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lunedì 16 dicembre 2013

Attacchi agli umani


Poco piu' di un'escoriazione in via di guarigione, ma chi sara' stato?

Lasciate ogni speranza, o voi ch'intrate in acqua!!!

Scherzi a parte, oggi parliamo di eventi rari, anzi molto rari. 
Avete mai sentito parlare di leggende di pesci enormi che attaccano cani ed a volte bambini? (praticamente ogni episodio di River Monsters...)
Beh, come in ogni leggenda c'e' un fondo di verita' anche queste storie qualcosa di vero potrebbe esserci....

Eh niente, c'erano post un po' piu' solidi in cantiere ma cosa volete, e' la fine dell'anno e c'e' tanto altro da fare. Tutto rimandato dunque, e invece vi cuccate un post sugli attacchi dei pesci d'acqua dolce agli umani.
Si, lo so, non e' esattamente adatto al periodo e sicuramente non fa molto spirito natalizio, pero' ho raccolto un buon numero di casi durante gli anni e dopo una discussione avuta di recente mi e' sembrato che fosse arrivato il momento di pubblicarli.

- Attenzione, il post contiene immagini di morsi vari su parti umane. Nonostante abbia selezionato i casi meno truculenti ne sconsiglio la visione ai deboli di stomaco -

giovedì 22 agosto 2013

L'impatto del siluro, e delle specie alloctone, sull'ecosistema - nuovi studi

Silurus glanis (@wikimedia commons)

Prima di scrivere questo articolo ci ho pensato non poco.
Prima perche' l'argomento e' da sempre controverso, e poi soprattutto perche' essendo coinvolto in prima persona nello studio non sarei riuscito a mantenere l'abituale imparzialita'.

E' passato cosi' quasi un anno dalla fine del lavoro, e gia' alcuni mesi dalla pubblicazione, prima che mi decidessi a scriverne.

Ma partiamo dal principio:

La prima serie di articoli pubblicata su questo blog aveva come oggetto il siluro (Silurus glanis) in quanto voleva essere una specie di "riassunto" delle informazioni disponibili su questo pesce.
La serie voleva prima di tutto essere una fonte di riferimenti scientifici in forma divulgativa, in modo da risparmiare tempo nelle annose discussioni che all'epoca imperversavano nei vari forum tematici.

Partito da un'analisi sulla quantita' di cibo ingerito dal siluro, ero poi passato a vedere di che tipo di cibo si trattasse. Quindi sulla base di questo avevo stilato una valutazione d'impatto (grossolana) e per finire esplorato alcune possibilita' di contenimento ed eradicazione.

Questa serie di articoli e' tutt'ora tra gli articoli piu' letti di questo blog.

Ma non poteva finire la'. Durante la stesura degli articoli mi ero accorto di due cose:

1 - Mancavano completamente o quasi ricerche fatte in Italia, pur essendo una tra le specie introdotte piu' controverse e malgrado molti studi millantati
2 - Mancavano informazioni sull'impatto in casi studio, in Italia ma anche all'estero, per via della difficolta' nel reperire dati adatti che permettessero di studiare il problema seriamente

Fortuna volle che, tramite amicie comuni, entrassi in contatto con l'universita' di Ferrara dove il team di ricerca stava gia' lavorando ad un progetto riguardante il siluro e piu' in generale le specie alloctone. Progetto a cui ho potuto dare il mio contributo.

La scardola italica (S. hesperidicus) una delle specie con il declino piu' accentuato nell'area di studio (@ ittiofauna.org)

L'idea di fondo era cercare di capire se e come l'espansione del siluro avesse impattato sulla fauna autoctona nella rete dei canali della pianura padana. Un ambiente molto particolare.

La rete idrica e' molto complessa e l'area pesantemente antropizzata, il livello delle acque nei canali della rete idrica e' abbassato durante la stagione invernale dal consorzio di bonifica fino quasi a restare in secca. In alcuni canali vengono anche effettuati prelievi autorizzati del pesce, al fine di spostarlo in altri canali limitrofi prima dell'asciutta. Questo offre la possibilita' unica di avere un'istantanea completa della popolazione ittica del canale in quel momento, in quanto pressocche' tutto il pesce viene catturato e trasferito.

Ovviamente questo e' anche uno dei modi in cui le specie alloctone vengono spostate (assieme alle autoctone) da un canale all'altro. Ma esse possono comunque passare dal corso principale del Po a tutti i corsi di ogni ordine della rete idrica anche per altre vie.

