lunedì 29 novembre 2010

I casi della vita..

Visto che in questo periodo sono in altre faccende affaccendato e non riesco a scrivere un post come si deve ho pensato di postare finalmente queste foto con un commento della stagione trascorsa.


Quest'estate ho investito molto tempo, denaro e risorse nella pesca e non penso di aver fatto un cattivo affare. Certo, ho dovuto fare un lavoro extra per recuperare le finanze necessarie o lavorare anche nei giorni festivi al dipartimento ma direi che ne e' valsa decisamente la pena.
Ho avuto anche la fortuna di pescare con amici con la A maiuscola con i quali la pesca e' addirittura piu' divertente ed interessante. Abbiamo avuto un bel po' di avventure, ma tutto sommato ce la siamo sempre cavata. Soprattutto abbiamo passato tanti bei momenti sopra e dentro l'acqua, ed e' questo quello che conta di piu'.

Ora che il mare e' completamente ghiacciato, il motore e' in cantina per riparazioni e per fortuna la barca e' in secca al sicuro possiamo tirare le somme di una bella stagione. E lo faremo con una cena, perche' a pancia piena siamo tutti piu' contenti.

Di tutte le cose che ci sono capitate quest'anno sicuramente una delle piu' bizzarre e' stata quella ritratta in foto. Dopo un lancio e le prime jerkate un banco di pesciolini in fuga fuori dall'acqua mi fa ben presagire un attacco imminente.
Invece dell'attacco, una volta recuperato l'artificiale, ecco la sorpresa. Un alburno e' riuscito ad infilarsi nello split ring dell'ancoretta di coda e ad incastrarsi, probabilmente nella foga della fuga( :D ).
Anche questo pesce, che ha provato in tutti i modi a suicidarsi, e' riuscito ad andare via illeso. Quest'anno non ho trattenuto nessuno dei pesci che ho catturato con la canna, tranne quelli che ho preso durante un campionamento per lavoro.

Ma questa e' un'altra storia...

venerdì 26 novembre 2010

Carnevale della biodiversita'

Come avrete notato questa settimana non ho pubblicato articoli. La prima ragione e' che il carico di lavoro all'universita' e' decisamente aumentato con l'arrivo della stagione invernale, la seconda ragione e' che sto preparando alcuni articoli con tema particolare per due diversi progetti.
Uno e' quello del Carnevale della Biodiversita'.

L'anno che volge al termine e' l'anno internazionale della biodiversita'per festeggiarlo sono stato tirato per i capelli ehm arruolato a forza ehm gentilmente invitato da Livio di Mahengecromis a partecipare a questa iniziativa molto interessante.

Si tratta di una serie di blog con tema naturalistico, in italiano, che ospiteranno a turno articoli con diversi temi incentrati sulla biodiversita' e la sua conservazione. L'idea in questo modo e' di continuare, sulla tradizione di altri anni internazionali, a mantenere vivo un tema per noi decisamente importante.

Qui di seguito il bando completo:



Il Carnevale della Biodiversità

Il 15 Dicembre c.a., a conclusione del 2010, anno internazionale della biodiversità, partirà un'iniziativa tra i più prestigiosi blog italiani di Storia Naturale per continuare a sottolineare l'importanza del tema in oggetto, sia all'interno della comunità scientifica sia tra il pubblico.

La prima edizione del Carnevale della Biodiversità avrà come tema:

“INFINITE FORME BELLISSIME”,

venerdì 19 novembre 2010

Il pesce tri..ehm quadriocchiuto

Blinky, la mascotte degli "Isotopi" la squadra di baseball di Springfield disegnato da Matt Groening, conosciuto come "il pesce triocchiuto"

Blinky e' un pesce molto particolare immaginate se fosse reale.

Purtroppo non e' possbile trovare un pesce con 3 occhi anche se alcuni fossili come Cephalaspis (un pesce del Devoniano) hanno una fissura nel cranio che permetteva una visione tramite "l'occhio pineale" e pertanto si puo' dire che in qualche maniera avessero "3 occhi".
Nel caso di mutazioni difficilmente si arriverebbe a sviluppare un vero e proprio terzo occhio in quanto il bauplan e il complesso hox dei pesci presenta perlopiu' mutazioni pari e le disparita' teratologiche come questa tendono a rendere l'individuo non vitale.

