martedì 8 marzo 2011

Ami circolari


Questa settimana sono bloccato in un convegno ma non voglio lasciare i miei lettori a bocca asciutta per troppo tempo.

In attesa della pubblicazione verso la fine settimana di un articolo veramente corposo oggi sopperisco con un articolo breve ma di uguale importanza: l'uso di ami circolari nella pesca d'altura.

martedì 1 marzo 2011

Ciao Marco

Oggi sono un po' melanconico e per forza devo dedicare un post al mio amico Marco.

Io e Marco non condividiamo solo il nome ma anche la grande passione per la pesca. Come me Marco si e' trasferito in Finlandia qualche anno fa in cerca di lavoro nel suo campo e come me (e come tanti altri) e' finito a lavorare in un ristorante come cameriere.
Ci siamo conosciuti la prima volta ad una partita di basket, grazie ad un amico comune, e dopo pochi minuti ci eravamo gia' messi d'accordo di fare qualche uscita a pesca insieme.

Grazie alla macchina della ragazza di Marco riuscimmo ad andare a pescare nei laghi che si trovano nelle foreste appena fuori dalla citta'. Ricordo ancora la prima uscita: al terzo lancio era gia' riuscito a perdere un'esca ma aveva tirato su il primo luccio della giornata prima di battere meta' lago. Una grande giornata, anche se poi la mappa si e' sciolta con la pioggia e siamo rimasti a girovagare tra paludi e zanzare fino a tarda ora.

Quando si e' sprovvisti di barca o di belly boat i laghetti nelle foreste sono il terreno migliore. Si macinano chilometri, si vedono posti fantastici e si prendono lucci anche se le taglie spesso non sono fenomenali.
Continuammo cosi' per tutta una stagione fino all'autunno quando Marco riusci' a fare qualche uscita in barca con un suo amico finlandese nel Baltico, provando per le prime volte il jerkbait con una canna che gli avevo prestato. Niente lucci da metro per quell'anno ma perca e persici abbastanza cattivi da buttarsi sui buster jerk.

Arriva la primavera 2010 e decido che e' arrivato il momento di comprare la barca. Lavoro extra e settimane di ferie buttate ma ce la faccio. Marco e' gentile e mi svergina la barca con il primo luccio sopra il metro. Con Marco e Andoni dividiamo bei momenti di vita e di pesca nell'arcipelago, compresa la disavventura di rompere l'elica e dover tornare in porto con mezzi di fortuna.

Nel frattempo inframmezziamo le uscite in barca con parecchie uscite in waders insieme ad Andoni. C'e' un grande spirito che ci accomuna ed ogni uscita e' divertimento, anche quando i lucci non cooperano. Ci si prende per i fondelli, si ride e si scherza, 3 persone accomunate dalla passione per uno sport che permette di vivere la natura a stretto contatto.
Io e Marco entriamo in acqua fino alla fine, quando la temperatura esterna e' ormai sotto lo 0 e quella dell'acqua ci si avvicina. Quando non ce la facciamo piu' si esce con la barca del suo amico finlandese, visto che il mio motore nel frattempo ha dato forfait. Neve vento e ghiaccio nelle baie non lo fermano e Marco infila il suo terzo pesce sopra il metro nel giro di qualche mese.
Oggi Marco parte per l'Italia con la macchina e un computer pieno di video di pesca da guardare durante la traghettata. La sua ragazza Nina e suo figlio Robin, nato da poco, lo raggiungeranno in aereo.
Torna in Italia per cercare di trovare un lavoro per cui ha studiato. Torna con tutte l'attrezzatura da pesca anche se nella sua regione non ci sono molte acque per il luccio, ma ormai ce l'ha nel sangue e sono sicuro che con la sua determinazione riuscira' a tirare fuori dei gran pesci anche dalle difficili acque italiane. Torna un pescatore con grande rispetto per il pesce e grande amore per il C&R.

Senza di lui le uscite a pesca non saranno piu' le stesse (e probabilmente comprero' meno esche).
Ciao Marco, in bocca al lupo per tutto! Ci vediamo presto!

martedì 22 febbraio 2011

Comunicazione a gas


"..ed elli avea del cul fatto trombetta. "
Dante Alighieri - Inferno - Canto XXI 139

Esistono una serie di ricerche scientifiche che alla gente normale possono sembrare stupide e irrilevanti, vere e proprie inutilita' o addirittura sperpero di denaro (pubblico o meno).

Il post di oggi vuole rendere onore a queste ricerche, magari non saranno da premio nobel ma di sicuro rimangono un tassello importante della scienza e una fonte di sane risate (che non fanno mai male).


sabato 12 febbraio 2011

Biodiversità e adattamenti, la lotta costante per il cibo e lo spazio - Carnevale della biodiversita' 2 di 6


"Se una soluzione e' stupida ma funziona non e' poi tanto stupida.." Ignoto

12 Febbraio 2011, Charles Darwin e' nato esattamente 202 anni fa.

E a me non sembra vero che siano gia' passati due mesi dalla prima edizione del Carnevale, il tempo vola davvero quando ti stai divertendo.