Dunque, in questo regime molto particolare che dura da decenni, qual'e' stato l'impatto del siluro e di altre specie alloctone?

Per verificarlo abbiamo utilizzato un metodo molto diretto: abbiamo preso in esame 14 canali della rete idrica con simili caratteristiche e che non avessero subito modifiche sostanziali alla loro morfologia negli ultimi 18 anni.

Poi siamo andati a controllare elementi quali la composizione di specie durante 4 eventi di svuotamento e trasferimento dei pesci dal 1991 al 2009. Il trend era piuttosto univoco in tutti gli ambienti:

le specie autoctone erano in declino, mentre in generale aumentavano in corrispondenza le specie alloctone



Le variazioni di numero di individui e biomassa delle varie specie, dall'alto al basso rispettivamente di specie alloctone, autoctone, alloctone di vecchia introduzione e di nuovo alloctone.

La situazione odierna e' sconcertante. La comunita' ittica e' infatti dominata da poche specie, tutte alloctone. Su tutte il siluro ma anche la carpa (di grandi dimensioni), a seguire luccioperca, breme e pseudorasbora (in declino).
Le specie autoctone, che prima prosperavano, ora sono ridotte al lumicino o estinte.

Ma quindi qual'e' la causa di tutto questo? Come abbiamo gia' detto in questi canali non e' cambiata la morfologia ne' e' cambiato il regime idrico o di gestione ittica.

Potrebbe essere cambiata la qualita' delle acque stesse? Siamo andati a verificarlo utilizzando i dati completi della serie storica sui vari parametri delle acque, rilevati durante tutto il periodo. Inoltre abbiamo analizzato tutta la letteratura disponibile sugli effetti che i vari parametri chimico/fisici dell'acqua hanno sui pesci in oggetto, o su specie simili quando non c'era altro di disponibile. Le condizioni dell'acqua non erano tali da impedire la vita delle specie autoctone ma al massimo potevano portare a stress periodici.

Il risultato era chiaro anche in questo caso:

scarsa o nulla correlazione con i parametri fisici dell'acqua, che non sono sostanzialmente cambiati durante il periodo studiato


Le cause del declino sono dunque probabilmente da attribuire principalmente alle interazioni tra specie alloctone ed autoctone, tra cui il siluro forse ha giocato un ruolo di rilievo, all'interno di un ecosistema estremamente semplificato ed antropizzato, che probabilmente esaspera le interazioni ecologiche. I canali che un tempo fungevano da nursery per le specie autoctone sono adesso dominate da una fauna danubiana.
E cosi' un giorno manderemo cartoline in Ungheria con francobolli come questo

Non e' dunque vero che il siluro o gli alloctoni  non hanno impatto o che possono coesistere assieme a tutte le altre specie. Almeno non e' vero in questa situazione, che purtroppo e' rappresentativa di molti sistemi all'interno del suo areale di introduzione. Ne' e' vero neanche che la causa del declino delle specie autoctone sia principalmente dovuta solo all'inquinamento o agli interventi in alveo.

Ma non e' finita qua, perche' rimangono ancora alcuni punti che meriterebbero di essere investigati seriamente. E ci stiamo lavorando (seriamente) sopra.

Bibliografia:





  • Castaldelli G., Pluchinotta A., Milardi M., Lanzoni M., Giari L, Rossi R., Fano E.A. 2013
  • Introduction of exotic fish species and decline of native species in the lower Po basin, north-eastern Italy

    sabato 6 agosto 2011

    Siluro - curiosita'


    Un utente mi ha gentilmente segnalato che la foto sorpa, apparsa in un precedente articolo sul siluro (QUESTO), non e' in realta' la foto di un siluro. Ringrazio Walter per la segnalazione.

    In effetti si tratta di un pesce gatto americano, il testa piatta (Pylodictis olivaris), che e' rimasto incastrato cercando di ingoiare un pallone da basket e non riusciva piu' ad immergersi. Ancora vivo e' stato successivamente liberato.

    Il motivo per cui ho pubblicato quella foto e' presto detto. Originariamente la foto che avrei voluto pubblicare era questa.