Cephalaspis il pesce triocchiuto del Devoniano

Ma se appunto le mutazioni sono pari perche' non abbiamo pesci con 4 occhi?
Anche qui, per fare un discorso semplicistico, si deve considerare che lo schema fondamentale dei vertebrati prevede soltanto un paio di occhi e la crescita di un paio addizionale di occhi a fianco degli altri e' non solo mortale ma anche una mutazione che deve coinvolgere i geni fondamentali dello sviluppo corporeo. Piu' o meno equivale a ridefinire non solo l'individuo ma la sua intera classe..

Siccome pero' parliamo di pesci meglio non dare tutto per scontato. Infatti esiste un genere di pesce sudamericano che ha sviluppato un adattamento molto particolare degli occhi.
Il genere Anableps presenta infatti un paio di occhi superiori e un paio di occhi inferiori.

Anableps un nome adatto ad un alieno e da questa foto e' proprio quel che sembra

I doppi occhi degli Anableps sono completamente funzionali, possiedono due pupille separate anche se condividono le iridi. I pesci vivono al limite tra aria ed acqua e gli occhi superiori sono perfettamente adatti per la visione fuori dall'acqua, il cristallino stesso e' modificato per la visione aerea mentre quello degli occhi inferiori e' sferico per adattarsi alle aberrazioni della visione in acqua.
Grazie agli occhi particolari riescono a individuare gli insetti che stanno per cadere o che sono sulla superficie dell'acqua mentre quelli inferiori controllano l'acqua per prede acquatiche. Lo stesso vale per quanto riguarda la fuga dai predatori.


E' proprio il caso di dirlo. Spesso la natura sorpassa l'immaginazione umana. 4 a 3 per Anableps.

lunedì 15 novembre 2010

Siluro - abbondanza e alimentazione negli areali di introduzione

Un siluro particolarmente affamato e la sua scarsa abilita' nel selezionare prede

E' un dato triste che questo blog riceva la maggior parte delle sue visite sull'argomento siluro.
Nonostante il Silurus glanis sia stato uno dei motivi per cui ho aperto il blog ritengo che ci siano molti altri argomenti interessanti da leggere qua dentro, ma pare che la maggior parte degli altri argomenti non attraggano ricerche di google o visitatori come fa questo pesce. Evidentemente e' diventato uno dei punti controversi (e pertanto piu' amati) del panorama della pesca nazionale.

Se ne e' gia' parlato abbastanza e francamente credo sia controproducente intavolare un discorso articolato e informato su quest'argomento. E' un po' la teoria della montagna di merda (scusate il francesismo) applicata alla biologia dei pesci. Qualcuno parte con informazioni imprecise o fuorvianti (vedi il caso dei fossili o dell'elettropesca) e agli altri tocca spendere un sacco di tempo per spiegare con calma e riferimenti letterari che le cose non stanno proprio cosi'. Spalare la merda (ops, di nuovo) e' un esercizio stancante e molto piu' difficile che produrla, il produttore ha cosi' un netto vantaggio sullo spalatore.

Premetto che odio dover tornare a parlare di siluro. Penso di aver gia' speso inchiostro elettronico a sufficienza sull'argomento ma questo e' un aggiornamento quasi doveroso.


lunedì 8 novembre 2010

Luccio gassato? No grazie..

Lo spritz macchiato al luccio, ricetta tipicamente veneta

Seguendo recenti dibattiti con altri angler su come maneggiare correttamente un luccio ho deciso di scrivere una serie di articoli che riassumono i punti piu' controversi della questione e cercano di dare una possibile soluzione alla luce di tutti i dati considerati.
Non intendo convincere nessuno che questi siano gli unici modi corretti di gestire le proprie catture, soltanto analizzare problemi legati alla pesca sportiva ed al catch&release in generale. Se poi qualcuno dovesse ripensare alle proprie azioni e cambiare idea, bene, avro' fatto un po' piu' di chiarezza.

Gassed up (gassato) e' un termine usato dagli angler americani per indicare i pesci che, pescati in profondita', non riescono a mantenersi dritti e a nuotare negli strati piu' profondi.
Non sempre un pesce con questo problema e' facilmente identificabile fisicamente, la vescica natatoria puo' essere rigonfia e quindi lo si nota per la pancia gonfia e turgida ma puo' anche non esserlo e si puo' diagnosticare dal semplice fatto che il pesce non riesce a mantenere l'assetto normale o a tornare verso il fondo.

Molti pescatori hanno constatato che si possono presentare casi di quest'ultimo tipo anche in pesci che sono stati catturati in zone poco profonde. Di solito sono attribuibili piu' alla stanchezza indotta dal combattimento che alla disfunzione della vescica natatoria anche se c'e' chi ha teorizzato che sia proprio il combattimento, con un meccanismo ignoto, a provocare la disfunzione della vescica.

