mercoledì 2 ottobre 2013

Luccio - una storia lunga milioni di anni


Circa 100-66 milioni di anni fa, nel continente Americano, che proprio allora si stava separando dall'Eurasia, viveva un pesce molto simile al luccio che conosciamo oggi. Ma non il luccio europeo che abbiamo spesso visto su queste pagine, bensi' un luccio americano, o pickerel.

Come facciamo a saperlo?

Come per tante altre specie, abbiamo trovato dei resti fossilizzati. Una piccola parte della mandibola recante i denti che, ad un'analisi accurata, e' stata attribuita al genere Oldmanesox canadensis (luccio canadese dell'Oldman), dal nome della formazione in cui e' stato ritrovato. E, piu' o meno in contemporanea, Estesesox foxi dello stesso periodo ma proveniente dal Wyoming, anch'esso noto solo per una parte della dentatura.



Pare che gli esocidi si siano separati dagli umbridi piu' o meno in quel periodo. Per questo gli umbridi, che sono pesci di piccola taglia che assomigliano piu' ai ciprinidi che ai lucci, sono ancora morfologicamente molto legati agli esocidi, e sono parte dello stesso ordine (Esociformi).

Ma forse un'analisi fondata su pochi frammenti puo' sembrare azzardata, almeno ai non addetti ai lavori.
Per fortuna che, negli anni 90, fu ritrovato un esemplare completo.



E' il fossile di un animale piccolo, non certo un mostro. Era lungo poco piu' di 10 centimetri ma era anche eccezionalmente ben conservato. Risaliva all'Eocene, cioe' tra 56 e 34 milioni di anni fa.
A seguito degli studi, e' stato attribuito alla sotto-genere dei pickerel americani con il nome scientifico di Esox kronneri.
Perche' e' importante? E' il primo fossile di esocide articolato ritrovato in Nord America ed il piu' antico. Probabilmente era un "accidente", nel senso che la zona non ne ospitava che qualche esemplare, dato che ne e' stato trovato solo uno. E' pero' anche molto importante, non solo perche' il piu' antico ma soprattutto perche' testimonia con sicurezza che nell'Eocene la morfologia degli esocidi era gia' consolidata.

Poco dopo, nell'Oligocene inferiore (34-28 milioni di anni fa), anche in Europa viveva una specie di Esox: Esox primaevus. Anche in questo caso ne abbiamo uno scheleto quasi completo proveniente da depositi francesi.

Il primo muskie, anche se molto primitivo, risale soltanto a molto tempo dopo, al Miocene superiore (7-5 milioni di anni fa) ed ancora una volta ne abbiamo soltanto pochi frammenti dentari.

E il luccio vero e proprio? Pare che i primi fossili attribuibili con sicurezza al luccio (Esox lucius) come lo conosciamo noi siano stati trovati in sedimenti datati al Pliocene inferiore (5-3 milioni di anni fa), un cranio fossile trovato in Germania.

Poco dopo, nel Pleistocene, troviamo gia' dei resti piu' completi, ma siamo comunque in tempi relativamente molto recenti, in termini geologici. I reperti canadesi corrispondenti sono almeno 2 volte piu' antichi, anche se meno completi.


Sembra che, almeno da quanto testimoniato dal record fossile, l'origine dei lucci moderni sia dunque da ricercare nel continente Americano piuttosto che in quello Eurasiatico come generalmente si era pensato nell'ambiente.
E' quindi piu' probabile che ci sia stata una colonizzazione del continente Eurasiatico (piuttosto che il contrario) attraverso lo stretto di Bering, durante uno dei tanti periodi glaciali/interglaciali, quando la salinita' delle acque era relativamente bassa.

Certo, tutto questo non spiega nel dettaglio fine come si sia arrivati alla situazione attuale di distribuzione delle specie del genere Esox. Ma e' un dettaglio non trascurabile.
In piu' non riesce a spiegare come si possa conciliare un'origine cosi' antica con una relativamente scarsa differenziazione morfologica (e genetica) tra le varie specie. Rifugi glaciali comuni e scarsa malleabilita' genetica sicuramente giocano un ruolo dominante, ma possono davvero spiegare come i lucci in Canada possano avere sostanzialmente lo stesso profilo genetico di quelli in Svezia?

Il prossimo articolo di questa serie prendera' in considerazione le ipotesi correnti di differenziazione specifica del genere.

Bibliografia (in ordine sparso):

Grande 1999
Wilson 1980
Wilson et al. 1992
Crossman & Harrington 1970
Gaudant 1978

2 comments:

pescaepesca ha detto...

Milo come si fà a collegare o cmq ad essere aggiornati fra il tuo (vostro) e il mio? Il CAVEDANO ti saluta

Marco Milardi ha detto...

Manda un mail a paperfishbiology (at) gmail.com e ne discutiamo

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