra capacita' di raccogliere pesce dal mare fino a far collassare gli stock delle prede piu' importanti. Cioe' rendersi conto che i 2/3 del pescato sono buttati (morti) perche' la pesca non e' selettiva. Cioe' rendersi conto che un ritmo del genere non e' sostenibile e rischiamo un collasso completo dell'ecosistema marino.

Produciamo abbastanza cibo da nutrire tutta la popolazione mondiale ma poco meno di 1/6 di essa (1 miliardo di individui) muore comunque di fame. Perche?Distribuzione ineguale.
Piu' o meno il discorso del pesce d'allevamento contro il pesce catturato nei mari.

Fish farming. Generalmente effettuato dando da mangiare sfarinati di pesce o di pollame. Nonostante i tassi di conversione molto elevati (anche 2,5:1) si tratta sempre di convertire una risorsa naturale in una artificiale, con relativa perdita.
L'idea di base e' la stessa della pesca intensiva (e dell'industria e dell'agricoltura etc.) cioe' che si cerca di fornire un prodotto a un prezzo sempre piu' basso.
Il problema e' che con questo sistema non si nutre la maggior parte della popolazione come sarebbe naturale credere ma si finisce soltanto per sovrasfruttare le capacita' dell'ambiente. In parole povere prendere acciughe in Argentina per fare salmoni pregiati in Norvegia.

Solo 4 note per cominciare a riflettere..

martedì 20 aprile 2010

Siluro: contenimento e rimozione




Questo posto e' l'ultimo (per ora) della serie dedicata al siluro ed e' anche sicuramente il piu' difficile da scrivere. La questione e' veramente spinosa e coninvolge problematiche di diversi settori, parlarne equivale a buttarsi in un ginepraio da cui e' difficile uscire indenni. Tanto piu' che a parlarne schiettamente si e' praticamente obbligati a pestare parecchi piedi, i cui proprietari non saranno certo contenti.
Ma almeno non avendo nessun interesse e nessun rapporto di lavoro in Italia, ne' con un lato ne' con l'altro, mi posso permettere di parlare senza peli sulla lingua.

Nei post precedenti abbiamo visto che tipo e quanto impatto ha un siluro sull'ambiente in cui viene introdotto. Ora non resta che decidere cosa fare a riguardo. Facile, direte voi.
E invece no.

Vediamo perche'...

Siluro: valutazione d'impatto



Felice Mauri ritratto con un siluro record di 2,60 m per circa 150 kg di peso. Pescato nel Lago Azzurro di Peschiera Borromeo nel maggio del 2008.

Immagine forse un po' cruda per introdurre un articolo altrettanto crudo.

Quando si parla di siluro non e' facile restare imparziali. I numeri sono numeri e in quanto tali non portano colpa, per questo nei primi due articoli mi sono limitato ad elencare le informazioni disponibili e i metodi con cui queste informazioni vengono ottenute.

Ma c'e' un punto in cui oltre alle considerazioni di tipo teorico occorre anche tirare delle conclusioni. Queste conclusioni devono essere necessariamente derivate dai dati e non devono essere affette (nei limiti del possibile) da considerazioni accessorie.

Quindi, che impatto ha un siluro sull'ambiente?

Non esiste una guida generale sul "come" fare una valutazione dell'impatto di una nuova specie in un ecosistema. Forse semplicemente perche' l'intera comunita' scientifica e' concorde nell'affermare che ogni specie alloctona ha un impatto negativo sull'ambiente. E questo vale non solo nel caso dei pesci ma di tutti gli organismi viventi. E' un principio talmente generale e talmente accettato che si e' tradotto in leggi ferree sulla diffusione delle specie in praticamente tutti gli stati avanzati, Italia compresa.

L'idea di un diverso approccio alla valutazione d'impatto, come per esempio proposta dall'amico Nicola Fortini di Firenze, basata sull'impatto diretto su specie a rischio e' talmente restrittiva da risultare inefficace nella maggior parte dei casi. Dimostrare un impatto diretto e fatale su specie a rischio normalmente comporta l'osservazione della colonizzazione per un numero di generazioni sufficiente, cosa che di solito pero' comporta anche l'eventuale sparizione della specie a rischio.
Seguendo questo principio pero' si arriverebbe a dei paradossi.
Per fare un esempio concreto: in popolazioni gia' compromesse e con specie autoctone presenti anche in altri bacini (quindi non a rischio) sarebbe lecito fare immissioni indiscriminate.

Pertanto, di norma, si preferisce agire con un principio cautelativo. Cioe' la non-pericolosita' deve essere dimostrata scientificamente prima di autorizzare un'introduzione.

