giovedì 20 marzo 2014

Come si fa a sapere l'eta' di un pesce?


Una squama di luccioperca lucioperca, ingrandita circa 16 volte

Sono sicuro che, almeno una volta nella propria vita, ciascun pescatore si e' domandato che eta' potesse avere il pesce appena pescato.

Me lo domandavo anche io, e cosi' e' stata una delle prime cose che ho studiato quando ho cominciato la mia carriera nella ricerca ittiologica. Si tratta di un'analisi "di base", ma che presenta interessanti sfaccettature e utili risvolti nella conservazione.

Se interessa anche voi continuate a leggere, non ve ne pentirete.

Vi sara' sicuramente capitato di sentire qualcuno dire "sicuramente quel pesce ha 20 anni perche' e' lungo un metro...", ma purtroppo le cose non sono cosi' semplici.

I pesci, come le persone, hanno ritmi di sviluppo individuali che dipendono sostanzialmente dai loro ritmi biologici.
I pesci pero', al contrario delle persone, continuano a crescere durante tutta la loro vita. Magari poco, oltre una certa eta', ma continuano a farlo.

Se si trovano in condizioni ottimali di temperatura e si alimentano continuamente crescono velocemente, altrimenti lo fanno molto piu' lentamente. Quindi, chiaramente, al variare della temperatura o dell'alimentazione variera' anche la crescita.
Non e' quindi possibile stabilire a priori l'eta' di un pesce basandosi esclusivamente sulla lunghezza. Anzi, spesso pesci "non enormi" potrebbero essere proprio i piu' vecchi, come abbiamo visto in questo articolo.
A meno che non abbiamo a che fare con pesci tropicali, che spesso crescono continuamente, senza pause stagionali, e non rallentano mai. Solo in questo caso possiamo utilizzare proporzioni fra eta' e lunghezza.

Alle nostre latitudini, dove c'e' un ciclo delle stagioni, fasi di crescita veloce si alternano a fasi di crescita lenta. Questa alternanza si riscontra nella deposizione di tessuti ossei, che formano anelli cosi' come si trovano negli alberi.

Chiaro no? Immagine @ Wikimedia Commons

E' quindi possibile contare questi anelli nelle strutture ossee come gli otoliti (ossa dell'orecchio interno) o tegumentarie come le squame e conoscere l'eta' di un pesce. Questo tipo di analisi ha un nome perfino difficile da pronunciare: "sclerocronologia" cioe' studio dell'eta' tramite le parti dure. Vi risparmio i dettagli tecnici su come si fa in pratica, vi basti sapere che e' piu' facile pronunciarne correttamente il nome.

Perche' e' importante sapere l'eta' di un pesce? C'e' un motivo che va molto oltre la mera curiosita' o la ricerca del record.
Conoscere per esempio l'eta' media di una popolazione ci permette di rilevare gli effetti di pressioni antropiche quali il prelievo della pesca o l'efficacia di misure di conservazione su di una specie. E' insomma una delle analisi basilari, insieme per esempio all'analisi dei contenuti stomacali, per capire le caratteristiche fondamentali di una popolazione di pesci.

Per esempio, grazie alla determinazione dell'eta' e' possibile anche ricostruire le dimensioni del singolo esemplare al compimento di ogni anno, e quindi determinare la velocita' di crescita, la crescita massima teorica etc.

Un osso dell'opercolo di luccioperca, trattato ed ingrandito per far vedere meglio gli anelli di crescita

Ora pero' non fatevi prendere dalla voglia di determinare l'eta' di qualunque pesce che pescate.
Il primo motivo e' che spesso le strutture ossee che permettono un'effettiva determinazione sono generalmente quelle all'interno dei pesci. Per cui il prelievo puo' essere effettuato solo uccidendo l'esemplare in esame e quindi occorre interrogarsi sull'effettiva utilita' del proprio gesto e sulla sua non compatibilita' con il catch&release. Se il pesce deve comunque finire in padella questo non e' un'ostacolo ma lo sono comunque le apparecchiature e i trattamenti richiesti per l'analisi. Sono poche le ossa (ad esempio le ossa opercolari) dove si puo' fare una determinazione ad occhio nudo.
Le determinazioni d'eta' su strutture asportabili invece senza provocare la morte dell'esemplare, come le squame, sono spesso meno affidabili in molte specie (p.es. salmonidi) o con pesci molto vecchi. Inoltre anche le determinazioni su queste strutture richiedono delle apparecchiature, come dei lettori di microfilm e delle presse, che non sono comunemente disponibili.
Il secondo motivo e' che la determinazione dell'eta' richiede capacita' e conoscenze specifiche, che difficilmente possono essere improvvisate. Generalmente occorre quantomeno frequentare un corso di livello universitario dove si riceve un'infarinatura di base su tecniche e specie diverse, oltre all'analisi dei dati. Poi bisogna specializzarsi su una classe di pesci o una particolare struttura ossea, sostanzialmente facendo pratica e confrontandosi con altri esperti. Soltanto dopo un percorso del genere si avra' la capacita' di lettura ed interpretazione necessaria per fare delle determinazioni decenti.

L'articolo e' stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale per venire incontro ai PdF che non riconoscono che "luccioperca" e' un nome comune usato in Italia per indicare questa specie e vogliono vedere scritto solo "lucioperca". I nomi comuni sono proprio questo, comuni, e pertanto non sono rigidi come i nomi scientifici (che tra parentesi rigidi non sono). E fatevela una risata ogni tanto :)

2 comments:

Claudio (l'altro) ha detto...

Ciao Milo,
è la prima volta che intervengo sul tuo blog.
Parlando di età dei pesci, ci sono studi seri riguardo i ritmi di crescita dei black bass in grandi bacini (intendo laghi come Bolsena e Bracciano)? Ho assistito a discussioni inconcludenti su quanto tempo ci metterebbe un bass a raggiungere un kg di peso.
Parlo di grandi laghi, non piccoli bacini dove le variabili sono molto più difficili da considerare.

Marco Milardi ha detto...

Ciao Claudio,
purtroppo ci sono pochissimi studi in generale sul bass in Italia. Uno dei pochi e' stato fatto sul lago Trasimeno ed e' disponibile a questo link:
https://bio.unipg.it/sito_web_en/download/Pubblicazioni/article_black.pdf
In generale, grandi o piccoli che siano i bacini, i ritmi di crescita variano a seconda del regime di temperature e la quantita' di cibo disponibile. Difficile dire qualcosa di preciso, ma indicativamente in quello studio si parla di 5-6 anni per arrivare a 1 kg (circa 39 cm).

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