    Che si riferisce ad un siluro morto per aver cercato di ingoiare un pallone da calcio. Pero' l'articolo si riferiva ad un argomento serio con un tono leggero e non pensavo (e non lo penso tutt'ora) che il tono scherzoso dell'immagine e della didascalia sarebbe andato d'accordo con questa foto un po' macabra.
    Insomma l'obbiettivo era scherzare e prendere alla leggera l'argomento, non trovare una foto che si adattasse al testoo che spaventasse la gente.

    D'altra parte di foto di pesci morti per ingordigia ne e' pieno il web, e' una cosa naturale che succede a molti animali, specialmente a sangue freddo. Comunque spero che l'equivoco sia chiarito.

    Visto che ci siamo diamo un altro paio di notizie relative al siluro.

    Questo documentario, piuttosto ben fatto, e' molto interessante e con ottime immagini subacquee. Girato negli areali originari del siluro mostra il corteggiamento nuziale durante la frega (piu' o meno intorno al minuto 6). Il mio tedesco e' veramente pessimo ma tant'e', spero che il vostro sia migliore del mio.




    Un'altra foto reperita via internet mostra (presumibilmente) il record di siluro. Personalmente ho sempre trovato il dato citato in diversi articoli e libri un po' esagerato, ma a guardare questa foto potrei ricredermi.

    E' questo il famoso siluro del Dnepr? Difficile dirlo.. A me sembra piu' uno storione ladano..

    Finora il record spetterebbe al fiume Dnepr nei pressi di Krementchug con 5 metri di lunghezza e 300 kg di peso. Pesci intorno ai 300 kg sono stati riportati anche dal Volga e dal Mar Caspio.

    Purtroppo niente foto, o almeno niente foto chiare, ed e' abbastanza noto nell'ambiente che i russi non ci andavano troppo cauti con le misure..Magari un giorno anche queste taglie veramente eccezionali verranno confermate.

    So che dopo un mese senza aggiornamenti questo non e' il modo migliore per cominciare ma visto che il lavoro sul campo mi sta prendendo meno tempo del previsto prometto di pubblicare qualche altro articolo piu' serio entro breve.

    martedì 24 maggio 2011

    Nuovo record del mondo IGFA di siluro?


    La notizia non e' proprio fresca e si sa che le notizie sono come il pesce e dopo 3 giorni..

    Pero' io non sono schizzinoso, come potrei esserlo con il lavoro che faccio?

    Se le misure saranno confermate queste dovrebbero essere le foto del nuovo record mondiale per quanto riguarda la pesca del siluro. Questo colosso di 265 cm per 149 Kg di peso esce dalle acque italiane del Po ed e' stato catturato da Erik Zbinovsky, pescatore slovacco, nei pressi di Porto Viro (RO).




    Sembra sempre piu' realistica la possibilita' che la crescita di questa specie, introdotta negli anni '60 ed esplosa negli anni '80 e '90 non si stia livellando come previsto. Prova ne sarebbero i continui record mondiali catturati tutti nelle acque italiane negli ultimi anni..


    Modelli da rivedere o semplicemente alcuni fattori sfuggono ad un'analisi superficiale? Per il momento difficile dirlo. Sicuramente catture del genere alimentano il contrasto tra chi cerca il ripristino ambientale e chi e' interessato alla caccia al record, interessi troppo diversi e forse inconciliabili..

    lunedì 15 novembre 2010

    Siluro - abbondanza e alimentazione negli areali di introduzione

    Un siluro particolarmente affamato e la sua scarsa abilita' nel selezionare prede

    E' un dato triste che questo blog riceva la maggior parte delle sue visite sull'argomento siluro.
    Nonostante il Silurus glanis sia stato uno dei motivi per cui ho aperto il blog ritengo che ci siano molti altri argomenti interessanti da leggere qua dentro, ma pare che la maggior parte degli altri argomenti non attraggano ricerche di google o visitatori come fa questo pesce. Evidentemente e' diventato uno dei punti controversi (e pertanto piu' amati) del panorama della pesca nazionale.

    Se ne e' gia' parlato abbastanza e francamente credo sia controproducente intavolare un discorso articolato e informato su quest'argomento. E' un po' la teoria della montagna di merda (scusate il francesismo) applicata alla biologia dei pesci. Qualcuno parte con informazioni imprecise o fuorvianti (vedi il caso dei fossili o dell'elettropesca) e agli altri tocca spendere un sacco di tempo per spiegare con calma e riferimenti letterari che le cose non stanno proprio cosi'. Spalare la merda (ops, di nuovo) e' un esercizio stancante e molto piu' difficile che produrla, il produttore ha cosi' un netto vantaggio sullo spalatore.