Nel precedente articolo avevamo dato uno sguardo alla biodiversita' in generale e ai suoi diversi significati.
Contemporaneamente mi ero anche reso conto dello spessore degli articoli redatti dagli altri blog che partecipano all'iniziativa (qui in una recensione sul blog L'Orologiaio Miope). Come se non bastasse altri due blog altrettanto interessanti hanno aderito all'iniziativa a partire da questa seconda edizione..

Insomma, la competizione e' alta e io non ho mai reso bene sotto lo stress della competizione.

Non sono l'unico a essere stressato dalla competizione, si potrebbe dire che anche in natura esistono sostanzialmente due modi di rapportarsi alla competizione: o la si perde o la si vince.
La realta' pero' e', come al solito, molto piu' complessa di cosi'. Proviamo insieme a vedere se si puo' riuscire a darne un quadro completo ma ancora capibile..


martedì 8 febbraio 2011

Pesci dal mondo - Il regaleco

Il regaleco, o re delle aringhe, o pesce remo, uno dei pesci che mi ha affascinato di piu' quando ero piccolo

Anche questa settimana il tempo scarseggia e ci dobbiamo arrangiare con un post in formato ridotto (per venire incontro alle mie capacita' mentali). In attesa della pubblicazione del secondo post del carnevale della biodiversita' prevista per sabato 12 (202 anniversario della nascita di Darwin).

Parliamo del regaleco (Regalecus glesne), un pesce strano lungo fino a 17 metri che arriva al peso di 300 kg.

Presente anche nel mediterraneo (avvistato al largo della croazia un paio di anni fa) ha una distribuzione piuttosto ampia, dalla Svezia al Cile, comprendendo l'Atlantico, il Pacifico e l'Indo-Pacifico.
Il nome re delle aringhe deriva da avvistamenti di banchi di aringhe in presenza di questo pesce che secondo i pescatori "sembrava guidarle". Quando il regaleco e' prossimo alla morte o malato nuota in superficie, a volte facendo uscire la cresta rossa fuori dall'acqua, e' ritenuto una delle sorgenti delle leggende sui serpenti marini.
Non sappiamo molto di questo pesce pero', sappiamo che e' meso-pelagico e puo' vivere anche in superficie. Si riproduce in un lungo periodo dall'estate all'inverno e le larve stanno negli strati superficiali durante la crescita. Nonostante le dimensioni del corpo la bocca e' piccola e il regaleco si nutre principalmente di piccoli animali che trattiene grazie ai pettini branchiali.
Si trova a volte in posizione verticale nella colonna d'acqua come nella foto a fianco, ancora nessuno ha trovato un'impotesi consistente del perche' lo faccia. Alcuni ritengono che sia una posizione che adotta forse per nutrirsi.
Tra parentesi e' il pesce osseo piu' lungo che conosciamo.


Non e' difficile fotografare un regaleco, anche se la maggior parte degli individui sono spiaggiati o morenti. Difficile e' documentarne le abitudini e il comportamento normale. Nel 2001 gli operatori di una piattaforma sono riusciti a catturare il nuoto di un regaleco in un video che rimane l'unica testimonianza video di un regaleco in situazione normale.


Simile al regaleco ma molto piu' corto e' Zu cristatus un pesce dello stesso Ordine che a volte viene scambiato per una fase giovanile del regaleco ma e' profondamente diverso.

lunedì 31 gennaio 2011

Trote notevoli

Questa settimana per cause di forza maggiore non mi e' possibile compilare un post tecnicamente completo.

Per fortuna la vita di un blogger (come quella reale) non e' fatta soltanto di post impegnati e di serieta'.
Oggi quindi mettetevi comodi sulla sedia e rilassatevi, andiamo a fare una carrellata di specie di trote fenotipicamente notevoli. Con qualche nota a margine.


martedì 25 gennaio 2011

Hai la memoria di un pesce rosso..

Steve Morvell - Glass houses - Domestic goldfish (2006) - Pastello su carta colorfix

Con questo articolo comincia una miniserie a lungo rimandata sulla memoria dei pesci e le loro capacita' cognitive, con una parte di articoli che riguardera' le capacita' cognitive e la connessione tra pesca e memoria ed una seconda parte che si occupera' dell'argomento strettamente correlato della percezione del dolore nei pesci e dell'etica della pesca sportiva e non.

Pronti? Cominciamo!

Spesso ho sentito dire la frase "hai la memoria di un pesce rosso.." e a volte l'ho usata io stesso.
Era una frase fatta che ho creduto vera per anni ma che, come ho scoperto con un minimo di ricerca in seguito, e' profondamente sbagliata.

Si sente spesso dire che il pesce rosso ha una memoria di soli 3 secondi.
Tutto risale ad un mito popolare, forse stimolato dal fatto che il pesce rosso e' un animale spesso tenuto in vasche troppo piccole per la sua taglia. L'idea e' probabilmente nata per giustificare le dimensioni di queste vasche: "tanto la sua memoria si resetta ogni 3 secondi.."

Ci hanno persino intitolato un film che pero' non ha niente a che vedere con i pesci rossi ma bensi' e' un bel polpettone sentimentale all'irlandese, sconsigliato a meno che non siate amanti del genere..

Ma e' proprio vero che il pesce rosso, e piu' in generale i pesci hanno poca memoria?