C'e' comunque un modo per valutare che tipo di impatto ha il siluro sugli ecosistemi in cui viene introdotto. Ed e' quello di esaminare le sue caratteristiche autoecologiche cioe' il modo in cui si accresce, si riproduce, si alimenta etc.
- La sua resistenza ad un ampio spettro di parametri di qualita' dell'acqua quali temperatura, ossigeno disciolto ed inquinanti lo rende virtualmente immune dai maggiori problemi presenti nelle acque italiane, cioe' l'inquinamento, le asciutte e l'eutrofizzazione.
- Il suo rapido accrescimento grazie anche alle temperature dell'acqua (arriva a maturita' in soli 2-3 anni, alla misura di circa 70 cm) lo mette al riparo dalla predazione da parte di altri pesci o uccelli e gli permette di riprodursi relativamente presto.
- La sua dieta e il quantitativo di cibo ingerito (vedi i due articoli precedenti) lo rendono un predatore al top della catena alimentare, capace di influenzare le biomasse delle altre specie ittiche (e non) presenti.
- La sua attivita' notturna lo rende un predatore prima sconosciuto nelle acque italiane. Altri predatori notturni come la bottatrice, il pescegatto e l'anguilla non hanno uno spettro alimentare cosi' ampio.
In generale queste caratteristiche, unite alla capacita' di colonizzare praticamente qualsiasi nicchia ecologica lasciata scoperta o di scavarsi una nuova nicchia nell'ecosistema sottraendo risorse alle specie autoctone , sono le ragioni per cui molti scienziati temono l'introduzione di questa specie. Oltre ovviamente alla diffusione di virus e infezioni, comune a tutti i movimenti di specie.

Il siluro dunque ha un impatto diretto sull'ambiente sia come predazione diretta di alcune specie (fino a diventare il predatore al top della catena alimentare) sia come competizione per le risorse alimentari (dato l'ampio spettro di nutrizione).
Di sicuro il siluro non e' in grado di "mangiarsi tutti i pesci del lago" come sostengono alcuni. Potrebbe essere pero' in grado di ridurre drasticamente (fino al collasso) degli stock di specie gia' afflitte da altri problemi e in ogni caso di ridurre l'abbondanza delle altre specie. Semplicemente perche' un dato ecosistema puo' supportare soltanto una certa biomassa e ogni nuovo commensale porta via una fetta della torta agli altri, specialmente un predatore.

Se, dunque, il siluro ha un impatto sull'ecosistema cosa si puo' fare a riguardo? Questo sara' il controverso argomento del prossimo post.

Bibliografia (in ordine sparso):
Copp et al. 2009
Bianco P.G. (vari articoli e comunicazioni personali)

giovedì 8 aprile 2010

Ma cosa mangia un siluro?


Se qualcuno non si era addormentato leggendo il post precedente allora potrebbe trovare anche questo post di suo gradimento.

Perche' se dall'altra parte siamo arrivati a stabilire con un certo grado di incertezza quanto mangia un siluro la domanda che viene piu' naturale farsi dopo e' :
Cosa mangia un siluro?

mercoledì 7 aprile 2010

Ma quanto mangia un siluro?


Con questo post vorrei iniziare una serie di articoli dedicati all'argomento siluro. Ultimamente ho avuto modo di discutere in svariate sedi sia con i sostenitori che con i detrattori di questo pesce, sia con persone qualificate che con semplici pescatori appassionati.

Idealmente, data la vastita' dell'argomento, cerchero' di parlare di alcuni aspetti particolari della biologia e dell'etologia del siluro prima di avventurarmi a parlare di espansioni ed invasioni o di metodologie di contenimento.

La foto qui accanto ritrae i fratelli Milillo (di cui uno e', ad oggi, presidente del Gruppo Siluro Italia) alle prese con un siluro in una posa scherzosa. Mi e' sembrata la foto piu' adatta per introdurre quest'argomento cosi' caldo, un monito a sdrammatizzare perche' dopotutto parliamo solo di pesci..

Allora, dunque, quanto mangia un siluro?

martedì 6 aprile 2010

Un pesce di carta




Avrei voluto pubblicare questo post il 1 di Aprile ma obbiettivamente quel giorno avevo talmente tanto da fare che mi sono perfino dimenticato di fare i classici scherzi..

Dopo tanto tempo e qualche ripensamento ho deciso di aprire un blog tutto mio. L'idea e' quella di scrivere tutto quello che ritengo interessante riguardo ai pesci nella speranza di avere una specie di diario degli argomenti che mi hanno interessato e che, per ragioni di tempo e indirizzo, non ho potuto seguire con l'attenzione che meritano.
Se poi, incidentalmente, questi argomenti interessassero pescatori o semplici appassionati del mondo dei pesci e fornissero informazioni utili ne sarei doppiamente contento. Forse almeno nel mio piccolo potrei arrivare a contribuire alla divulgazione sull'argomento pesci che in Italia al momento e' ancora lacunosa ed aneddotica..

Come primo post non voglio tediare nessuno con argomenti pesanti (quelli saranno per il post successivo, partiro' in quarta) per cui vi propongo un semplice video grazie al quale ho convertito
le stampe di prova di alcuni articoli che ho scritto in invidiati soprammobili che al momento costituiscono un bel branco sopra alla mia scrivania.

Sperando che stimoli anche la vostra fantasia, ecco il pesce di carta: Origami Fish