    Premetto che odio dover tornare a parlare di siluro. Penso di aver gia' speso inchiostro elettronico a sufficienza sull'argomento ma questo e' un aggiornamento quasi doveroso.


    domenica 13 giugno 2010

    Siluri dal siluriano?



    Articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

    Tempo fa ebbi l'occasione di discutere brevemente di siluro sul forum del Gruppo Siluro Italia. La discussione, accesa ma fondamentalmente educata, fu rimossa "accidentalmente" durante una delle operazioni di mantenimento del forum ma non fu mai ripristinata e il discorso, per quanto interessante si areno' la'..

    Una cosa mi e' pero' rimasta impressa di quella discussione: cioe' la voglia di far passare informazioni non corrette in funzione di una riabilitazione dell'immagine del siluro. Questa cosa, per effetto della mancanza di informazione da parte degli ittiologi italiani, ha trovato terreno fertile nel mondo della pesca sportiva. Una mezza verita', ripetuta abbastanza volte e magari storpiata ulteriormente, passa di pescatore in pescatore rafforzandosi sempre di piu' durante il viaggio.

    E' cosi' che nasce un'informazione fuorviante.

    martedì 20 aprile 2010

    Siluro: contenimento e rimozione




    Questo posto e' l'ultimo (per ora) della serie dedicata al siluro ed e' anche sicuramente il piu' difficile da scrivere. La questione e' veramente spinosa e coninvolge problematiche di diversi settori, parlarne equivale a buttarsi in un ginepraio da cui e' difficile uscire indenni. Tanto piu' che a parlarne schiettamente si e' praticamente obbligati a pestare parecchi piedi, i cui proprietari non saranno certo contenti.
    Ma almeno non avendo nessun interesse e nessun rapporto di lavoro in Italia, ne' con un lato ne' con l'altro, mi posso permettere di parlare senza peli sulla lingua.

    Nei post precedenti abbiamo visto che tipo e quanto impatto ha un siluro sull'ambiente in cui viene introdotto. Ora non resta che decidere cosa fare a riguardo. Facile, direte voi.
    E invece no.

    Vediamo perche'...

    Siluro: valutazione d'impatto



    Felice Mauri ritratto con un siluro record di 2,60 m per circa 150 kg di peso. Pescato nel Lago Azzurro di Peschiera Borromeo nel maggio del 2008.

    Immagine forse un po' cruda per introdurre un articolo altrettanto crudo.

    Quando si parla di siluro non e' facile restare imparziali. I numeri sono numeri e in quanto tali non portano colpa, per questo nei primi due articoli mi sono limitato ad elencare le informazioni disponibili e i metodi con cui queste informazioni vengono ottenute.

    Ma c'e' un punto in cui oltre alle considerazioni di tipo teorico occorre anche tirare delle conclusioni. Queste conclusioni devono essere necessariamente derivate dai dati e non devono essere affette (nei limiti del possibile) da considerazioni accessorie.

    Quindi, che impatto ha un siluro sull'ambiente?

    Non esiste una guida generale sul "come" fare una valutazione dell'impatto di una nuova specie in un ecosistema. Forse semplicemente perche' l'intera comunita' scientifica e' concorde nell'affermare che ogni specie alloctona ha un impatto negativo sull'ambiente. E questo vale non solo nel caso dei pesci ma di tutti gli organismi viventi. E' un principio talmente generale e talmente accettato che si e' tradotto in leggi ferree sulla diffusione delle specie in praticamente tutti gli stati avanzati, Italia compresa.

    L'idea di un diverso approccio alla valutazione d'impatto, come per esempio proposta dall'amico Nicola Fortini di Firenze, basata sull'impatto diretto su specie a rischio e' talmente restrittiva da risultare inefficace nella maggior parte dei casi. Dimostrare un impatto diretto e fatale su specie a rischio normalmente comporta l'osservazione della colonizzazione per un numero di generazioni sufficiente, cosa che di solito pero' comporta anche l'eventuale sparizione della specie a rischio.
    Seguendo questo principio pero' si arriverebbe a dei paradossi.
    Per fare un esempio concreto: in popolazioni gia' compromesse e con specie autoctone presenti anche in altri bacini (quindi non a rischio) sarebbe lecito fare immissioni indiscriminate.