Una soluzione semplice a questo problema e' quella di ridurre il piu' possibile i tempi di combattimento grazie ad attrezzature adeguate per quanto riguarda i casi in acque basse. Per i lucci allamati in profondita' pero' sarebbe controproducente diminuire il tempo di recupero perche' salirebbero troppo velocemente aggravando il problema o perfino aumentare il tempo di recupero per via dei danni da acido lattico.
Non tutti i lucci allamati in profondita' e recuperati in fretta sviluppano questa sintomatologia ma e' chiaro che se si volesse tutelare completamente il pesce non si dovrebbe andare a pescarlo su profondita' elevate.

Ma siamo pescatori e per quanto attenti all'ambiente ci piace anche prendere i pesci. Quindi come fare?

venerdì 5 novembre 2010

Candiru' - Il pesce che non vorreste mai incontrare


La BBC e una "ricostruzione" di come agisce un candiru' - a parte stringere le gambe credo che le riprese in acquario siano di un certo effetto

Visto che siamo in tema horror la puntata di pesci dal mondo non poteva che parlare di questo piccolo pescegatto amazzonico.

Il candiru' e' un piccolo pescegatto (lungo in media meno di una decina di centimetri) tristemente famoso per la sua capacita' di parassitare le branchie di pesci piu' grandi e, come mostra la ricostruzione nel filmato, anche l'uomo (pur se accidentalmente). Individua il bersaglio riuscendo a seguire controcorrente l'acqua delle branchie (guidato dall'urea) e installandosi grazie alle spine pettorali e dorsali si nutre del sangue delle sue vittime. Ovviamente non essendo in grado di distinguere bene il bersaglio potrebbe seguire un'altro tipo di corrente contenente urea..

In realta' la maggior parte dei resoconti di parassitismo sugli uomini sono storie di seconda o di terza mano e non sembra che nessuno degli autori scientifici abbia davvero mai osservato la cosa. Ovviamente non e' che ci sia da aspettarci niente di diverso, stiamo parlando di zone dove la comunicazione e le strutture sanitarie scarseggiano.
Per fortuna Paulo Petry, un ittiologo specializzato in pesci tropicali, ha portato nel 1997 qualche prova concreta. Foto e resoconto dettagliato di un'operazione chirurgica (in endoscopia) per rimuovere uno di questi pesciolini.Vi risparmio le foto per non rovinarvi il fine settimana.

Candiru' fotografato da Ivan Sazima

Piu' prosaicamente c'e' un'altra preziosa lezione da imparare da questo pescetto. Nel suo articolo "Candirú: Urinophilic Catfish, Its Gift to Urology" John Herman spiega di come gli indigeni usino una combinazione di estratti di piante locali per curare questa particolare parassitosi. Le stesse sostanze possono essere usate nella cura di altre malattie come i calcoli renali.

Ultima nota di colore la merita la pubblicazione di un articolo-burla "Fish-based security system for the South Pacific" o qualcosa del genere dove si proponeva di immettere piranha, anguille elettriche e candiru' in un fossato scavato attorno alla casa per fermare gli intrusi.
L'articolo firmato con divertenti nomi di fantasia affiliati ad ancor piu' improbabili istituti era stato pubblicato come scherzo sul sito delle Comunita' del Sud Pacifico. Evidentemente a FishBase non hanno il senso dell'umorismo visto che e' ancora citato nella pagina relativa alla specie come riferimento bibliografico.
Che serva di monito per controllare 2 o piu' volte quello che si legge a riferimento di un'affermazione.

Sono riuscito a scrivere tutto l'articolo senza scrivere una sola volta le parole "topiche", anche se avrebbero potuto aumentare a dismisura gli accessi al blog. Come mi merito questo fine settimana!

L'articolo e' stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

lunedì 1 novembre 2010

Linfosarcoma - Halloween Special

Cattura di quest'estate, anche se l'atmosfera e' autunnale.. (grazie ad Andoni per la foto nonostante il tempo pessimo)

Halloween e' appena passato e le acque si stanno raffreddando. E' un buon momento per la pesca al luccio ed e' anche un buon momento per i lucci.

Perche'?

Non vi e' mai capitato di vedere o prendere voi stessi un luccio con mostruose escrescenze rosee, spesso sanguinanti, sulla testa o sulla pelle? Quando l'avete preso?
Ne avete mai pescato uno cosi' in estate/inverno?

Andiamo a dare una risposta a ciascuna di queste domande. E qualcosa di piu'.