Una classica operazione di campionamento mediante elettrostorditore che in questo caso coinvolge anche l'autore dell'articolo (foto di Pasi Lenpinen)
Purtroppo recentemente (ma non solo) mi e' capitato di discutere con delle persone su internet che sostenevano che l'elettropesca e' la rovina degli ambienti acquatici.
Ora siccome non mi piace ripetere le cose mille e una volta ho deciso, anche su esortazione di alcuni utenti del forum esox2000, di scrivere un articoletto a riguardo. Almeno la prossima volta rispondo con un semplice link.
Cerchero' brevemente di dare un'introduzione alla teoria dell'elettropesca e vedere qualche caso pratico. Vedremo quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnica e da dove derivano le convinzioni di alcune persone.
Sara' difficile convincere qualcuno del contrario con le sole parole, per cui prima ancora di iniziare invito chiunque abbia dei dubbi su quanto ho scritto ad armarsi di waders e seguire un gruppo che interviene con l'elettropesca per rendersi conto di persona se quel che dico e' vero o no. E' una cosa estremamente semplice, non dovete nemmeno perdere l'intera giornata di pesca, basta una mezz'ora, e non costa nulla.
Detto questo, cominciamo..
L'elettropesca si basa su un principio veramente semplice: una volta immerso in un campo elettrico un pesce subisce un effetto di contrazione muscolare che lo porta a nuotare lungo le linee del suddetto campo. Se sufficientemente vicino all'elettrodo le contrazioni diventano tetaniche, cioe' il muscolo si blocca in un crampo e il pesce e' immobilizzato. Una volta cessata l'azione del campo il muscolo torna rapidamente alla normale funzionalita' permettendo il rilascio del pesce in salute.
Esistono diversi tipi di eletttropesca, con diversi apparati e diversi effetti, ne vedremo qui solo alcuni ma le applicazioni pratiche sono innumerevoli.
Il tipico elettrostorditore consiste in un accumulatore portatile e un modulatore di controllo per regolare le scariche, il peso e' di una decina di chili e si porta comodamente in spalla. La corrente viene modulata in frequenza, voltaggio e tipo di scarica. All'uscita della corrente c'e' un anodo con un pulsante di controllo, posizionato al termine di una staffa munita di rete e un catodo in rame che viene trascinato alle spalle dell'operatore.
Tempo fa bisognava portarsi in spalla un piccolo generatore a benzina con tutti i problemi del caso..oggi con i soli accumulatori si riesce a raggiungere il migliaio di volt e utilizzare lo strumento per una giornata senza ricaricare. Esistono strumenti piu' potenti per l'impiego mediante barche, sono in sostanza dei piccoli generatori che arrivano a qualche migliaio di volt, l'unica differenza e' lo spettro d'azione (zone piu' profonde o piu' ampie).
Fondamentalmente esistono due grandi tipi di elettropesca, quella con corrente diretta (DC) o quella con corrente alternata (AC). In un campo a DC gli elettrodi mantengono la stessa polarita' durante l'azione mentre in un campo ad AC le polarita' vengono invertite a intervalli regolari.
Le differenze principali a livello pratico sono:
DC AC
• Stordimento momentaneo, recupero veloce • Stordimento prolungato
• Campo esteso (elevato consumo) • Campo ristretto (basso consumo)
• I pesci tendono a nuotare verso l'anodo • I pesci non nuotano verso l'anodo
• Danni minimi • Danni moderati
• Efficace in acque torbide/con vegetazione • Efficace in acque aperte
Forse la piu' comune e' quella effettuata tramite corrente diretta pulsata (PDC) dove il circuito a corrente diretta viene aperto e chiuso a intervalli di frequenza regolari. Questo permette di rendere piu' efficace l'eletrotassi (il nuoto verso l'anodo) e in generale aumenta l'effetto della corrente senza aumentare i danni.
L'AC viene invece principalmente usata dalla barca, in acque aperte o piu' profonde.
Per poter usare uno di questi apparecchi generalmente bisogna essere in possesso di un certificato che confermi l'esperienza dell'utilizzatore e ovviamente di un'autorizzazione all'esercizio di questo particolare metodo di pesca a fini scientifici. Ci sono regole abbastanza strette su cosa si intende per certificazione minima e differiscono da paese a paese ma comunemente comprendono norme di sicurezza e pronto soccorso oltre ai principi basilari di funzionamento.
Le macchine sono infatti dotate di regolazioni che servono ad adattarle a seconda della situazione e delle specie presenti.
Parametri molto importanti sono la conduttivita' e la temperatura dell'acqua, come anche la lunghezza e il tipo delle specie da catturare. Pesci piu' lunghi e privi di squame attraversano piu' linee di campo e sono piu' vulnerabili alla corrente mentre pesci piu' corti e con squame spesse sono molto meno influenzati.