    Pertanto, di norma, si preferisce agire con un principio cautelativo. Cioe' la non-pericolosita' deve essere dimostrata scientificamente prima di autorizzare un'introduzione.

    C'e' comunque un modo per valutare che tipo di impatto ha il siluro sugli ecosistemi in cui viene introdotto. Ed e' quello di esaminare le sue caratteristiche autoecologiche cioe' il modo in cui si accresce, si riproduce, si alimenta etc.
    - La sua resistenza ad un ampio spettro di parametri di qualita' dell'acqua quali temperatura, ossigeno disciolto ed inquinanti lo rende virtualmente immune dai maggiori problemi presenti nelle acque italiane, cioe' l'inquinamento, le asciutte e l'eutrofizzazione.
    - Il suo rapido accrescimento grazie anche alle temperature dell'acqua (arriva a maturita' in soli 2-3 anni, alla misura di circa 70 cm) lo mette al riparo dalla predazione da parte di altri pesci o uccelli e gli permette di riprodursi relativamente presto.
    - La sua dieta e il quantitativo di cibo ingerito (vedi i due articoli precedenti) lo rendono un predatore al top della catena alimentare, capace di influenzare le biomasse delle altre specie ittiche (e non) presenti.
    - La sua attivita' notturna lo rende un predatore prima sconosciuto nelle acque italiane. Altri predatori notturni come la bottatrice, il pescegatto e l'anguilla non hanno uno spettro alimentare cosi' ampio.
    In generale queste caratteristiche, unite alla capacita' di colonizzare praticamente qualsiasi nicchia ecologica lasciata scoperta o di scavarsi una nuova nicchia nell'ecosistema sottraendo risorse alle specie autoctone , sono le ragioni per cui molti scienziati temono l'introduzione di questa specie. Oltre ovviamente alla diffusione di virus e infezioni, comune a tutti i movimenti di specie.

    Il siluro dunque ha un impatto diretto sull'ambiente sia come predazione diretta di alcune specie (fino a diventare il predatore al top della catena alimentare) sia come competizione per le risorse alimentari (dato l'ampio spettro di nutrizione).
    Di sicuro il siluro non e' in grado di "mangiarsi tutti i pesci del lago" come sostengono alcuni. Potrebbe essere pero' in grado di ridurre drasticamente (fino al collasso) degli stock di specie gia' afflitte da altri problemi e in ogni caso di ridurre l'abbondanza delle altre specie. Semplicemente perche' un dato ecosistema puo' supportare soltanto una certa biomassa e ogni nuovo commensale porta via una fetta della torta agli altri, specialmente un predatore.

    Se, dunque, il siluro ha un impatto sull'ecosistema cosa si puo' fare a riguardo? Questo sara' il controverso argomento del prossimo post.

    Bibliografia (in ordine sparso):
    Copp et al. 2009
    Bianco P.G. (vari articoli e comunicazioni personali)

    giovedì 8 aprile 2010

    Ma cosa mangia un siluro?


    Se qualcuno non si era addormentato leggendo il post precedente allora potrebbe trovare anche questo post di suo gradimento.

    Perche' se dall'altra parte siamo arrivati a stabilire con un certo grado di incertezza quanto mangia un siluro la domanda che viene piu' naturale farsi dopo e' :
    Cosa mangia un siluro?

    mercoledì 7 aprile 2010

    Ma quanto mangia un siluro?


    Con questo post vorrei iniziare una serie di articoli dedicati all'argomento siluro. Ultimamente ho avuto modo di discutere in svariate sedi sia con i sostenitori che con i detrattori di questo pesce, sia con persone qualificate che con semplici pescatori appassionati.

    Idealmente, data la vastita' dell'argomento, cerchero' di parlare di alcuni aspetti particolari della biologia e dell'etologia del siluro prima di avventurarmi a parlare di espansioni ed invasioni o di metodologie di contenimento.

    La foto qui accanto ritrae i fratelli Milillo (di cui uno e', ad oggi, presidente del Gruppo Siluro Italia) alle prese con un siluro in una posa scherzosa. Mi e' sembrata la foto piu' adatta per introdurre quest'argomento cosi' caldo, un monito a sdrammatizzare perche' dopotutto parliamo solo di pesci..

    Allora, dunque, quanto mangia un siluro?