Steve Morvell - Glass houses - Domestic goldfish (2006) - Pastello su carta colorfix
Con questo articolo comincia una miniserie a lungo rimandata sulla memoria dei pesci e le loro capacita' cognitive, con una parte di articoli che riguardera' le capacita' cognitive e la connessione tra pesca e memoria ed una seconda parte che si occupera' dell'argomento strettamente correlato della percezione del dolore nei pesci e dell'etica della pesca sportiva e non.
Pronti? Cominciamo!
Spesso ho sentito dire la frase "hai la memoria di un pesce rosso.." e a volte l'ho usata io stesso.
Era una frase fatta che ho creduto vera per anni ma che, come ho scoperto con un minimo di ricerca in seguito, e' profondamente sbagliata.
Si sente spesso dire che il pesce rosso ha una memoria di soli 3 secondi.
Tutto risale ad un mito popolare, forse stimolato dal fatto che il pesce rosso e' un animale spesso tenuto in vasche troppo piccole per la sua taglia. L'idea e' probabilmente nata per giustificare le dimensioni di queste vasche: "tanto la sua memoria si resetta ogni 3 secondi.."
Ci hanno persino intitolato un film che pero' non ha niente a che vedere con i pesci rossi ma bensi' e' un bel polpettone sentimentale all'irlandese, sconsigliato a meno che non siate amanti del genere..
Ma e' proprio vero che il pesce rosso, e piu' in generale i pesci hanno poca memoria?
L'interessante esperimento semiscientifico dei Mythbusters, in cui insegnano un percorso complesso ad un pesce rosso sotto stimolo alimentare e ne testano la memoria nel lungo periodo
In realta' no, come gia' anticipato e' soltanto una leggenda metropolitana.
Il pesce rosso in realta' ha delle capacita' di apprendimento e di ritenzione della memoria piuttosto sviluppate se confrontate con altri pesci e tutt'altro che trascurabili.
A parte esperimenti puramente televisivi come quello sopra riportato sono stati fatti una serie di studi sulle capacita' cerebrali del pesce rosso da cui e' emerso che l'area omologa all'ippocampo del loro cervello non e' assolutamente sottosviluppata, quindi hanno buone capacita' di orientamento nello spazio, riescono a collegare eventi ad un contesto e infine a relazionarsi ad altri individui e all'ambiente.
Sembra che il tempo di acquisizione (cioe' il tempo che ci mettono ad imparare qualcosa) sia di poche ore, o alcuni episodi singoli, mentre il tempo di ritenzione (cioe' il tempo che ci mettono a dimenticare qualcosa) sia nell'ordine di alcuni mesi.
Nel complesso ne esce un quadro ben diverso da quello dipinto dalla coscienza comune.
Quello che vale per il pesce rosso, ben studiato perche' facile da tenere in acquario, puo' essere rapportato ad altre specie?
In generale si' ma con molte riserve, ormai da diversi anni e' emerso che le singole specie (ed addirittura le singole popolazioni) di pesci hanno plasticita' diverse. I loro cervelli quindi subiscono cambiamenti stagionali e sviluppano le diverse parti cerebrali in maniera diversa secondo gli stimoli ambientali, il loro codice genetico e le loro esperienze.
Ed in termini di pesca cosa vuol dire?
Beh e' provato che alcune specie imparano molto meglio di altre ad evitare la cattura. Per esempio carpe e trote iridee non sottoposte a pressione di pesca abboccano molto facilmente nei primi giorni ma le catture calano sensibilmente nel giro di qualche giorno perche' i pesci catturati e rilasciati sono diventati molto diffidenti nei confronti delle esche.
Altre specie come per esempio il luccio hanno una memoria e una capacita' di apprendimento molto inferiore. Recenti studi dimostrano che una volta sottoposti a pressione di pesca i lucci tendono a "dimenticare" i tentativi di cattura di 2-4 giorni addietro. Il risultato e' un tasso di cattura che non crolla come in altre specie.
In sostanza vuol dire che i pesci hanno in generale tutte le capacita' necessarie a riconoscere un'esca, associarla con l'esperienza della cattura ed evitarla in futuro. Probabilmente soltanto la durata e l'intensita' di questa memoria varia al variare della specie.
Carp-fishing, una delle pesce piu' difficili in zone con alta pressione di pesca (Foto di AnglingTimes)
Ma e' soltanto una questione di specie?
Pare proprio di no perche' le capacita' di apprendimento e di memorizzazione oltre a variare a livello individuale sono influenzate da variabili come l'ambiente di sviluppo.
In generale pesci cresciuti in condizioni altamente variabili, in un ambiente meno uniforme, in presenza di predatori e in ambienti piu' grandi tendono a sviluppare maggiore memoria e maggiori abilita' di associazione spaziale/situazionale.
Dopo aver visto che i pesci possono essere tutto fuorche' stupidi come si pensa il prossimo articolo di questa serie cerchera' di fare il punto della situazione su un argomento che ne e' la logica conseguenza:
i pesci provano dolore?
Bibliografia:
Kuparinen et al. 2010
Raat 1985
van Poorten e Post 2005
Askey et al. 2006
Portavella et al. 2002
Beukema 1970
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