Facciamo qualche esempio pratico:
- L'anguilla e' particolarmente facile da prendere essendo molto lunga e con una pelle priva di squame
- La carpa e' molto difficile da prendere perche' tozza e con squame spesse
- Il luccio pur essendo lungo non e' sempre facile da prendere, se si trova a pochi decimetri dall'elettrodo viene stordito altrimenti le contrazioni muscolari di norma gli fanno fare uno scatto che lo porta al di fuori del raggio d'azione
Con queste semplici premesse e' abbastanza facile vedere come affermazioni del tipo "se efficace come storditore su 20kg di peso tutto ciò che è inferiore verrebbe danneggiato irreparabilmente" sono completamente infondate. E' molto piu' facile che muoia o subisca danni un pesce di grande taglia piuttosto che piccoli pesci o invertebrati. E' in atto una campagna di mala-informazione sull'argomento, non so quanto originata da comunicati intenzionali e quanto da fatti di cronaca (bracconaggio con la corrente eletrica, tutt'altra cosa) ma di sicuro profondamente sbagliata.
La pesca con l'elettrostorditore non permette di certo di sterilizzare un intero corso d'acqua (magari fosse cosi' facile) ma provoca solo danni minimi. I danni tipici sono derivati dalle contrazioni muscolari che possono creare ematomi (visibili come macchie scure sulla pelle) e creare deformazioni della colonna vertebrale.
Se avesse l'effetto che molti sostengono non sarebbe il metodo piu' usato per il trattamento di specie pregiate come la trota e il salmone (per esempio per il recupero di riproduttori o per la verifica dei nuovi nati).
L'elettrostorditore e' invece uno strumento prezioso perche' permette agli scienziati di campionare un corso d'acqua senza danneggiarlo profondamente. I pesci storditi vengono catturati con una semplice rete e possono essere manipolati e misurati dopo averli messi in un secchio con un sedativo (MS-222, uno dei piu' usati), si possono raccogliere campioni genetici ed altro e immediatamente dopo i pesci possono essere rilasciati indenni nel loro ambiente. Allo stesso tempo si puo' rimuovere tutte le specie indesiderate senza danneggiare le specie pregiate.
Ovviamente l'elettrostorditore, come tutti gli apparecchi, puo' anche essere usato in maniera sbagliata. In tal caso puo' effettivamente provocare dei danni anche ingenti, fino alla morte. Non per niente le operazioni sul campo dovrebbero sempre essere coordinate da personale esperto che cerca sempre di minimizzare i danni per le altre specie e focalizzare gli effetti sulle specie e le taglie interessate. Una completa e esaustiva analisi dei danni che questo strumento puo' provocare si puo' leggere nel documento redatto da Snyder.
In ultima analisi e' dunque priva di fondamento la voce secondo la quale l'elettrostorditore sarebbe uno strumento dannoso e pericoloso. E' probabile che un tale errore derivi da due fattori:
Bibliografia:
- Cowx (ed) 1990 Fishing with electricity
- Snyder 2003
- Electrofishing.net
Il tipico elettrostorditore consiste in un accumulatore portatile e un modulatore di controllo per regolare le scariche, il peso e' di una decina di chili e si porta comodamente in spalla. La corrente viene modulata in frequenza, voltaggio e tipo di scarica. All'uscita della corrente c'e' un anodo con un pulsante di controllo, posizionato al termine di una staffa munita di rete e un catodo in rame che viene trascinato alle spalle dell'operatore.
Tempo fa bisognava portarsi in spalla un piccolo generatore a benzina con tutti i problemi del caso..oggi con i soli accumulatori si riesce a raggiungere il migliaio di volt e utilizzare lo strumento per una giornata senza ricaricare. Esistono strumenti piu' potenti per l'impiego mediante barche, sono in sostanza dei piccoli generatori che arrivano a qualche migliaio di volt, l'unica differenza e' lo spettro d'azione (zone piu' profonde o piu' ampie).
Un elettrostorditore portatile (immagine originale del brevetto americano)
Fondamentalmente esistono due grandi tipi di elettropesca, quella con corrente diretta (DC) o quella con corrente alternata (AC). In un campo a DC gli elettrodi mantengono la stessa polarita' durante l'azione mentre in un campo ad AC le polarita' vengono invertite a intervalli regolari.
Le differenze principali a livello pratico sono:
DC AC
• Stordimento momentaneo, recupero veloce • Stordimento prolungato
• Campo esteso (elevato consumo) • Campo ristretto (basso consumo)
• I pesci tendono a nuotare verso l'anodo • I pesci non nuotano verso l'anodo
• Danni minimi • Danni moderati
• Efficace in acque torbide/con vegetazione • Efficace in acque aperte
Forse la piu' comune e' quella effettuata tramite corrente diretta pulsata (PDC) dove il circuito a corrente diretta viene aperto e chiuso a intervalli di frequenza regolari. Questo permette di rendere piu' efficace l'eletrotassi (il nuoto verso l'anodo) e in generale aumenta l'effetto della corrente senza aumentare i danni.
L'AC viene invece principalmente usata dalla barca, in acque aperte o piu' profonde.
Una barca usata per l'elettropesca in acque aperte e profonde (foto US Fish&Wildlife)
Per poter usare uno di questi apparecchi generalmente bisogna essere in possesso di un certificato che confermi l'esperienza dell'utilizzatore e ovviamente di un'autorizzazione all'esercizio di questo particolare metodo di pesca a fini scientifici. Ci sono regole abbastanza strette su cosa si intende per certificazione minima e differiscono da paese a paese ma comunemente comprendono norme di sicurezza e pronto soccorso oltre ai principi basilari di funzionamento.
Le macchine sono infatti dotate di regolazioni che servono ad adattarle a seconda della situazione e delle specie presenti.
Parametri molto importanti sono la conduttivita' e la temperatura dell'acqua, come anche la lunghezza e il tipo delle specie da catturare. Pesci piu' lunghi e privi di squame attraversano piu' linee di campo e sono piu' vulnerabili alla corrente mentre pesci piu' corti e con squame spesse sono molto meno influenzati.
Facciamo qualche esempio pratico:
- L'anguilla e' particolarmente facile da prendere essendo molto lunga e con una pelle priva di squame
- La carpa e' molto difficile da prendere perche' tozza e con squame spesse
- Il luccio pur essendo lungo non e' sempre facile da prendere, se si trova a pochi decimetri dall'elettrodo viene stordito altrimenti le contrazioni muscolari di norma gli fanno fare uno scatto che lo porta al di fuori del raggio d'azione
Un piccolo luccio recuperato durante un campionamento, anche questo pesce e' tornato in acqua senza nessun problema nonostante le sue dimensioni
Con queste semplici premesse e' abbastanza facile vedere come affermazioni del tipo "se efficace come storditore su 20kg di peso tutto ciò che è inferiore verrebbe danneggiato irreparabilmente" sono completamente infondate. E' molto piu' facile che muoia o subisca danni un pesce di grande taglia piuttosto che piccoli pesci o invertebrati. E' in atto una campagna di mala-informazione sull'argomento, non so quanto originata da comunicati intenzionali e quanto da fatti di cronaca (bracconaggio con la corrente eletrica, tutt'altra cosa) ma di sicuro profondamente sbagliata.
La pesca con l'elettrostorditore non permette di certo di sterilizzare un intero corso d'acqua (magari fosse cosi' facile) ma provoca solo danni minimi. I danni tipici sono derivati dalle contrazioni muscolari che possono creare ematomi (visibili come macchie scure sulla pelle) e creare deformazioni della colonna vertebrale.
Danno causato alla colonna vertebrale di un pesce durante l'elettropesca (immagine di N. G. Sharber)
Se avesse l'effetto che molti sostengono non sarebbe il metodo piu' usato per il trattamento di specie pregiate come la trota e il salmone (per esempio per il recupero di riproduttori o per la verifica dei nuovi nati).
L'elettrostorditore e' invece uno strumento prezioso perche' permette agli scienziati di campionare un corso d'acqua senza danneggiarlo profondamente. I pesci storditi vengono catturati con una semplice rete e possono essere manipolati e misurati dopo averli messi in un secchio con un sedativo (MS-222, uno dei piu' usati), si possono raccogliere campioni genetici ed altro e immediatamente dopo i pesci possono essere rilasciati indenni nel loro ambiente. Allo stesso tempo si puo' rimuovere tutte le specie indesiderate senza danneggiare le specie pregiate.
Ovviamente l'elettrostorditore, come tutti gli apparecchi, puo' anche essere usato in maniera sbagliata. In tal caso puo' effettivamente provocare dei danni anche ingenti, fino alla morte. Non per niente le operazioni sul campo dovrebbero sempre essere coordinate da personale esperto che cerca sempre di minimizzare i danni per le altre specie e focalizzare gli effetti sulle specie e le taglie interessate. Una completa e esaustiva analisi dei danni che questo strumento puo' provocare si puo' leggere nel documento redatto da Snyder.
In ultima analisi e' dunque priva di fondamento la voce secondo la quale l'elettrostorditore sarebbe uno strumento dannoso e pericoloso. E' probabile che un tale errore derivi da due fattori:
- la confusione tra elettrostorditore ed elettropesca a fini scientifici o per programmi di intervento con la pesca illegale tramite corrente elettrica (che generalmente tende ad uccidere piu' che a stordire)
- la precisa intenzione di ostacolare i programmi di contenimento delle specie alloctone che impiegano l'elettrostorditore creando malcontento tra i pescatori
Bibliografia:
- Cowx (ed) 1990 Fishing with electricity
- Snyder 2003
- Electrofishing.net
5 comments:
Mi sai dare qualche info per quel che riguarda il rilascio e l'ottenimento delle abilitazioni in Italia?
KTF
Non ne ho la piu' pallida idea, non avendola fatta in Italia. Bisognerebbe chiedere a chi fa qualche campionamento la'.
Immagino sia piu' o meno simile, con un leader qualificato e degli operatori meno qualificati. Il tutto con un'autorizzazione delle autorita' di bacino.
Se vuoi mi informo..
Grazie sei onesto complimenti
Grazie sei onesto complimenti
Prego, grazie dei complimenti
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